Una giornata alle poste

Interno poste via Simeto(-42 al mio turno)

“State zitti, noi stiamo lavorando” dice il direttore.
“Anche noi stiamo lavorando” dicono i clienti.
“Le ho detto di abbassare la voce” ribadisce.
“Chiami i carabinieri” dicono i clienti.
“No, io non li chiamo” risponde il direttore.
“E allora non usi questo tono” dicono i clienti.
I due schieramenti si fronteggiano. Il direttore di blu vestito vs la folla inferocita tipo forconi postali.
Unu casinu.
Aria pesante e fragh’e ascella
Momenti epici, duello.
Ci vorrebbe chiastedduonlai subito con titolone “Rissa alle poste, aggressioni morti e feriti in via Simeto”.

 

(-22 al mio turno)
Una signora si alza, rompe il silenzio e chiede “ma alla A non ne entra in funzione?”
Che tradotto vuol dire: ma chi ha il tagliando con scritto A (pagamenti, bollette) non viene mai servito?
Impiegati si guardano imbarazzati.
Potere delle nonne, delle mamme e dei capelli bianchi che affollano uffici postali, medici, sale d’attesa quasi come se fossero le loro colorate cucine, con una padronanza unica.
“Ehm.. Signora…”
Lei ribatte senza mollare “ma la A non entra mai in funzione?”
Piiiiii….la A magicamente “rientra in funzione”

 

(-18 al mio turno)
Fila delle notifiche e raccomandate, senza tagliando.
Irrompe nella fila una tipa, leggins, giubbottino evidenziatore, occhiali da sole specchiati e tatuaggio, suoneria zallezallellè
Avanti il prossimo, dice l’impiegato.
Tocca a un tranquillo pensionato, cappotto marrone.
“No, Ci sono io” irrompe dalle retrovie lei, con scia di profumo.
“No, guardi….” dice il pensionato.
“Mì che ci sono io, ero dietro da due ore” la tipa non cede, lo supera e si presenta allo sportello murando il pensionato.
Vince lei.

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