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L’organic house, il genere musicale e la mia strada da DJ

Ho passato il periodo del covid come tanti di voi con estrema difficoltà e disagio e la musica è stata una piccola ancora di salvezza.

Ho ascoltato tantissimi pezzi, ho perlustrato playlist, generi e ambienti nuovi, ho iniziato a mettere in discussione, più che in passato, tutte le mie sicurezze musicali.

Un percorso di svolta che cominciò già al Peek-a-boo nel 2014 quando proposi una playlist completamente nuova. Un funky melodico che poi venne riproposto nel 2017 e 2018 sposandosi perfettamente con il locale.

Il covid è stata un’epifania: da una parte il mondo si fermava, dall’altra qualcosa dentro di me si muoveva. Una sensibilità, la mia, che in questi anni è mutata per la musica e per il mestiere da DJ, ma principalmente per tutto quello che mi circonda. Ed è apparsa una parola che oggi, da quasi tre anni, connota i miei djset. Se la traduci vuol dire “casa organica” o “casa biologica”. Fa un po’ ridere. In realtà la chiave è ascoltarla bene, senza pregiudizi, per capire perché si chiami così: organic o melodic house.

Galeotto fu un fine settimana in Costa Smeralda quando la mia colonna sonora per l’intero viaggi fu la dj e Producer Nora En Pure. Da quel momento scattò la molla.

Galeotto fu (ri)avvicinarmi al pianoforte, stavolta non più ad orecchio come da piccolo, ma studiato con l’umiltà di chi ha troppo da imparare ma non vuole perdere più tempo (grazie maestro Luca Murgia).

Tutto è poi diventato il mio genere musicale di punta di questa mia vita artistica post Covid, che ha trovato anche una casa dove esprimerla, una geniale coincidenza: è iniziata la collaborazione con il Bacan, un bellissimo locale di Cagliari, in Sardegna. E questa coincidenza è diventata il djset del sunset, eventi chiamati dall’amico Marco nella comunicazione “seguendo il sole”. Perché la musica, per come l’abbiamo vissuta e pensata, deve accompagnare il dolce declinare del sole sui monti di Capoterra e dev’essere esperienza e sensazione che si sposa con il luogo e il tempo.

E poi c’è una filosofia che mi accompagna: fare qualcosa che faccia star bene gli altri. Che sia la scrittura o la musica. Che si collega con la mia necessità di riavvicinarmi allo studio da adulto della filosofia, alla pratica meditativa e alla scoperta di nuovi mondi, il Medio Oriente, l’Africa, l’Estremo Oriente, l’Asia. Terreni nuovi e fertili.

Così nei djset ho proposto un suono deep più morbido, etnico e sofisticato.

Un genere che trova la sua perfetta espressione d’estate e quando c’è ancora il sole, in riva al mare, contaminandosi e sposandosi con altri influssi, utilizzando percussioni e strumenti (tradizionali se possibile) in maniera mirata ed effetti morbidi e tenendo i bpm entro i 125.

La musica respira, la cassa, come il basso, non sono mai invasive.

E’ un genere che si balla, mi chiedono spesso? Dipende. Sicuramente trasporta. Contro la frenesia e lo sproloquio della musica moderna è una bella opportunità. Forse è figlia anche di questi tempi. Anzi, certamente. Combattiamo con lo stress e la preoccupazione, la paura di non farcela e un mondo diventato sempre più cinico e caotico.

L’organic house è un toccasana, il respiro profondo, la carezza rassicurante. Chissà che non diventi qualcosa di più di un genere per pochi.

Ci vediamo in giro, le serate da DJ a luglio e agosto

Ci vediamo in giro, con la musica!

29.7 Bacan (Cagliari)

31.7 Sunshine Rey (Costa Rei)

4.8 Festixi

5.8 Bacan (Cagliari)

6.8 Nora Summer Festival (Pula)

8.8 NOMÀD (Pula)

10.8 Festixi

11.8 Maiori Villasimius (Villasimius)

12.8 Bacàn (Cagliari)

13.8 Bacan (Cagliari)

14.8 Club Nautico Chia (Chia)

15.8 Banksy Cafè (Pula)

16.8 Festixi

17.8 Nomad (Pula)

18.8 Le Terrazze Di Calamosca (Cagliari)

19.8 Bacan (Cagliari)

20.8 Bacan (Cagliari)

21.8 Nomad (Pula)

(In aggiornamento)

Serate di Tixi nel weekend del 25 aprile!

Sarà un weekend lungo per la Liberazione in consolle tra Bosa, Cagliari e Costa Rei.

Una di quelle parentesi bellissime di serate in giro da Dj che mi vedranno macinare chilometri e incontrare tanti bei luoghi e persone, con il filo conduttore della musica.

Sabato 23 aprile sarò dj del Bosa Beer Fest con Radio Sintony: è stato allestito un palco/consolle pazzesco (floating stage) in mezzo al fiume Temo da cui i dj faranno partire la musica che inonderà le due sponde attrezzate con altri punti audio e megaschermi. Una discoteca all’aperto che secondo le previsioni farà ballare più di diecimila persone. Ospiti speciali i DJ Prezioso e Fargetta di Radio Deejay!

Radio Sintony seguirà in diretta tutto l’evento con interventi live, interviste e uno stand sotto il Ponte vecchio di Bosa.

Domenica 24 aprile sarò DJ dal pomeriggio al tramonto al Bacan di Cagliari: house music, aperitivo e il lento declinare del sole fino al tramonto nell’appuntamento intitolato “seguendo il sole”!

Lunedì 25 aprile doppio impegno: sulla costa orientale insieme a tanti altri amici e colleghi Dj, al Sunshine Rey di Costa Rei per il memorial dedicato all’amico dj Ale Massessi scomparso qualche mese fa in un incidente. Ospite speciale della giornata Cristian Marchi accompagnato da Alex The Voice. La musica per riunirci e per tenere viva la memoria del nostro amico Ale Massessi!

La sera di lunedì 25 ancora a Bosa per la chiusura del Bosa Beer Festival, sempre con Radko Sintony.

Vi aspetto!

Ritorno al pianoforte!

La buona notizia di questi giorni è stato ritrovare il mio maestro Luca il suo bel pianoforte dove ci esercitiamo ogni settimana.

Imparare a suonare uno strumento è come iniziare a studiare una lingua nuova: può sembrare dura all’inizio, incomprensibile e faticosa. Però una volta che si cominciano a riprodurre le prime note la soddisfazione e i benefici sono tanti. E’ come avere un nuovo mezzo che ci permette di esprimerci in un modo nuovo, attraverso la melodia.

Non è stato un periodo facile per lui, me lo ha raccontato. Le sue lezioni mi mancavano, come i suoi consigli e i nostri confronti sulla musica e le scelte dei vari compositori. Il grande lavoro che stiamo facendo assieme, grazie alla sua pazienza, ci porterà lontano. Ne son certo!

E poi accadono cose bellissime quando cominci a studiare musica. Leggerla aiuta a migliorare la capacità ragionativa e la concentrazione.  Suonare porta con facilità ad aprirsi agli altri per condividere le proprie scoperte ed il proprio suono. Ma prima di tutto promuove l’autodisciplina. E poi quanta fiducia in sé stessi quando cominciamo a manovrare lo strumento e capirne i segreti.

Mi ha stupito che siano crollate due certezze (stupide) che avevo: che gli artisti non seguissero troppe regole e che le regole non fossero in aiuto della creatività. Invece, no, le regole aiutano essere creativi: rimescolare gli ingredienti a disposizione significa avere la possibilità di fare qualcosa di bello e nuovo!

In ultimo, specie in questi tempi, un bel contenitore allo stress. Quando suoni hai bisogno di essere concentrato. Non devi pensare ad altro. Per questo dopo un po’ le preoccupazioni sono dimenticate e rimani solo tu e quello che stai suonando. Si sospendente il normale flusso della tua vita e allo stesso tempo inizi a esprimere con sincerità le tue emozioni.

Grazie Luca!

Il DJGrinch Tixi e il suo pick-up magico salutano Cagliari!

Stanchi ma felici! Giovedì scorso 6 gennaio, con la tradizionale giornata dell’Epifania, abbiamo finito il tour del del DJ Grinch a bordo del Pick-up straluccicante per le strade di Cagliari nell’ambito delle Manifestazioni del Natale promosse dall’Amministrazione Comunale.

Il Grinch, l’anti-Babbo Natale, quello strano personaggio con la pelle verde e gli occhi cattivi che odia il Natale e cerca di ucciderlo a tutti i costi. A Cagliari ci han chiamato per allietare il Natale e i primi giorni dell’anno nelle fattezze di un Grinch in versione DJ a bordo di un Pick-Up americano vecchio stile, ammodernato e riadattato all’occorrenza. Un evento itinerante non per guastare le feste, ma per allietarle!

Dietro le quinte gli amici della società di produzione di eventi Spazio Kaos, con la direzione artistica del sottoscritto Nick Tixi.

Siamo partiti mercoledì 22 dicembre sotto il Bastione tra la curiosità della gente, accompagnando la città per le feste in luoghi diversi a varie ore, dal centro  a piazza Italia a Pirri, passando per Piazza Galilei, Piazza Gramsci, Piazza Costituzione, Piazza Garibaldi e il Porto.

Il DJ Grinch e il suo Pick-up magico hanno così dato vita a un DJ set itinerante dall’esagerato impatto energetico, a propulsione esclusivamente umana, spaziando dalla dance al funky, dal pop al rock fino ai classicissimi di Natale a rotazione. La colonna sonora perfetta per la voglia di stare insieme e godersi le feste.

Il Grinch ora va in ferie… chissà che non riaccada qualcosa a breve. State connessi!

 

 

Tixi su Radio Sintony con l’Isola che balla!

Da stanotte torno su Radio Sintony con una trasmissione in un cui racconterò il mondo della notte e della musica, con storie, curiosità e un Dj ospite a settimana… racconterò quel che succede tra club e discoteche!
Cominciamo questo weekend con Luigi Carbini apprezzatissimo dj del Nord Sardegna.
Il format è prodotto grazie a Luca Frau della Phonofarms.
Ci sentiamo ogni venerdì e sabato dall’una in poi!

 

Un giorno a Siviglia

Un giorno a Siviglia. Dal Portogallo alla Spagna cambia tutto e siamo a un’ora di auto. Lingua, sensazioni, anima.
Siviglia è sempre bellissima! Mi stupisco ogni volta che ci passo.
Una frase di Antonio Gala recita che recita :” Il male non è che i sivigliani pensano che hanno la città più bella del mondo… il peggio è che può essere che hanno ragione”. La capitale andalusa ha veramente un “colore” speciale.
Certo ci sono città nel mondo anche più belle, ma quel che rende preziosa Siviglia è sicuramente il sole, il caldo e la gente.
E mi son bastate poche ore per riannodare ricordi. Sembra sia sempre il momento di una “Cervecita”, i bar sono frequentatissimi sempre, c’è rumore, movimento, dinamismo.
Il centro storico è enorme. C’è la cattedrale gotica più grande del mondo che non capisci mai da dove fotografare, di fianco c’è la Giralda (simbolo della città) e l’Alcazar reale (una fortezza araba costruita durante la dominazione araba in città), poco più in la c’è l’Archivio delle Indie, altro punto di interesse in città.
E poi i profumi: d’azahar (il profumo dei fiori di arancio) oppure d’incenso.

Le luci della sera, la campana della metro che passa tra vie piene di gente, il primo fresco che fa l’occhiolino con educazione all’inverno, i monumenti che si stagliano davanti, i camerieri che preparano le tapas in bar affollati fino a tardi, il rumore di un flamenco che si perde nell’aria.
Sono qui, in una città bellissima e vedo uno spoiler di Natale con il fumo che sale dai venditori di castagne e i mercatini già aperti. Sono qui, perduto e ritrovati, a chiedermi sempre perché debba partire ma poi voler tornare a casa. Per aver una scusa per ripartire domani.
“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi”

Ma ora son stanco, un pochino di siesta e poi si riparte!

Siviglia… e poi?

Svegliarsi in un’altra città, l’anima ringrazia.
Il volo Cagliari-Sivilla lo faccio vicino a una rumorosa famiglia di paese. Il terrore dei bimbi al decollo, il padre che provava a rassicurarli, le chiacchiere ad altra voce e i movimenti sui sedili. Una ragazzina seduta vicina a me con gli occhi tristi, ripresa al decollo dai genitori per non usare le cuffie e stare attenta alle procedure d’imbarco. Tiene quello sguardo triste per tutte le due ore, chiede di andare in bagno allo steward poi, non si sa perchè, rinuncia.
Fuori è buio, poco da fotografare. Le Airpods 2 mi isolano dal caos e dagli annunci di panini, bevande calde e fredde, lotterie e gratta e vinci. La famiglia vicino a me ulula. Con uno sguardo fulmino i bimbi e il papà che per l’ennesima volta sbattono sul sedile. Faccio la parte del cattivo, come mai accade. La ragazzina vicino mi guarda e quasi si vergogna. Sembra volermi dire, hai visto con chi cavolo devo viaggiare? Almeno tu sei solo.

Arriverò tardi e questo mi mette ansia. Ho sempre paura che non ci sia nessuno in albergo, ma poi penso che sarebbe bello vagare la notte in cerca di alloggio. Ho preso treni notturni e dormito in stazioni ed aeroporti, dov’è il guaio? Solo vincere la pigrizia e la paura.
Prendere un aereo significa risolvere nodi. Parole che non arrivano, progetti a metà, frasi che non ci piacciono. O finire libri che ti accompagnano lenti per settimane in cui trovi la tua vita tra le righe. Come la Simmetria dei desideri, consigliato da Valeria, collega del corso di scrittura Baskerville. Alla fine non ci siamo mai visti ma la sento più vicina di persone che vedo sempre. Quando arriva il momento di definire una persona amica? Me lo chiedo sempre. Quale episodio lo scatena.

22:55 le prime luci di Siviglia dall’aereo. Aspetto che l’allegra brigata scenda. Infilo le cuffie, modalità isolamento e continuo a leggere qualche minuto. Mancano dieci pagine alla fine del libro. Vorrei continuare ma capisco che tenere il kindle sulla pista non è il massimo. L’aereo parcheggia lontano, c’è da fare un po’ di strada a piedi. I voli che arrivano o vanno a Cagliari sembrano sempre nascosti e periferici nelle logiche aeroportuali. Come a dire: siamo gli ultimi.
Bienvenidos a Sevilla. Un giocatore di cui non ricordo il nome con una coppa mi strappa un sorriso. Cominciano i paragoni: quando arrivo a Cagliari pubblicità locali e autocelebrazioni miste. Due palle, ma solo per me che le vedo sempre. Immagino i turisti come si emozionino per quello spoiler di immagini e compra sardo che è buono e sano.
La fermata del bus è a due passi. Ci vogliono 40 minuti per arrivare in Plaza de Armas, e con meno di dieci minuti di cammino sarò all’alloggio.
Cerco dove fare i biglietti, trovo la macchinetta, selezionando la lingua spagnolo per togliere ruggine alla mia mediocre conoscenza. Infilo con fiducia la banconota da 5 euro, arriva il resto ma del biglietto nessuna traccia. Provo e riprovo ma il display si è già aggiornato alla pagina principale. Sconfitto, vado sull’altra macchina e riesco a stampare. Comincio il viaggio a -4 euro e mi prometto di riscrivere alla compagnia di trasporti Tussam e magari, come in passato, aver risposta positiva e poter riferire a tutti come a Siviglia e in giro del mondo il servizio clienti è efficiente. E mi metto per 4 euro? Questione di principio!
Tra venti minuti arriva il bus. La fermata si affolla e il mezzo si riempie all’inverosimile. Prendo il posto comodo dietro l’autista.
INDOSSARE LA MASCHERINA E EVITARE DI PARLARE PER MOTIVI DI SALUTE. Rido e non sono l’unico.

Siviglia è vuota. Rivedo in notturna luoghi e strade che ho già percorso, il canale Alfonso XIII, la Torre dell’Oro, la Plaza de Toros.
Scendo all’ultima fermata, Plaza de Armas, la grande stazione dei bus. Mi accorgo che nel display c’era scritto COMPLETO, SCUSATE. Mi sorprende quella parola cortese scritta in lettere digitali.
Alla stazione ci son persone sedute in attesa delle prime partenze del mattino. Qualcuno dorme, qualche altro legge. Un uomo chiede indicazioni per Cordova.
Bastano dieci minuti per arrivare al bnb Naranjo, in completa solitudine. Una vecchia pensione con un’insegna franchista, i bar con le sedie riordinate, un fast food dove gli addetti stanno facendo le pulizie e servono l’ultimo panino.
Il mio alloggio sta nel Casco Antico, il centro storico, dentro un dedalo di stradine illuminate, pulite e costeggiate da bei palazzi chiari, ravvivati dalla luce giallognola delle lampade, con ingressi con stile arabeggiante. Il rumore dei miei passi rompe il silenzio perfetto della notte andalusa. Nessuna movida, nessun bar che tira tardi.
C’è un ragazzo sui trent’anni ad accogliermi. “La stanza sta al terzo piano, ti ho dato una matrimoniale, l’unica cosa è che non abbiamo ascensore”. Nessun problema. Gli interni sono retrò, quadri terrificanti, sedie polverose, arazzi di dubbio valore, tutto è la rappresentazione degli alberghi che amo, quelli un po’ raffazzonati – solite prese attaccate a vanvera e collegamenti casuali – ma che mi illudono che il tempo non sia passato. Magia a confronto di anonimi hotel di lusso che potresti trovare in qualsiasi città e non ti raccontano niente.
La stanza non è molto spaziosa. C’è pure il bidet, e questo mi strappa un sorriso. Mi chiedo come mai, non ho voglia di approfondire questa curiosa novità.
Vorrei dormire, ho la sveglia alle sette e mezza, ci riesco a tratti: una malefica spia del televisore mi tiene sveglio. Non ho la forza di prendermi la benda per gli occhi, mi rintanano nelle coperte. La spia azzurra continua a infastidirmi. Prima o poi scriverò un trattato sulla mancanza di buio nelle stanze d’albergo.
La mattina anticipo la sveglia. L’ansia di perdere l’autobus mi dà questo effetto ansiogeno. Scendo veloce con il solito anticipo esagerato, la stazione sta a mezz’ora di camminata. Controllo e ricontrollo il biglietto: strano che il bus non parta da Plaza de Armas. Le ricerche su google confermano: parte da Santa Justa. Metto Google maps e calcolo i tempi e come incastrare la colazione, quasi fossi in ritardo. Mi stresso inutilmente pensando di farla non appena mancheranno meno di dieci minuti.
Siviglia si sta risvegliando: fa freddo, si affollano i primi caffè, le luci del sole danno altra dignità ai palazzi del centro storico, un profumo passeggero di shisha, i ragazzi infreddoliti che vanno a scuola e i pullman che cominciano a ingoiare e vomitare gente. Ogni volta il Metropol Parasol mi fa pensare a un grande waffle. Questa bizzarra costruzione di colossali dimensioni, è la più grande in legno al mondo. Inserita nel contesto urbano rompe la narrazione.
La camminata prosegue contando con quanto anticipo arriverò. Rivedo strade e bar che ho già frequentato in passato.
Mancano 8 minuti, dopo aver saltato più bar, decido che questo sarà il mio. Si chiama Siete Villas e il banconiere, con una camicia bianca e pochi capelli sui lati, mi saluta con un raggiante “bon dia” e una frase che penso voglia dire “cosa posso prepararle?”. Io ho già il copione: cappuccino, zumo de naranja e pan y tomate. Passano tre giri d’orologio e la mia colazione sul tavolo. Scrivo qualcosa. In tv le notizie del mattino girano con la possibile riforma delle imposte sui redditi. O così mi sembra. Perchè son capace di prendere granchi colossali quando traduco. Il pane soffice e riscaldato con il pomodoro è una gioia semplice che mi fa ritrovare la mia Spagna. Cerco il bagno per potermi lavare i denti. La mia lotta quotidiana con l’apparecchio è cominciata: lo spazzolino elettrico va a tratti. Mi chiedo se sia colpa della pressione che faccio sui denti o delle batterie scariche. Mi ricorda quando faccio benzina e la pompa si blocca, forse perché va a contatto con il carburante e allora si innesta questa strategia di sicurezza. Pago 4 euro e mi sembra un prezzo assolutamente onesto.
Quando esco dal bar, l’aria si è fatta meno fresca. Allora inizio a connettere che il viaggio è iniziato, leggerezza e sentirsi sempre a casa, ovunque sia. Ma anche un’altra sensazione: di esserci da molto più che poche ore. Vi è mai successo?

Arrivo alla stazione di Santa Justa. Vedo un bus solitario dell’Alsa. Mi chiedo se sia proprio quello il mio. Ricontrollo ancora. Cerco qualche gruppo di discussione sulla fermata. A destra dell’uscita della stazione. Qualche minuto e si materializza l’autista. Accende il motore e apre il bagaglio. Mostro il biglietto, mi risponde “Nicola!”e con l’ennesimo sorriso gratis mi ricorda che sono al posto 18. Mi disorienta trovare persone comunicative, vorrei uscire dal mio spagnolo elementare e cogliere le sfumature delle chiacchierate. Sono rassicurato: è il pullman giusto. Ho preso tante volte l’Alsa girando per la Spagna e mi son innamorato dei pullman. Puliti, efficienti e con costi umani. Anche questo lo è. Per chiudere il capitolo gaffe il pullman, dopo la partenza, torna in Plaza de Armas, a due passi dal bnb, dove fa un’altra fermata. Mi sarei risparmiato mezz’ora di camminata, ma va bene. Non mi sarei goduto Siviglia di mattina. Gaffe, errori, controsensi.
Il viaggio è anche questo. Arrivederci Siviglia. Prossima destinazione…

Progetto di scrittura a Cagliari con gli ospiti di Agape Sardegna

Ora si parte davvero!
Con Agape Sardegna e grazie al Comune di Cagliari cominciamo il progetto di scrittura per gli ospiti delle residenze Vita indipendente. Raccontare la città attraverso gli occhi delle persone con fragilità.
Ho sempre pensato che sia imporrante mettere a disposizione le proprie passioni per le persone.
Anche stavolta è possibile, sarà bellissimo!
Grazie Annalisa Mascia e Riccardo Moi per la fiducia e il supporto.

In piazza con #Ioapro

“Senza lavoro non c’è futuro, senza comunità non andiamo avanti”.
Sono intervenuto oggi sul palco della manifestazione #Ioapro per portare tutta la mia solidarietà personale al mondo delle imprese, dello sport, della cultura, della ristorazione e dell’intrattenimento, alle imprese e persone che oggi non stanno lavorando.

(Grazie per la foto Sonia Carta)

Ecco tutto il video dell’intervento

https://www.instagram.com/tv/CNzqlhGIOAQ/?igshid=6rytnh62q9gp