Cinque ore di lezione in aula potrebbero sembrare un impegno notevole, Read More
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Giovani che partono
Gilet di pelle
Strada di Milano, un uomo urla e bestemmia. Sembra un personaggio di una canzone di Liga, con la 127 supersport parcheggiata all’angolo.
Gilet di pelle, basettoni, capelli lunghi che malcelano una vistosa calvizie, scarpe a punta di ferro e rayban.
Forte cadenza da confine lombardo svizzero
“Tutta colpa di quelli uomini con la divisa, porco *io, io lavoro e loro non fanno un cazzo, porteteli qui, voglio i carabinieriii!”
Sembra pronto a fare una pazzia. Vaga per la strada.
Da lontano una donna, vestita con un modesto abito da casalinga, senza trucco, si avvicina.
Lo chiama. “Roberto, roberto!”
Lui si gira, e come per incanto smette di inveire.
Tutta la strada è al balcone, pensa al peggio. Che succederà ora?
Un momento di silenzio interminabile.
Lei ha il potere di farlo calmare. L’aspetta. Si avvicina. Lei lo abbraccia, sussurra qualcosa di indecifrabile e lui ricambia stringendola forte. Piangono. Piangono insieme. In mezzo alla strada, alla luce dei lampioni.
Dai balconi sembra quasi partire un applauso che per rispetto resta silenzioso. E forse anche questa luna padana lassù si commuove, un po’ come è successo a me, ora.
Tutto in 24h
Se in otto ore riesci a fare una cena con i compagni delle elementari, una serata al Lido nonostante il tuo mac si riscaldi e faccia i capricci, abbracciare e farti cazziare da tua madre (“ma non puoi fare queste cose, ma non sei stanco, ma quando ti riposi”), dormire quel pochino che serve e poi trovarti all’aeroporto prima di una giornata campale per la tua vita ancora con fiducia in te stesso e nei tuoi mezzi ed errori, allora qualcosa di bello può accadere sempre. E questo anche grazie alle persone che ti vogliono bene, agli amici di vecchia data che si materializzano agli imbarchi (vero Giacomo Lorrai) o quelli che ti sorridono quando arrivi a cagliari (Paolo Melis è per te) e che in fondo capiscono chi sei e tutto il tuo incasinamento ma ti spronano sempre.
Barcelona Beach Festival
È tutto bellissimo nella tradizione degli eventi organizzati a Barcellona dove tutto è curato nei minimi dettagli.
Kygo apre lento, Axwell+Ingrosso da applausi, mattatori e fantasiosi, una spanna sopra tutti, Garrix fenomeno quando dà spazio alle melodie, Armin scazzotta di brutto e mette la quarta. Tra poco Dimitri Vegas&LikeMike e Hardwell… Non è roba per deboli di cuore tipo il sottoscritto che arriva in ritardo, poi perde pass e il telefono (lasciato al bar e subito ritrovato). Ma alla fine NE E’ VALSA LA PENA ❤️
Tranquillità e spensieratezza
Del Sulcis mi stupisce la lentezza e la tranquillità che trasmette la gente, quel senso di perduto e di solitudine che ti infonde. Quel semplice modo di vivere, spensierato e leggero, che avverto, lontanissimo da tensioni e ossessioni.
Le cose sono due, o son bravi attori o hanno scoperto il segreto per sopravvivere alla crisi
I processi ai tempi di Facebook
E’ di ieri la notizia della bambina dimenticata in auto e salvata dalla polizia: anzichè giudicare come sempre facciamo e liquidare tutto alla disattenzione e poca maturità riflettiamo sui tempi veloci e complicati in cui siamo incastrati. E pensiamo che siamo tutti prigionieri di questo sistema che per sopravvivere, riuscire a pagare tasse e bollette e farci quadrare i conti, ci ha portato al rischio di compiere sempre errori anche gravi. Certo, sarebbe bello stare su una casetta in Canada e guardare il mondo senza dover muovere dito, lasciando che il tempo passi e senza farci sfiorare dal resto. Bellissimo. Anche io punto a questo. La realtà è diversa ed è figlia dei tempi.
Ma questo discorso a chi ha una vita certa e sicura, progettata e senza mai problemi, confezionata come un pacco regalo, non quadrerà mai: si fermerà allo sterile giudizio, buono o cattivo, giusto o sbagliato, colpevole o innocente.
Doddore
Non ho mai pensato che Doddore potesse incidere su equilibri politici né far sul serio e forse, anzi sicuramente, ha incasinato ulteriormente la causa indipendentista già incapace di far fronte comune e spesso uscire dall’angolo e trovare quella credibilità e forza necessaria per poter avere seguito.
Era un simpaticone, il parente che incontrarvi nei pranzi in paese, il vicino di casa, l’uomo che potevi incontrare al bar o all’edicola e che ti parlava di politica per ore e ore. Aveva un piglio e una parlata che poteva solo strapparti un sorriso e ora una nostalgia. Era sardo più di tanti. Per me non sarà un eroe, come molti lo stanno esaltando, forse per cercare un po’ di rendita politica e di seguire la scia modaiola indipendentista.
Resta un dubbio che ogni uomo libero e dovrebbe porsi perché c’é di mezzo la libertà di pensiero e parola che a molti sfugge quando si parla di “altri pensieri e idee” rispetto ai propri e oggi è messa in gioco più di quanto si pensi: quanto l’azione politica di Doddore ha influito sulle sue “altre” vicissitudini giudiziarie?
Quanto siamo liberi di esprimere idee e posizioni che mettano in dubbio il paese in cui viviamo e i suoi equilibri?
Già rischiamo l’esclusione sociale quando ci poniamo “diversamente” rispetto alla massa, quando proviamo a non seguire la scia, ad essere noi e solo noi a vivere e pensare, quando non accettiamo certi schemi sociali e comportamentali.
Libertà di scelta
Il fine vita è da anni per me la scelta matura e consapevole di ognuno e non l’accanimento terapeutico.
La vicenda di Charlie, purtroppo, e il dolore dei genitori che (giustamente) provano ogni tentativo e non si arrendono a quello che sembra un destino scritto ha messo precarietà nelle mie convinzioni e mi ha insegnato che non può esserci idea, giudizio e posizione valevole comunque e per sempre, specie quando si parla di persone e affetti.
Istintivamente evito chi ha una ricetta e una soluzione per tutto, ed io stesso tendo a rivedere tanto, la complessità del mondo in cui viviamo non va letta e compresa con i semplicismi e le barricate.
Come sparare sulla croce rossa
Manifestare contro altri uomini è penoso e vile anziché manifestare contro chi ha permesso tutto questo e chi, in tutti questi decenni, ha reso la nostra isola un paradiso di povertà e sottosviluppo, e ha portato precarietà e disagio nella vita dei sardi, me compreso.
Non mi pare siano i migranti i colpevoli – o vi prego illuminatemi – dello sfascio, dei trasporti vergognosi, delle vertenze lavorative, dei numeri dei disoccupati, dei buchi di bilancio, del sottosviluppo delle zone rurali, dei bassi livelli di scolarizzazione, ma una certa classe politica e dirigenziale che non viene votata e sostenuta da marziani ma sempre da sardi.
Certi passaggi e ragionamenti sfuggono, presi dall’ansia di sparare sul bersaglio più semplice, ci vuole poco e non ci rende grandi uomini.
In me provoca una grande amarezza, più che rabbia, leggere certe parole d’odio, specie se a scriverle sono padri e madri l persone a cui è richiesta una dose di buon senso.
Felice di pensarla diversamente e non arrendermi alla superficialità dei giudizi e magari far ragionare qualche contatto un po’ …”distratto”