Ti guardano, ti riconoscono, ti salutano, ti abbracciano, come se non fosse mai passato troppo tempo dalla prima volta che li hai fatti ballare, come se quel sottile filo grazie alla musica non si fosse mai staccato.
Fare il DJ è una cosa meravigliosa.
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Ultima notte a Copenaghen
Ultima notte danese. Mi siedo su un gradino vicino alle vetrine multimarca di Strøget a Copenaghen e mi godo la gente.
Il freddo punge attraverso un venticello bastardo e mi fa dimenticare il resto, rischiara la mente e velocizza i pensieri.
Una musica elettronica in cuffia non lascia scampo: muoversi, viaggiare ora e sempre. Vivere al massimo cercando nuovi luoghi e mari, togliendosi di dosso le zavorre.
Non sembra che qui sia finita l’estate, anzi è stata un concetto inesistente qui dove si vive tra nuvole e pioggia, sto aspettando già la primavera. Tredici gradi, impensabile amisciii. Quattro giorni fa ero giù, chi se lo ricorda? Chi si ricorda le amarezze, le telefonate inattese e i voltafaccia? Il caldo da annebbiarti la mente e rincoglionirti l’anima? Mi ricordo le cose belle.
Il viaggio riordina tutto e riporta priorità, specie se con due ore di volo cambi mondo e cielo. Ci vuole.
Non ho nessuna presunzione di capire il mondo in un viaggio ma viaggio dopo viaggio magari capisco qualcosa di me stesso
(È la birra danese)
Spiaggia pulsante
A conferma che la spiaggia sia un cuore pulsante della città di Barcellona non un accessorio è quasi l’una e mezza e migliaia di giovani si riversano per giocare, ascoltar musica, bere e fumare o semplicemente sdraiarsi. Ci sono pure famiglie e bimbi. Perfino la pulizia del litorale, attraverso mezzi che filtrano la sabba e idranti, diventa un rito, la spiaggia si libera per mezz’ora, si alzano polveroni e qualcuno va sotto il potente getto a godere la frescura e farsi una doccia fuori orario. Tutto sotto gli occhi della Guardia Urbana lampeggiante e di altri giovani, tirati a lucido, che puntano veloci alle disco in riva al mare dove sono appena scaduti gli omaggi stando attenti ai ciclisti che ancora hanno energia da vendere.
Verso Atene
La solita levataccia. Mi alzo ma mi sento stranamente bene. Bicchiere di acqua e limone, Colazione con fette biscottate, marmellata e yogurt, mi bombo di farmaci come un atleta che deve vincere un record mondiale truffando visto che la pancia ieri non mi ha regalato nulla di buono. Finisco i bagagli con la solita meticolosità dell’incastro, scendo e prendo l’auto. Brina e freddo. Taglio in due la città in compagnia di fantasmi auto e il primo tre della giornata.
La radio propone ‘La leva calcistica’ di De Gregori, canto come un fesso mentre attraverso i lavori della rotonda di via Cadello pensando che tra poco qui sarà un puttanaio.
Via della Pineta, casa Maurizio, mio compagno di viaggio. Aspetto giù, il riscaldamento in auto ha raggiunto la temperatura giusta, infonde calore affettuoso mentre ripenso mentalmente se ho dimenticato qualcosa. I semafori segnano arancio. Scrivo questo post per ingannare l’attesa.
Finalmente, arriva. Tiro un sospiro di sollievo. Voliamo all’aeroporto. Elmas. Milano e poi Atene. Quattro salti in giro per l’Europa. Per sentire, per raccontare, per capire. Buongiorno anche voi.
Eccomi, serioso all’aeroporto di Bergamo.
Aria fresca
Stasera sono stanco. Maledizione: giorni da ritmi sfasati. Ho fatto poco. Vorrei tanto avere dalla mia parte il tempo come un congegno. Read More
La notte
La notte è più bella, si vive meglio, per chi fino alle 5 non conosce sbadiglio, cantava Jovanotti. Read More