Piove, anche se nessuno se ne sta a casa e pochi usano l’ombrello. Se ne fregano, insomma. Mattina fredda a Istanbul, mani ghiacciate. Esco a un gatto mi aspetta sulla porta e mi ringhia.
Programma di oggi: mercato e palazzo Topkapi. Poi mi sposterò nella zona intorno a piazza Taksim, teatro di molta storia recente. Nessun tram, cammino imbacuccato per le strade di Sultanahmed, seguendo la linea 1 del tram come riferimento. Passano ristoranti, bar, botteghe. Penso in due giorni di aver visto tutto, il realtà forse non è nemmeno il 5%. Me la prendo con calma: non devo veder tutto, stare con la cartina.
Quando viaggio mi piace anche solo respirare l’aria e se possibile perdermi per trovare qualcosa o semplicemente me stesso. Ieri percorrendo il parco Gulhane e ascoltando Battiato ho avuto un brivido di emozione, mi son sentito dentro le sue canzoni.
Per scrivere mi fermo in un piccolo centro commerciale ricavato da una galleria. Tants roba tutta a poco prezzo.
Un uomo passa a vendere il çay, te turco. Ecco, negli angoli più impensati spunta sempre un omino e li consegna già pronti tenendoli in equilibrio su di un vassoio speciale. Caldo, anzi bollente! Ma il bicchierino a forma di tulipano ti aiuta.
Piccoli riti turchi che rendono un posto unico, bellissimi!