Posts tagged mare

Lapidateli, ma loro sono poesia

Lapidazione mediatica: è quella che hanno subito alcuni surfisti cagliaritani che conosco, tra cui Carlo Ciabatti e Andrea Melis del Windsurfingclub Cagliari rei di aver sfidato il mare nel giorno della tempesta.

Ma tanti che continuano incessantemente a parlare di cose che non sanno, devono sempre mettere il muso sulle vite e sulle felicità altrui, hanno mai avuto una passione? Hanno mai inseguito un sogno? Hanno mai alzato gli occhi al cielo o forse guardato un orizzonte che non fosse il loro naso e la punta delle scarpe?

E poi: ragazzi e passione, ragazzi e intrepido coraggio, quale binomio riuscite a trovare più bello e poetico di questo? Quanta paura fa a chi non ha nulla di cui emozionarsi o deve comprarselo?

Io non sono uomo di mare, non so nemmeno nuotare figuratevi, amo e forse temo il mare però come forza unica e irrinunciabile della mia mediocre e semplice esistenza, lo vedo come compagno di viaggio speciale, come ascoltatore delle mie gioie e dei miei dolori, rispetto chi ha passione. Rispetto chi rischia per la propria passione. Conosco il brivido della passione e della poesia che ti porta a far pazzie, errori, a sfidare il destino e poi magari perdere tutto e ricominciare tutto da zero.

Preferisco gli appassionati. Preferisco chi rischia. Questa è la bellezza della vita, la bellezza può avere un prezzo, ecco perché, per fortuna, non è per tutti.

(foto dalla bacheca di Andrea Melis)

Corse serali

Appunti serali di #tixilife

Quando dopo una fitta giornata di lavoro la stanchezza ti prende e ti porta a sederti sul divano, col rischio di accendere quella maledetta televisione o su facebook a rincoglionirti serve una scossa: decidi di cambiare il BPM della tua vita, ritrovi un po’ di motivazione, prepari la playlist, ti cambi ed esci.

Ore 19 e un quarto: zona porto. Parcheggio e mi fa da sfondo un bellissimo tramonto. L’aria è fresca in questa sera di settembre.
Parti, i primi dieci minuti sono sempre una sfida personale. Che palle, la corsa. Le canzoni sfilano via. Arrivano quelle giuste. Arrivano le parole giuste. Buildup e poi drop! Carica! cominci a prendere ritmo e gambe e piedi rispondono “presente!”

Cagliari ti scorre come un videopromo, una cartolina animata, abbracciando il porto, le caserme, il terminal crociere, poi il lungomare, Viale Colombo, il porto di Bonaria arrivando fino alla Stadio, tra luci e colori, facce che si incrociano, profumi di mare, di sigaro, di canna, di fogna, di Mammaranca, di erba selvatica e poi ancora mare. I minuti passano e la voglia ti prende. La stanchezza paradossalmente cala.

Ringrazi il momento in cui sei uscito. Ringrazi l’aria, il mare, quel che vedi.
Ci sono gli incontri con gli altri atleti o presunti tali come te, vestiti come te con colori evidenziatore. Ci sono i ciclisti, ci sono i camminatori, le coppiette che fanno l’amore e quelle che litigano.
E poi la soddisfazione finale, mentre oramai il tramonto è diventato cielo blu notte, un coitus interruptus per aver respirato, corso, visto, ascoltato, vissuto. La stanchezza soddisfacente di un fine allenamento, che ti ristora il cervello e l’anima.

Tutto questo è la corsa, è l’attività fisica. Mezz’ora al giorno. Quindi se state boccheggiando a casa, se siete annoiati, tristi, in pensiero, incasinati, se avete bisogno come me di nuovi spunti uscite subito, completino e corsa. Trovatevi posti che vi facciano vivere la città in modo diverso.
Regalatevi una Cagliari nuova, lontana da rumori e stress, dalla folla e dagli automobilisti, quella che riesco ad amare quando sto qui, regalatevi voi stessi.

Nuovo Poetto

Fedele alla tradizione di fare al contrario sono al Poetto per la prima volta di quest’estate.

Avete capito bene, è la prima volta di quest’estate, vergogna, alto tradimento! Non sei un cagliaritano vero!

Qui, di sera, la spiaggia si vuota, le auto lontane. Impensabile! Mai l’avrei detto.
Si accendono le prime luci e una cover band di Vasco prova i primi accordi. Ho una bella sensazione. Mi siedo su una panchina, osservo il mondo che mi passa avanti, rubo frammenti di chiacchierate, di ricordi, di telefonate, di silenzi.

Sì, mi piace così… alle spalle il vento, rumore del mare in surround e una luna piena color arancio.

Mi piace godermelo così. Un po’ come la città.

Aspettando settembre

Appaio antipatico al pensiero unico dilagante e alla massa nonché ai teorici del maretuttiigiorni che fotografano ogni loro presenza quasi fosse un timbrare il cartellino (e lascallò, siate originali) se dico che più dell’estate AMO l’autunno?

Che più delle spiagge tipo formicai e scogli di Peppino assaltati da orde di bagnanti incuranti di qualsiasi forma di buona educazione e stile, dei gaggi e delle famiglie caddozze, AMO le spiagge vuote e quel clima malinconico che ti sa dare settembre?

Quel non so spiegare che a me piace da Dio e che mi fa essere sempre estraneo alle mode, alle masse e al mondo.

Santa Margherita

Spesso è meraviglioso decidere di visitare i luoghi della nostra infanzia. Sono gite e viaggi in cui cerchiamo di far riaffiorare ricordi e sensazioni bellissime e riportare la mente indietro a quei tempi, come col tasto review di un vecchio videoregistratore, ripensando a come stavi, con chi eri e cosa facevi.

Luoghi che dopo esser stati parte della tua vita per un’estate o per qualche altro motivo rivedi dopo tanto tempo.
Così è stata la mia giornata a Santa Margherita di una settimana fa, ospitato dall’amico Maurizio, che credo sia un eterno studente Erasmus incazzato come me per il mondo che ci circonda. Tempi cambiati, volti pure. Ho rivisto tanti visi e come sempre ho avuto difficoltà a riconoscere qualcuno dopo 14 anni. Uno dei miei grossi crucci.
Ho sempre tifato west coast! Santa Margherita è stata per me sinonimo di estate, di notti in spiaggia, di amori e di infanzia e adolescenza. Uno dei primi bellissimi amori della mia vita ma anche, anni prima, la casa degli zii a Stella marina, viale del Nettuno, ora venduta.
Parliamo dei primi anni 80, ai juke box c’era Raf con Self Control e ricordo ancora una storica puntura di un’aragna, le sere al campetto, il profumo di quella dolce crema solare al cocco di quei tempi (esisterà ancora?), i miei cugini, mio fratello con la prima vespa, le biciclette e le gambe sbucciate, i vicini che ci facevano giocare ai videogames Atari (pagando), e poi caldo, zanzare e pinoli.

Viale delle Sirene è una storia più recente, metà anni 90, le vacanze da universitario senza i miei, il Crocodile, la nostra capannina, l’aquilone di Massimo Melis che apriva tutti i giorni domenica compresa, i tornei di beach volley in spiaggia, le feste di ferragosto quando cominciavo a fare il dj, l’ospitalità di casa Podda e dei Siddi, il gruppo di amici e amiche che si era creato quei tempi e le decine di conoscenze fatte.
Storie diversissime in cui mi sentivo un po’ animatore un po’ ospite. Non sono mancate le notti in spiaggia o in auto, a quei tempi la mia sgangherata Clio diventata casa viaggiante quando non avevo un letto 😉
Rivedere questi luoghi è sempre emozionante anche se è difficile raccontarsi oltre dieci anni di vita in qualche oretta. Ti dicono che non sei cambiato ma non ci credi, oppure ti illudi che sia così e ringrazi per la comprensione.

Siamo cambiati eccome. L’unica cosa che non è cambiata è quel mare e quella spiaggia che riconoscerei fra mille.
Una giornata diversa, per riconquistare il tempo e i ricordi, come quando si prende una conchiglia e si vuol sentire il rumore del mare.
Resta il solito commiato simil-aeroportuale che fai con tutti quel “ci sentiamo” anche se l’appuntamento sarà tra altri dieci anni.

Famiglie gagge e felicità

Domenica scorsa ho deciso, in barba a tante mie dichiarazioni e filosofie, di andare al mare proprio di domenica, sfidando il caldo, le file, i parcheggi inesistenti. Io e una mia amica abbiamo scelto una spiaggia nel litorale cagliaritano, fuori dai soliti giri “noti” in modo da stare tranquilli in compagnìa. Read More