Cancello ogni traccia di italianità possibile e mi immergo sempre più nella realtà di Istanbul. Ci sono da tre giorni ma pare un’eternità, eppure non ho visto nulla. Freddo cane, salgo sulla torre di Galata e mi godo l’immenso panorama di una città senza fine dal bar in alto, col classico çay.
Sono le due e quaranta, tra poco anche la luce se ne andrà, ho mangiato prima un super kebab avvolto da un sottilissimo pane arabo. Stamattina mi sono immerso nell’enorme bazar di Istanbul, un dedalo di negozietti e botteghe dagli infiniti colori e aromi. Ora sto riscendendo da Taksmin al Bosforo.
L’Italia in questi momenti sembra quasi non esistere tanto sei immerso in una realtà così diversa. Poi attiva Eros Ramazzotti in radio in questo bar e tutto torna… fuoco nel fuoco.