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Day 10

Sono uscito tardi oggi, i market erano già chiusi. Ho visto la malinconia di strade vuote, il rumore della ambulanze e le luci nelle finestre. Tutto perfettamente in ordine.
In questi giorni difficili più che guardare quanta gente ci fosse in giro per poi riportarlo qui, mi son concentrato in quanti gesti di bontà e solidarietà mi son passati davanti.
Donazioni, iniziative, corsi gratuiti, pensieri gentili. Tutti si son rimessi in gioco e anche chi non ti aspettavi ha aperto il cuore. E anche se non ci si poteva avvicinare fisicamente, le persone si son sorrise, rispettate, comprese. Hanno dimostrato attenzione.
La gente si è rimessa in gioco e tutto questo capitale sociale non sarà mai vano. Sarà la più bella eredità di questo tempo sospeso.

 

Una nuova normalità

Day8. Quando finirà tutto? Me lo chiedo ogni sera, quando il silenzio e i pensieri prendono il sopravvento.

Non sarà facile, non illudiamoci. Non perchè non sia aspetti il meglio ma perchè provo a leggere tra le righe e prevedere gli scenari. Felice di sbagliarmi. Il nemico ogni giorno assume una forma informe: non lo vedi e non lo tocchi. Non capisci come si muova.

Come dicevo oggi – e vi consiglio l’intervista con la psicologa Alessandra Pontis – abbiamo da considerare non solo le questioni economiche e democratiche ma la tenuta emotiva e psicologica di tutto.

Ci sono 3 scenari:

– il contagio comincia a scendere;

– il caldo;

– la scoperta di un vaccino;

Intanto cadono certezze su cui per cui ci siamo divisi. L’Europa non considera più Schengen, addio patto di stabilità e ogni paese se n’è fregato degli altri. Tutti liberi, come poteva immaginarsi. La Saregna si isola, raggiunge una quasi inattesa indipendenza.

Si dice che nelle grandi crisi emergano le persone: lo stiamo vedendo ad ogni livello.

È una nuova epoca che si apre, un post terremoto, un day after e dobbiamo focalizzarci anche sul dopo che arriverà: paradigmi muovi che già stiamo vivendo.

Continuo ad asserire che nulla sarà come prima, nonostanre vecchi rottami si muovano su stessi paradigmi.

Le nostre vite non saranno più le stesse. Cambieranno la nostra socialità e le nostre abitudini. Per quando? Io comincio a pensare al post emergenza anche perché sarà impensabile paralizzare tutto per molto, non solo le persone. Bisognerà farsi trovare pronti, però. Quando, richiedete? Che ne so, rispondo.

Magari il contagio sarà una costante con cui convivere, e si troverà un equilibrio, una modalità di gestione, a costo di pesanti sacrifici e rinunce, anche sociali.

Forse riusciremo a uscirne a un certo punto, ma non potremo mai abbassare la guardia.

Abituiamoci allora a capire questo. Non troveremo quello che c’era ieri, ne son certo, non abbiamo messo il tasto PAUSE, ma la nostra più grande vittoria sarà trovare una normalità seppur diversa. Che non è nemmeno così tanto scontata.

9 marzo 2020

Sono a casa di mia madre, che vive da sola.
Troppo complesso stare in due case diverse col fatto che lei appartenga a una categoria “debole” da proteggere di questa brutta storia.
Che comunque ci ha insegnato che l’Italia è davvero divisa: da una parte di buon senso che prova, nonostante le difficoltà, a rispettare tutto e tutti e seguire delle regole, alla base delle quali si fonda una convivenza in qualsiasi sistema civilizzato. Che si sacrifica e soffre.
Poi c’e un’altra che, magari più numerosa e alla moda, che ha dimostrato il suo dna, alimentato dalla stupidità di mostrarsi sui social, ma prende le sue radici dai parcheggi in doppia fila e dalla differenziata, dai piccoli gesti di scortesia quotidiana che oggi si raccolgono con gli interessi.

Sono emersi i nostri vizi.

Ma non fermiamoci. Nascerà una nuova Italia.
Il post di prima è alimentato dalla rabbia, ora emerge la ragione nonostante l’amarezza.

Per me e per tanti di voi sarà un periodo difficile anche lavorativamente parlando. Non siamo protetti da nulla e nessuno, ma ora il principio è la salute. Da garantire con la nostra responsabilità e i gesti. Dobbiamo difendere i nostri genitori, anziani, le categorie deboli prima di noi stessi.

Come tanti di voi NON ho paura, ho solo voglia che tutto passi, ritrovarci davanti un bel tramonto, senza limiti e paure, e poi organizzare una grande festa e fare un altro bel viaggio.

TENIAMO DURO, AIUTIAMOCI E AIUTIAMO CHI HA BISOGNO

Coronavirus e serate da DJ

Per quanto sia una scelta economicamente penalizzante, sono contento che tutte le disco di Cagliari abbiano deciso la chiusura questo weekend. Plaudo l’iniziativa di gestori e organizzatori.
Personalmente, non appena uscito il Decreto, avevo dato forfait ai miei appuntamenti da DJ. Per dare un segnale, per senso di responsabilità, per una questione di salute mia, in quanto asmatico e quindi “a rischio”, e di tutti gli altri.
Mi sembra giusto, in questo momento di incertezza e difficoltà collettiva, fare ognuno dei piccoli gesti di responsabilità e senso civico. E sapete quanto ci piaccia la notte e la musica! ❤️🎧

Vi abbraccio virtualmente😇,
Nicola “Tixi”

Coronavirus e mondo della notte

Lo so che non uscire nel weekend e la sera ci pesa tanto. Pensa a me che da anni faccio il DJ! 😟

Mah, leggi un attimo. 🙃
In nessun decreto c’è scritto che non si possa uscire, ma bisogna avere ATTENZIONE.

☝️Chi non sta bene deve starsene a casa, anche se ha qualche linea di febbre. Contattare i medici nei casi importanti.
☝️Gli anziani e gli immunodepressi devono evitare il più possibile di uscire. Sono le categorie a rischio contagio. E noi dobbiamo tutelarle con i nostri comportamenti.
☝️Chi arriva da zone a rischio del Nord Italia deve contattare gli operatori sanitari e stare a casa per 14 gg obbligatoriamente, senza nessuna altra disposizione. Deve farlo, stop.

😎Chi sta bene può uscire con responsabilità.

🏖🏕⛲️Quanti spazi all’aperto ci sono? Quanto è bello vivere in Sardegna? Siamo pochi e abbiamo molto.
Puoi far passeggiate, correre, stare in giro. O leggerti un libro, lavorare a casa. Guardarti un film, riscoprire una passione.
Sfrutta l’occasione.
Puoi anche andare nei locali aperti e che rispettano le disposizioni di Legge.

🔺DA EVITARE
Qui c’è da fare qualche sacrificio. Stare vicini, gli assembramenti, i contatti, i baci, gli abbracci, le strette di mano, i locali affollati e che non rispettano la distanza di un metro (in generale locali affolati). Anche se sono alla moda e c’è la gente troppofigga.
Stare a un metro di distanza, così complicato? Proviamoci!

💪Premiamo i locali e gli imprenditori che aprono responsabilmente rispettando regole e distanze. Anche loro fanno sacrifici.
Se non ci fossero opportunità di uscire o trovare un locale adatto, stiamo a casa o all’aria aperta.

☝️Agli studenti: NON è una vacanza da scuola. È un periodo eccezionale e grave. Siate attenti, rispettare le norme e non fregatevene. Avete la responsabilità della salute dei vostri parenti più anziani e di chi è in malattia!

🙌🙌🙌Sarà dura ma ce la faremo tutti insieme. Contaminando anche gli altri con la forza della ragione e del buonsenso. 🇮🇹😇

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