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Riecheggiare di viaggi

I viaggi riecheggiano altri viaggi e legami indissolubili di terre e anime, ricordi che superano i tempi e l’età. Atterro a Bergamo, nuvole, pioggia e immenso verde che si perde fino alle prime alture delle Alpi Orobiche.In cuffia ho The breaking of the fellowship, la faccia di chi ha perso battaglie. Un bimbo nel posto dietro il mio mi sorride dall’angolo tra sedile e vetro. Poi mi fa girigori al braccio. Io mi volto sorrido, lui si nasconde. 

L’autostrada è lunga linea grigia che con dolcezza l’autobus percorre.

Ancora immense melodie, ancora Howard Shore. 

Penso allora all’Irlanda, un giorno non lontano, ritornerò ❤️

Stazioni

Ogni viaggio piccolo o grande finisce sempre in una stazione, riordinando i ricordi e con qualcosa in più tra i bagagli.
Ok, non ho perso nulla, il mio zaino si è rivelato il miglior compagno di viaggio, ho riempito un quaderno di appunti, ho divorato un libro, lavorato sulla musica, riordinato idee e respirato aria fresca e ricordi.
Se non ci fossero i viaggi la vita avrebbe avuto qualcosa in meno. Viaggiate sempre, ovunque potete, non fermatevi alla quotidianità, quella è una forma di morte lenta.

Ora accendo Chet Baker e mi preparo un’insalata rigorosa. Giuro per un po’ mi fermo. Azz, no, domani sera devo andare a Bologna: sei pronta LAli Dali😜

Ponte di Legno domre

Alle 23 tutto lascia spazio al rumore del torrente Oglio che impetuoso scende a valle. Si sentono solo i miei passi mentre infreddolito torno alla mia pensione da venti euro a notte.
Pago il conto della trattoria, forse troppo, mi offrono un’altra grappa barricata per finire ancora più ebbro del solito, e poi concludo la serata tra un freddo fuori stagione e le vetrine stanche dei negozi che promuovono hogan e abbigliamenti da montagna poco interessanti., che attendono un’altra estate di turisti o forse un altro inverno, mica un viaggiatore random come me che non acquisterebbe mai queste cose.

Certo, pensare che al risveglio di oggi ero davanti al Lago d’Iseo mentre osservavo il blu, il verde e l’arancione di un nuovo giorno e ora mi trovo sul Tonale tra vette innevate e ghiacciai perenni stimola qualsiasi pensiero possibile. Il lavoro e la mia vita mi portano a un perenne peregrinare tra folle e solitudini, amici e sconosciuti, arrivi e partenze, valigie fatte e disfatte. Un mix continuo di esperienze di cui non farei a meno per nulla al mondo e che restano difficili da spiegare.

Quando non ho impegni adoro allontanarmi e prendermi due giorni di puro relax connesso. Lo chiamo così. Sono per i cazzi miei ma resto connesso.
Ricomprarmi lo zaino, per quanto la mia schiena non sia ottima, è stata una grande idea. Trentanove euro, Decatlon, e niente più trolley. E poi c’è questo organizzare last minute che sta diventando una prassi del weekend. Penso che sia un modo per restare ancora in vita e non perdersi nella banale quotidianità delle cose scontate che mi ucciderebbe.
Forse viaggiare, far musica e scrivere e fondamentalmente sbattersene rappresenta il nostro modo per allungare la vita e non invecchiare mai. Chi lo sa. Nel dubbio, mi metto a osservare le poche stelle che stanotte affollano quello spazio scuro sopra la mia testa, sicuro che almeno una rappresenta il punto d’arrivo dei miei sogni. Io ne ho ancora, tanti, troppi. Non ho smesso, non mi son ritirato, non mi son imborghesito. Resto un militante dei sogni, un rivoluzionario della mia anima.

Sulcis, struggente bellezza

Pasquetta 2017, in giro per la Sardegna. Prendendo la statale 130 si apre un altro pezzo di isola, quella meno conosciuta ai più.

Così il Sulcis ci ha accolto con la sua struggente bellezza, quella solitudine malinconica che si afferra tra strade assolate, gente semplice e mari tempestosi.

Il Parco del Sulcis e lo scenografico Pan di Zucchero che emerge direttamente dal mare, il Golfo di Gonnesa è un mosaico di scorci davvero sorprendenti fino a Buggerru, e poi ancora la spiaggia di Plage Mesu. I siti minerari abbandonati che ricordano la storia e le sofferenze di queste genti. Il rumore del vento che incessante lavora.

Tanti, troppi luoghi in cui si lascia qualcosa.

La tentazione di prendersi una casetta e perdersi qui è davvero molto forte.

Arrivederci Sulcis

Viaggia e non aver paura

Condivido un post di Giulia Crisanti, studentessa viaggiatrice. Bellissime parole pubblicate qualche giorno fa sul suo profilo facebook.

“Oggi voglio raccontare un piccolo pezzo della mia storia che, più che solo mia, è di tutti quanti.

Ho 21 anni. Faccio parte della nuova generazione. Quella della tecnologia, dell’Erasmus, dei sogni, del futuro. Ma anche quella, ahimè, della violenza.
Di questo maledetto terrorismo.
Una generazione che lo vive in maniera forte, oserei dire pressante, non alla nostra portata. È un qualcosa di superiore, di più alto, ma non voglio dire di più forte.
Se c’è una cosa che mi riprometto ogni volta che ascolto le notizie di un nuovo attentato è: non avere paura. Mi ripeto di continuare a vedere il mondo, tutto il mondo, come casa mia.
Mi ripeto di non smettere di volerlo scoprire tutto, in tutti i suoi luoghi, anche in quelli che “forse questo non è il periodo adatto, è pericoloso“. Ma come si può parlare di periodo adatto? Se non ora, quand’è il periodo adatto?
Ci è stato dato poco tempo in questa vita, non possiamo limitarlo ulteriormente. Io non rinuncio e non rinuncerò mai a viaggiare.
Però devo confessarlo: un mese fa mi sono trovata ad attraversare l’Europa in treno e per raggiungere Amsterdam era previsto uno scalo in due delle città più “temute” del momento: Parigi e Bruxelles.
Ad alcuni viene un brivido soltanto a sentirle nominare. Per una serie di coincidenze e ritardi, ho rischiato di perdere il treno e di rimanere “bloccata” una notte a Bruxelles. Ed in quel momento… sì: ho avuto paura. Una paura fottuta e assolutamente irrazionale. Viva, sulla pelle. Una paura invadente e pietrificante.
Ciò che mi ha infastidito di più è che quella sensazione, quell’emozione e quella frustrazione non erano mie. Niente era mio. Appartenevano a loro, completamente. E allora voglio lanciare un appello. Più che appello è un sogno.
Per alcuni sarò incosciente, per altri ribelle, per altri ancora pazza, ma non bisogna mollare. Non ora.
Voglio rivolgermi a tutti, ma soprattutto alla mia generazione, e dire: non abbiate paura. Dobbiamo avere il diritto di sentirci a casa sempre e ovunque, che sia Francia, Italia, Siria, Turchia, Germania. Non importa. Non dobbiamo usare i guanti, non proteggiamoci.
Siamo tutti UNO.
Noi giovani, in particolare, siamo il presente ed il futuro di questo mondo che, hanno ragione i nostri nonni, è nelle nostre mani. Se rinunciamo, se stiamo fermi, se ci facciamo condizionare, sarà sempre meno nostro e sempre più loro.
Sarà pure un’utopia, ma io sogno un mondo senza questa paura. Perché non importa dove si vive, quel Paese così lontano può essere casa mia e casa tua. Casa nostra. Quel Paese può essere un’opportunità che nessuno deve toglierci.
Il Mondo adesso ha bisogno di noi, ha bisogno del nostro amore. Facciamolo girare, condividiamolo, facciamoci sentire. Impariamo ad amare, nonostante tutto. Sempre di più, con tutta la forza che abbiamo.
Perché è l’unica arma a nostra disposizione. E no, non può vincere questa maledetta paura.

In un bar del centro

Quante cose possono accadere in un bar del centro di un piccolo paese sulla riviera ligure davanti a un’insalatona e una spremuta d’arancia?
Per un po’ osservo.
Una coppia di inglesi di beve un calice di vino poi lui, giubbotto di renna, foulard su camicia azzurra nascosta da un pullover crema si alza e va in profumeria forse a comprare qualcosa. La donna sorseggia un vino chiaro. C’è un’anziana donna che porta un vaso di fiori con attenzione, una venditrice di quadri che indica una cornice a una coppia, un bimbo che suona la trombetta della bici, e ancora un uomo di fronte a me che sonnecchia tra un libro e un caffè.

Piccole storie di questa strada di adorabili negozi curati con le insegne di tanti anni fa, eredita un’Italietta forse più semplice e bella.

Quella che accarezzi in questi viaggi.

Lorenzo e Airhelp, l'app che risarcisce i tuoi voli in ritardo

Volo cancellato o partito in ritardo? A terra per un overbooking? AirHelp lavora per te, per farti avere il rimborso che ti spetta.

Tempo fa l’ho provata e per ben tre volte è riuscita nell’impresa di tutelare i miei diritti di viaggiatore. Allora, quasi per caso, ho scoperto che dietro questa applicazione c’è un ragazzo sardo che ho deciso di intervistare. Lui si chiama Lorenzo Asuni e racconta così come ha cominciato con AirHelp, un’esperienza quasi per caso, come nella più classica delle storie lavorative.

“Finita la specialistica in Economia, stavo cercando un’esperienza in una realtà internazionale . Ho mandato circa mille CV dopo ricerche di giorni e giorni delle realtà che più mi attiravano, dopo decine e decine di interviste ho visto in AirHelp quello che cercavo. Una start up globale con una mission a me molto vicina: aiutare chi viaggia in caso di problemi, nello specifico con i loro voli e da isolano capisco bene il disagio”.

La prima curiosità è chiedere se quando mi ha risposto fosse in giro per il mondo, e invece… “Al momento lavoro in remoto da Cagliari ma viaggio spesso per meeting e eventi specialmente in Polonia e Berlino. Sono stato da maggio a novembre in California al momento però preferisco fermarmi a Cagliari ed in Sardegna che sinceramente mi è mancata.

Ma, in fondo, come funziona AirHelp e come Lorenzo ce la spiega?AirHelp segue tutta la procedura di reclamo per ottenere un risarcimento che va da un minimo di 250€ a fino 600€ in caso di volo con più di 3 ore di ritardo, volo cancellato, overbooking e negato imbarco. Importante ricordare che anche se si paga il biglietto 1€ il risarcimento è basato sulla lunghezza delle tratta e non sul prezzo del ticket. Il procedimento è semplicissimo e ci vogliono 2 minuti per verificare il proprio volo.

Avendola provata posso dire che davvero funziona, ma la curiosità, oltre che di parlare di una app utilissima realmente è della sua propensione magari ai viaggi, una delle mie passioni. Chissà che non avesse una storia di voli e città da raccontare oltre a cercare di decifrare le differenze: “Ho vissuto in Spagna durante gli studi, poi in UK per lavoro e concluso un’altra esperienza di altri 6 mesi in California a Novembre e per esser sincero la cosa che veramente manca in Italia sono le opportunità. All’estero sono stato trattato come un re, valorizzate le mie capacità e ricevute decine di offerte e contratti importanti. In Italia sei giovane fino a 40 anni, ti offrono tirocini o contratti per sfruttarti senza possibilità ed ambizioni di carriera. L’Italia è un posto meraviglioso per vivere, come si vive in Italia non si vive in nessuna parte del mondo ed è per questo che ho deciso di tornare almeno momentaneamente sperando, nel mio piccolo, di aiutare a cambiare le cose e le prospettive”.

Ora sapete come funziona e potete seguirla per un volo soppresso o un ritardo. E’ facile,  inserendo nell’app (disponibile sia per Android che per iOS) il numero del volo, oppure usando un servizio che fa la ricerca automatica delle email di conferma dei voli prenotati tra la tua posta negli ultimi nove anni, identifica quelli che hanno subito ritardi o cancellazioni e ti invia un messaggio di posta per illustrarti i rimborsi che potresti ottenere.

Per dare il via all’operazione di recupero dei soldi ci vogliono pochi minuti. E poi un po’ di pazienza. Airhelp vi informa periodicamente sullo stato della pratica. Nel giro di qualche mese, se la vostra causa rientra tra quelle previste, riavrete quanto vi spetta. Parola (anche) di Tixi.

Federico e Daniele, con Jailbreak challenge in giro per l'Europa per una buona causa

Facebook mi permette spesso di conoscere e di scrivere di storie interessanti, come quella di due ragazzi italiani, Federico Sanna e Daniele Olmeda, che studiano ingegneria a Londra, all’imperial college.

Federico e Daniele hanno accettato una sfida, il Jailbreak Challenge, organizzata dalla Rise and Give della loro università, che li spingerà in trentasei ore ad arrivare più lontano possibile da Londra senza soldi. 

“Il nostro obbiettivo è raccoglier soldi per beneficenza per diversi progetti, abbiam trovato 60 fantastici sponsor che pagheranno per ogni miglio che percorremo, e ora cerchiam di andar verso sud. Attualmente siamo su un aereo per Malaga, in Spagna, ma non abbiam tanti piani oltre ad arrivare lì. Cerchiamo qualcuno che ci possa dare una mano per la nostra avventura, ci servite!”

Come fare? Donazione sul sito, oppure seguire la loro avventura (così da aiutarli in tal caso arrivassimo in qualche città dove potrebbe conoscere qualcuno) o sponsorizzare il viaggio, e donare per ogni miglio che facciamo.

Per aiutarli

https://mydonate.bt.com/fundraisers/danieleolmeda1?View%20your%20page=View%20your%20page

Amsterdam, secondo atto

Amsterdam, secondo atto. Solo per un giorno. La leggerezza di poter prendere una bici e gigioneggiare tra le strade e fermarsi quando c’è qualcosa di curioso, anche un semplice e forse inutile tramonto.

Non pensavo ad Amsterdam fino a ieri, poi fedele ai miei cambi di programma repentini si è materializzata in poche ore, curiosamente per le strade di Anversa.

Saltellare in mezza Europa per farsi accarezzare da luoghi e culture diverse, incontrare e parlare con sconosciuti, disseminare tutto ciò che è familiare e noto, ripartire prima della noia, questo è il senso di tutto, poco importa se non ho ancora pranzato e domani notte rientro.

Ho bisogno sempre più di me stesso e di non cadere nella trappola della rabbia, invischiato dalla quotidianità e dalla provincia.
La guerra è lontana. Viva il viaggio! Viva la vita!

Droga per l’anima

C’è un momento bellissimo di ogni mio viaggio ed è quando viene sera. Le strade si svuotano, le luci si accendono, le finestre si colorano, i rumori si distinguono e i profumi di cucina sono nell’aria. Ecco una risata lontana, una catena di bici, un paio di tacchi di donna, li sento.
Nel nord Europa la sera arriva presto, regala un’atmosfera di racconto fiabesco regalando tutte le mancanze e le nostalgie. E’ poesia, è droga per l’anima… amo tutto questo!