Esterno giorno: Via Roma. Tixi camicia bianca e pantalone beige. Occhialino figo e lotta infinita col ciuffo.
Bastano due o tre telefonate e la tua giornata da “un tranquillo venerdì” diventa “unu casinu”.
Via Roma: caos, fatture da rifare, cifre sbagliate. Penso a quanto vorrei una segretaria, eppure meglio che ci siano problemi di abbondanza, significa che si lavora. La crisi non fa paura.
Insomma, ti fermi come faccio io che spesso vado in osservazione sociale, non disturbatemi, lasciatemi a scrivere e pensare, hai tempo per un caffè al Roma mentre i tuoi fogli svolazzano, ascoltando le chiacchiere della gente, i pensionati e i perdigiorno, e poi i turisti con quelle due ruote che si chiamano sighway (si scrive diaicci?).
Due tipi di mezza età davanti a un caffè e unione rievocano il passato “oggi ci sono solo minchie, non uomini veri”.
Un altro urla al telefono “ascolta, ascolta parla con Tonello” e quel babbo tatuato va in farmacia col figlio “è qualcosa che aveva mangiato”.
Ragazzi in tenuta d’ordinanza manco fossero cloni (bermuda in jeans strettissimo con risvoltino, gamba depilata e taglio all’ultima moda) che entrano a comprare roba Armani e Calvin Klein e monetine messe male richieste da tipe con bicchiere di cocacola taglia XL del Mc Donald’s.
Pezzi di discorsi che comporrebbero un puzzle di storie interessanti.
E poi ancora: turisti arrossati, politici trombati, vecchie mignotte diventate nonne e portaborse sudati dalle loro camicie che aspettano sughi di pasta in osterie della Marina.
Gli unici sorrisi luccicanti incorniciati in volti rilassati arrivano dai ragazzi africani.
Strano ma vero.