Spesso è meraviglioso decidere di visitare i luoghi della nostra infanzia. Sono gite e viaggi in cui cerchiamo di far riaffiorare ricordi e sensazioni bellissime e riportare la mente indietro a quei tempi, come col tasto review di un vecchio videoregistratore, ripensando a come stavi, con chi eri e cosa facevi.
Luoghi che dopo esser stati parte della tua vita per un’estate o per qualche altro motivo rivedi dopo tanto tempo.
Così è stata la mia giornata a Santa Margherita di una settimana fa, ospitato dall’amico Maurizio, che credo sia un eterno studente Erasmus incazzato come me per il mondo che ci circonda. Tempi cambiati, volti pure. Ho rivisto tanti visi e come sempre ho avuto difficoltà a riconoscere qualcuno dopo 14 anni. Uno dei miei grossi crucci.
Ho sempre tifato west coast! Santa Margherita è stata per me sinonimo di estate, di notti in spiaggia, di amori e di infanzia e adolescenza. Uno dei primi bellissimi amori della mia vita ma anche, anni prima, la casa degli zii a Stella marina, viale del Nettuno, ora venduta.
Parliamo dei primi anni 80, ai juke box c’era Raf con Self Control e ricordo ancora una storica puntura di un’aragna, le sere al campetto, il profumo di quella dolce crema solare al cocco di quei tempi (esisterà ancora?), i miei cugini, mio fratello con la prima vespa, le biciclette e le gambe sbucciate, i vicini che ci facevano giocare ai videogames Atari (pagando), e poi caldo, zanzare e pinoli.
Viale delle Sirene è una storia più recente, metà anni 90, le vacanze da universitario senza i miei, il Crocodile, la nostra capannina, l’aquilone di Massimo Melis che apriva tutti i giorni domenica compresa, i tornei di beach volley in spiaggia, le feste di ferragosto quando cominciavo a fare il dj, l’ospitalità di casa Podda e dei Siddi, il gruppo di amici e amiche che si era creato quei tempi e le decine di conoscenze fatte.
Storie diversissime in cui mi sentivo un po’ animatore un po’ ospite. Non sono mancate le notti in spiaggia o in auto, a quei tempi la mia sgangherata Clio diventata casa viaggiante quando non avevo un letto 😉
Rivedere questi luoghi è sempre emozionante anche se è difficile raccontarsi oltre dieci anni di vita in qualche oretta. Ti dicono che non sei cambiato ma non ci credi, oppure ti illudi che sia così e ringrazi per la comprensione.
Siamo cambiati eccome. L’unica cosa che non è cambiata è quel mare e quella spiaggia che riconoscerei fra mille.
Una giornata diversa, per riconquistare il tempo e i ricordi, come quando si prende una conchiglia e si vuol sentire il rumore del mare.
Resta il solito commiato simil-aeroportuale che fai con tutti quel “ci sentiamo” anche se l’appuntamento sarà tra altri dieci anni.