Se dovessi partire con gli auguri inizierei dagli ultimi, i perdenti, da quelli che la vita ha tolto tutto o mai dato niente.
Cercherei quelli che non saranno mai vip, che non trovano la via del successo, quelli che non vengono scelti, quelli di cui nessuno scriverà nulla, mai un articolo, una citazione, un passaggio tv, quelli che nessuno aspetta a cena o per un aperitivo, i sostituibili, le terze e quarte scelte e non sono mai nella parte giusta. Quelli che non hanno mai ragione e non trovano mai la strada.
In un mondo perennemente alla ricerca – o nello sfoggio illusorio – di perfezione e successo, di numeri uno e influencer, artisti e alternativi, alla moda e sempre attenti, furbastri, geniali e sempre sul pezzo, sono loro quelli con cui ho ancora qualche cosa interessante da condividere.
A me stesso auguro sempre di trovare più erranti che perfetti, perché so di certo che la precarietà è ricchezza ed è l’unico valore che ci rende vivi e umani.