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Di allerte meteo

Da ieri sera siamo in allerta meteo. Dalle reazioni viste, al di là delle battute e santificazione di sindaci e amministrazioni, pare che la preoccupazione delle persone sia più per scuole e asili chiusi più che per i rischi da alluvione. Una sensazione che ci fa capire quanta strada dobbiamo fare.
Sappiamo abbastanza del territorio in cui viviamo e lavoriamo? Delle case e degli uffici in cui passiamo molto del nostro tempo? Siamo pronti a reagire a una calamità e conoscere quali siano i gesti più importanti da fare al momento? O forse sarebbe ora di cominciare, vista l’evoluzione dei tempi e i fenomeni meteo importanti sempre più frequenti, a porci qualche domanda in più e a chiedere corsi e campagne di informazione?

Ieri e oggi allo stadio

Mai avrei pensato nella vita, quando un giorno con mio padre entrai per la prima volta al Sant’Elia nel 1981 (ricordo ci fosse Cagliari-Inter) di fare lo speaker come tempo fa e poi scoprire tutti gli angoli segreti e i dietro le quinte dello stadio, il profumo degli spogliatoi e il campo da vicino. Tutto quello che accade attorno a una gara.

Da piccolo questo era un posto troppo grande per me, una scatola dei desideri capace di far battere il cuore non appena lo vedevi avvicinarsi dalla macchina o quando d’estate andavi al Poetto e se la domenica tuo padre non ti portava erano lacrime e porte sbattute. Ma lui aveva l’ingresso militari e io spesso mi infilavo gratis davanti a maschere che chiudevano tanti occhi di fronte ai bimbi.
L’urlo dei sessantamila del Sant’Elia faceva paura e spavento a chi come me si avvicinava al mondo con gli occhi di chi ha voglia di scoprirlo senza perdere nulla. Poi c’erano i colori del campo, della gente, le maglie in raso ennerre e i profumi di pipa. I giocatori che diventavano i tuoi miti, magari potevano essere anche quelli forse meno ricordati come Fabio Poli, Quagliozzi, Sorrentino, Malizia, Bernardini, Valentini, giusto perchè i primi ti restano più nel cuore come il mister Giagnoni e Tiddia.

Poi la curva nord, gli Sconvolts, altri anni bellissimi della vita, quelli del liceo, con la sciarpa e lo striscione, gli amici e i cugini. Ci furono le trasferte in nave, la prima nel 1993 a Genova.

Oggi qui è come fosse casa, dagli spogliatoi al campo, dalle panchine alle tribune. E’ finita quella magia e curiosità, forse tanto calcio nella vita ha avuto l’effetto riflusso e razionalità, sarà meglio o peggio? Di una cosa son sicuro: resta sempre bello trottolare da queste parti.

Appuntixi del weekend

Angolo fatti miei.
Pazza idea, un pre esame. Una carica di energia da queste belle storie di caratteri speciali, stimoli a combattere con la mia incompletezza e mediocrità ascoltando gli altri.
Il mio daimon incombe.
Ed ora?
Thanks god it’s friday, parola imparata nel 2006 a Dublino quando si scatenava il weekend di birra e freddo, locali improbabili e rientri a Blackrock con in cuffia Stronger di Kanye West nel piano di su.
Oggi tanto lavoro di scrittura da finire. Domattina sveglia e si va fuori Cagliari, un importante appuntamento della Federazione gioco calcio in Sardegna. Poi una serata musicale da presentare a Elmas (pronto Raffaele Vidini?) e il djset al Peek-a-boo. Poi domenica lo stadio e ancora Sciradindi per Alessandra Guigoni e Pazza Idea. E ancora un volo per Barcellona.
Stanotte e domani notte su Radio Sintony c’è la mia selezione musicale di Sardinia Make Some Noise.
Con tanti di voi ci rivedremo sicuramente, quindi state all’erta!
Buon venerdì 🙂

Serate da Dj Tixi

Ogni sabato dalle ore 23 predisco al Peek-a-boo (via Pacinotti/Cagliari)

7 dicembre: Cocò Discoclub – Enjoy (prima serata)

7 dicembre: Cocò Discoclub – Hangover (seconda serata)

 

ogni venerdì e sabato notte su Radio Sintony on air con Sardinia Make some noise

Operazione New York

Tutto comincia così, aeroporto, saluto una nuova amica, Cinzia, il controllo bagagli e poi un cappuccino con una meritoria pasta sapore cioccolato. Ancora un caro amico incrociato, Mario, stesso volo, l’emozione e la palpitazione di un viaggio (solo ieri ho connesso) sembra per un attimo svanire. 

Imbarco per Milano, non mi infilo in coda, respiro e aspetto. La gente parla piano. Una cameriera del bar spinge un carrello, si chiama Paola, lo leggo in targhetta. Si allontana verso il duty free. Un uomo spinge un bagaglio con le gambe. Poi è tutto storia da scrivere. Un nuovo viaggio, New York. Scalo a Milano, giusto per passare in un posto del cuore. 

Progetto seconda laurea, si comincia

Come nasce una pazzia? Forse dalla semplice voglia di rimettersi in gioco.

Così oggi ho ufficializzato quella che era una idea, forse una boutade, che avevo da tempo: prendermi una seconda laurea.

Giunto ai quaranta, con un lavoro indipendente, con mille impegni ho pensato che non fosse ancora il momento di fermarsi e rinunciare: che l’opera di conoscenza, miglioramento personale, specializzazione in un campo variegato come la comunicazione, non debba mai fermarsi. Che non basta solo “saper fare e avere esperienza” ma bisogna pure certificarlo in maniera ulteriore e prendere consapevolezza tecnica e culturale di quel che si fa. Come un bimbo che sa giocare a pallone sotto casa e decide di iscriversi a scuola calcio, per migliorare i gesti e conoscere le tecniche, per ambire a traguardi più alti.

Come mi sento? Ho motivazione ed energia da vendere. Sono tutt’altro che stanco. Perchè non provare un secondo colpo, un secondo scudetto di maglia, ho pensato.

Così quella idea è stata avvalorata da tanti amici e contatti, dal primo approccio – assolutamente positivo – con l’organizzazione della facoltà (ringrazio le dottoresse Gola e Favrin per la disponibilità). Quasi come un caso del destino, a distanza di dieci anni dalla laurea in Scienze Politiche, sono da poche ore matricola di Scienze della Comunicazione di Cagliari.

Non è mai troppo tardi per riprendere e se penso che con un po’ di organizzazione puoi davvero toglierti soddisfazioni consiglio di darvi da fare, sempre, se avete qualche progetto e sogno. Non tenerlo in cassetto, ma misurarlo e metterlo in pratica. Un po’ come me, che non saprà come andrà a finire, ma poco importa. Cominciamo!

Prima rata e iscrizione. Forza Tixi, un’altra camminata è iniziata.

Verità giornalistiche e fiducia

Leggendo certe parole di alcuni genitori della scuola di Cagliari dove dei piccoli migranti iscritti hanno scatenato reazioni (compreso il famoso “bagno riservato”) mi è venuto il dubbio se queste fossero vere oppure no, tant’erano assurde. 

“Stai attento a quelli lì, abbiamo paura, le malattie e l’età”. Robe prese da qualche film che parlava di apartheid. Ma siamo nel 2016, in una città discretamente benestante e civile. 

Le interviste radio/tv hanno confermato il fatto dalla viva voce di alcuni protagonisti e quindi posso essere sicuro che sua accaduto. Però certo giornalismo, la maggioranza, ci sta abituando a dubitare sempre:tante e tali balle e trucchetti acchiappa-clic, parole rubate e inventate, che finché non vedi e senti le situazioni e non sai bene chi scrive un pezzo (e la sua onestà) non credi più a nulla di quello che leggi. 

Chiunque, se ci pensate, può inventarsi racconti e parole e non hai modo più di verificare. O spiegatemi come si possa fare se non tramite video o audio o presenza fisica. Perchè non potrebbe succedere? Perché nell’ansia di fare notizia e accessi tanti non dovrebbero farlo? Chi garantisce il lettore? La fiducia è caduta. Non esiste quel patto intimo tra giornalista e lettore ma solo uno che scrive (anche quel che vuole) e uno legge e crede a tutto quello che legge. Purtroppo, ripeto.

Giugno, le mie serate da dj

Dove potrai ascoltare la musica di Tixi questo mese

11/06 KingKa Beach & Relax the party Gianni Casella
12 Lido Disco Club (Cagliari) inaugurazione ENJOY Cagliari
15 Lido Disco Club (Cagliari)festa Eleonora d’Arborea
18 Lo Sciabecco Discoclub  (Villasimius) 20 years
29 Lido discoclub (Cagliari)  CAOS PARTY

Ogni venerdì e sabato dalla mezzanotte onair su Radio Sintony (podcast www.sintony.it/streaming.php)
Podcast —> Podcastixi
Info e booking tixi.comunicazione@gmail.com

La lezione (non solo calcistica) di Daniele Conti 

Vedo da facebook un bellissimo spettacolo al Sant’Elia. Qui a Dublino c’è un’ora di fuso orario in anticipo. Il sole tramonta sui palazzi di O’connell street facendo luccicare le grandi vetrate. I profumi dei ristoranti e dei pub prendono il sopravvento.
Ho seguito poco il Cagliari negli anni di Conti, per tante ragioni. Quindi, onestamente non salgo sul carro, non lo faccio quando non c’entro, non mi accodo come tanti e non ne ho diritto rispetto. 

Ma sono stupito, stupito davvero davvero: riuscire a colpire il cuore della gente in questo modo significa tanto e va oltre ogni previsione. 

E’ una piccola lezione non solo calcistica. Se ci pensi puoi applicarla ovunque.

Significa che (in campo e fuori) non conta essere top player, fare tutti i gol o le giocate migliori, inanellare prestazioni perfette e compitini. Non basta. 

Conti non è un Ibra o Pogba o Ronaldo, un fuoriclasse, ma proprio per questo è amato. Forse rappresenta più di altri il sardo con tutte le sue contraddizioni e limiti ma anche il suo attaccamento alla terra. 

La gente non ama i meccanismi perfetti, i superuomini incapaci di provare emozioni e sbagliare, ma le persone normali capaci di fare piccole grandi cose. Esseri umani erranti e veri. 

Lasciare un segno è la cosa migliore che un giocatore (e un uomo) possa fare. Ti fa entrare nella storia. Più di ogni pallone d’oro, più di ogni classifica marcatori.