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Foglio bianco

Un amico mi chiede un pezzo su Cagliari per una importante testata. Tempi ridottissimi, bisogna farlo prima possibile.

Ritaglio un po’ di tempo.

Dopo una giornata di lavoro è dura mettersi a scrivere ma ci provo, nonostante tutto.
Tic tic tac fa la tastiera del Mac, il silenzio attorno della notte trentina mi avvolge.

Provo a ripensare alla mia città, all’amore della lontananza. Poetto, la Marina, Villanova.

Provo a riaccendere gli occhi di quel bambino che la vedeva troppo grande e incontrollabile, senza preconcetti e pregiudizi. Forse è una città che non esiste più, ma mi emoziono ancora a pensarla così, a lavorare solo di pensiero..

Tic tic tic è sempre la tastiera. Riempio il foglio word. Come per magia arrivano i pensieri e diventano frasi, parole e suggestioni. Le mani vanno da sole, accarezzano i tasti neri.

E scopri, nonostante tutto, di amare sempre la tua città.

Un amico mi chiede un articolo su Cagliari

Un amico mi chiede un pezzo su Cagliari per una importante testata. Tempi ridottissimi, bisogna farlo prima possibile.
Ritaglio un po’ di tempo.
Dopo una giornata di lavoro è dura mettersi a scrivere ma ci provo, nonostante tutto.
Tic tic tac fa la tastiera del Mac, il silenzio attorno della notte trentina mi avvolge.
Provo a ripensare alla mia città, all’amore della lontananza. Poetto, la Marina, Villanova. Provo a riaccendere gli occhi di quel bambino che la vedeva troppo grande e incontrollabile, senza preconcetti e pregiudizi. Forse è una città che non esiste più, ma mi emoziono ancora a pensarla così, a lavorare solo di pensiero..
Tic tic tic è sempre la tastiera. Riempio il foglio word. Come per magia arrivano i pensieri e diventano frasi, parole e suggestioni. Le mani vanno da sole, accarezzano i tasti neri. E scopri, nonostante tutto, di amare sempre la tua città.

http://ow.ly/d/3u9a http://ow.ly/i/bHyb8

Ricordi cestistici

Ebbene sì lo ammetto, non sono un baskettaro dell’ultimo momento visto che la Dinamo ha vinto. Ho giocato anche a pallacanestro (se così si può dire) nella mia vita dalle mille esistenze e stagioni.

Gs San Michele. Pochi soldi, molto sudore e odore di gomma. Completini bianconeri in flanella, numeri attaccati con il ferro da stiro. Si giocava nelle scuole elementari di via Premuda, sotto casa. Ci allenava un mister di nome Alessio. Annate 1986/87/88. Ero in squadra con il mio caro amico Giovanni Milano ched’era molto più bravo di me. Giocavo poco e avevo la tremarella quando entravo in campo. La nostra gioia era usare  i palloni Mikasa durante gli allenamenti. Prima di segnare il primo canestro saranno passate forse 10 gare.

Poi lo dico: ho seguito l’Esperia Vini di Sardegna. Ricordo pure la gara con Spondilatte Cremona e i nostri campioni granata. Ricordo il sogno A2. Ricordo quando seguivi la tv e la cronaca sportiva era sempre il Cagliari traballante e la sarde di C2 commentate da Alfonso De Roberto. Quanti bottini magri.

Poi c’erano Esperia, Dinamo. Ma ricordo anche parole come Marbo e Pasta Puddu.

Avevo anche il cappellino Lakers perché i miei amici avevano quello dei Boston ed io come sempre andavo controcorrente. Erano bei tempi, comunque. Avevi tempo per appassionarti e per costruire ricordi che ora puoi raccontare con sottile emozione. Poi come tante cose l’ho perso.

Ma il basket ha tante assonanze con il futsal. È uno sport bellissimo, non puoi paragonarlo al calcio perché sono emozioni e situazioni diverse. Ok il folklore e gli sfottò, ma lo sport regala cose come pochi.

Ripesca ricordi, ritira fuori storie che mai avrei detto.

Perché amo Cagliari (ma questo non vuol dire che…)

Per intenderci amo Cagliari, amo tanti cagliaritani, conosco tante persone splendide, con tanti ci lavoro, con altri no per scelta (e pure loro con me), ho radici, casa e lavoro, mille motivi per dire che è una città meravigliosa nei suoi angoli e spazi meno frequentati. Non amo la Cagliaritudine fatta di presunzione, seconde file, sboronaggine, invidia, ignoranza, del credersi al centro del mondo.

Un orgoglio di cartapesta fatto di luoghi comuni, frasi fatte, esteriorità, di disimpegno continuo, senso civico assente e inettitudine. Un orgoglio senza storia e senza futuro, che non ci permettono di avere un’identità e un senso del territorio, di essere capoluogo di qualcosa (nessun legame con l’isola, nessuna porta sul Mediterraneo).

Purtroppo per il lavoro che faccio mi scontro anche con questa cagliaritanità, mi addolora assaporare qualche volta il degrado della città e dei rapporti sociali, orientati solo a mostrare ricchezze (peraltro spesso inesistenti), auto e cognomi, a bearsi di appartenere a giri, cricche e caste con la puzza sotto il naso per chi non ci sta dentro.

Così l’unico modo per respirare ogni tanto, e portare avanti un lavoro, come quello della scrittura e della progettazione, fatto di spunti e ispirazioni, è fare un biglietto, vedere altri luoghi, farsi contaminare dal nuovo, e nel mentre sognare, un giorno, che certe buone pratiche che ovunque permettono lo sviluppo e la crescita di realtà turistiche sulla carta forse inferiori, vengano riprese anche da noi, che la nostra città esca dalla coltre di eterno paese di serie B senza contatti col mondo, amministrato da burocrazie borboniche senza una visione e prospettiva.

Perché per migliorare la tua vita devi confrontarti sempre, guardare chi sa fare meglio di te e provare ad evolverti. Devi uscire di casa e toglierti le difese. Tradire e poi tornare magari con qualcosa da proporre.

Ma il cagliaritano per natura si sente re e principe a casa propria, vede bello solo quando lo riguarda, non ama la discussione, lui ha sempre raggggione, si gingilla nei suoi vizietti, ahh il paradiso, ahh il sole e il mare (ci sono anche altrove), ma è insignificante nel mondo. Un puntino, nemmeno. Non conta essenzialmente un cazzo.

Non ha voglia, non si impegna, non pensa e naviga nella mediocrità accusando chi vuol fare e chi propone nuove visioni di essere un traditore, un rompicoglioni. La politica riassume perfettamente questo.

Io non son nessuno, volevo condividere questo disagio.

Continuerò ad amarla, i suoi colori, le strade di Castello, Marina o Stampace, i suoi tramonti e odori. Perché è un amore che scorre nelle vene, nonostante questa gran bella città non sia nient’altro di più che un grande paesotto.

Reagiremo prima o poi? Usciremo dall’accallonamento sole-mare-vivoinunparadiso? Diventeremo capitale di qualcosa? Si aprirà mai un dibattito serio e onesto sue prospettive da qui ai prossimi vent’anni? O diventeremo un grande ospizio di repressi rincoglioniti che chiacchierano come comari, aspettano sempre le sconfitte altrui e continuano a fotografare la Sella del Diavolo?

Io ho ancora un briciolo di speranza. E se possibile non mi tirerò mai indietro.

 

(Con questo post mi son giocato altre simpatie ma poco importa)

Forza ZZ

Mi hanno sempre affascinato le figure rivoluzionarie, capaci di lasciare il segno. Gli enigmatici, coerenti fino quasi all’estremo. Non sempre condivido ma sono persone interessanti.

Non sarai forse un vincente, sei amato e odiato come tutti quelli che sono ‘diversi’, non parli tanto, sorridi solo quando serve, porti dietro quella immancabile nuvoletta di fumo una briciolo di malinconia esistenziale che chi sente può capire, sei andato via senza recriminare nulla e tornato con la stessa eleganza, ma sicuramente da quel che leggo hai lasciato una impronta importante nei cuori di tanti, qualunque sia il finale di questa storia. 

Forza ZZ

Comunque grazie Magic Box

So di essere voce fuori dal coro in un mondo dove la memoria è breve, oggi sei in cima domani sei nella polvere. Conosco le altalenanti vicende di vita.
Spiace leggere insulti per Zola. Sicuramente non si è dimostrato all’altezza, un po’ come quel cappotto fuori taglia che indossava, forse anzi sicuramente non doveva accettare, ma il suo è stato un gesto d’amore ed entusiasmo per la sua terra.

Amore ed entusiasmo spesso fanno fare grossi errori a chiunque, io ne so qualcosa, voi? Ma gli insulti, no. Non se li merita. Gratuiti e irriguardosi. Facile dimenticarsi quel che ha fatto, e non è solo un gol impossibile alla Juve che ancora è nella mente di tutti e rappresenta la rivincita di un piccolo Davide contro Golia (qualche volta succede), facile dimenticare che sia uno sportivo e uomo per bene come pochi in questo mondo fatto di squali e in un’isola che ama più gli avventurieri che infrangono le regole e illudono che i piccoli grandi lavoratori che sudano sangue e coraggio.
E se gli squali vincono sempre, io preferisco applaudire anche i perdenti con dignità che però ci mettono il cuore, pur sbagliando. Questo resta, oltre mille commenti.

Grazie Magic Box

In bocca al lupo ZZ e forza Cagliari.

Ignoranza è orrore

Con la notizia dell’ok per la moschea a Cagliari (vedi la notizia http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=15695) ho curiosato tra i commenti per vedere cosa dicesse la ggggente. Uno dei commenti più interessanti liquidava tutto con ‘orrore’.

Beh, per me il vero orrore è l’ignoranza, il commentare senza cognizione di causa, il mettere assieme cose che non c’entrano nulla e fare di tutto un minestrone. Il dire sempre le solite frasi ripetute e ripetute perché le dicono gli altri senza appurare mai un filo di verità. Perché scoprire le verità implica studiare, leggere, ricercare.

Ma per queste cose l’italiano medio non ha tempo. Preferisce condividere e commentare. Dieci secondi netti per avere un’idea su tutto. Ecco cosa è l’orrore per me. Liquidare vite, libertà, fedi, persone con dieci secondi.

Orrore siamo noi, nient’altro. E scusate se appaio presuntuoso, ma volevo dirvelo.

E anche il Carnevale è solo un ricordo

Dopo il progressivo attacco alla vita notturna nel nome della guerra al chiasso, pure il carnevale è diventato un ricordo.
Sfilate e rogo di Cancioffali sono oramai cartoline d’infanzia. Cose poco radicalchic, ma che pure rappresentano un piccolo filo d’Arianna con la nostra storia, la memoria che ritorna e che magari emoziona.

Nulla di speciale, solo storia cittadina. È troppo tenerla?

Cagliari mi pare sia diventato questo. Una città sempre più intristita e inanimata, incattivita contro chi ha voglia di migliorare e viverla anche la sera, dove la fanno da padroni abusivi, incendia-auto e teppisti, dove devi solo pregare e aspettare il passaggio a miglior vita perché per il resto ti rimane poco.

Nessuno pensava di diventare Ibiza o Barcellona, nessuno voleva alimentare truppe di ubriaconi, ma almeno si sperava che questo nuovo corso rendesse la città viva e dinamica, artisticamente attiva, e coinvolgesse tutti. Creasse entusiasmo per chi decide di viverci. Alimentasse tradizioni e passioni che rendono una comunità felice di potersi ritrovare e uscire di casa. Invece no, nulla di tutto questo.

Sappiamo chi ringraziare: la politica che amministra. Senz’anima. Senza cuore. Arrivava con mille speranze di cambiamento e ringiovanimento, tanta fiducia (anche in bianco), il messaggio è questo: cari cagliaritani giovani o dinamici state a casa, cari cagliaritani che amate la città, non rompete i coglioni oppure partite all’estero. La città non è fatta per voi.

Io sono sempre meno conservatore, cerco di massimizzare le cose belle che trovo in giro, di trovare respiro, ma anche di tenere a mente quello che non funziona e denunciarlo senza reticenze.
Riusciremo a sopravvivere se ci reinventiamo, come cagliaritani prima di tutto. Se abbiamo desideri forti, oltre la stupidità che ci avvolge, anche con gli occhi di amici che guardano le nostre gesta con stranezza, che criticano le nostre scelte e le nostre idee.

Nonostante chi vuole che tutto si fermi e tutto muoia. Nonostante loro.

Una data importante

Pagherei per dei fine settimana così, le infinite emozioni e il cuore che palpita tra un DJset potente e lo stadio.
Ieri ero tremendamente soddisfatto della serata da Linea Notturna e poi oggi mi sono emozionato, ho sofferto, ho gioito per una partita, la vittoria del Cagliari contro il Sassuolo: non mi accadeva da molto molto tempo. E pare che la mia presenza da speaker stia pure portando bene in un momento dove la squadra ha bisogno di punti… coincidenze positive!

Strano, vero? 
È stato bellissimo! E se penso che oggi, 24.01, ricorre pure una data importante, il compleanno del mio caro papà, credo che nulla sia stato casuale.
Ovunque tu sia tutto questo lo dedico a TE, ma anche a tutte le persone che mi hanno aiutato in questi anni a far fronte alla tua assenza.

(Volevo condividere con voi questo pensiero).

Dopo la serata in disco, pulisco io

Una delle più belle scene del Weekend è stato vedere, a fine serata venerdì scorso, 31 ottobre, da Linea Notturna, parliamo di quasi le 6 del mattino, alcuni ragazzi dello staff del locale, buste alla mano, andare nei dintorni, in particolare nella scalinata di via Pola, a raccogliere le bottiglie e i rifiuti lasciati dalle persone (magari nemmeno clienti della serata stessa).

Sapete bene che io sono uno dei dj del locale (mica mi nascondo!) ma credo sia stata una bella iniziativa che risponda alla grande a chi dice che i locali se ne fregano dei quartieri dove sono ubicati e fanno solo casino, condotti da ragazzacci e adulti irresponsabili.

Succede anche da altre parti o forse è ora, per evitare di essere sempre e solo attaccati e criticati, di pensare anche a questi piccoli gesti di “buon vicinato”? Forse costano un pochino, ma servono sicuramente a cambiare una certa idea di vita notturna.

Bravissimi!