Certo che passare dalla lentezza che dopo tre giorni diventa esasperante della Sardegna alla velocitá e ai rumori metropolitani di Milano non è roba da poco.
Lunedì, ore 18:25, che se lo racconti non ci crede nessuno: dopo una sveglia alle 4, un volo per Bergamo, un pullman per Milano, poi un altro pullman, una schiena che torna a far capricci, una intensissima giornata di lavoro sono ancora vivo o quasi. L’obiettivo è oggi forse solo casa, anche se l’uscita serale è sempre dietro l’angolo. Il weekend è già lontano ricordo anzi quasi non ti ricordi nulla, mentre la 90 tira sul ponte di via Monte Ceneri. Trovo posto, mi butto nel sedile dietro l’autista ancora con zaino e valigia. È bella la pioggia, rinfrescante e profumata, di Milano. Mi fa riscoprire un po’ il piacere anche solo di starmene a casa e di respirare un po’. Di starmene in quella precisa e perfetta condizione che significa “per i cazzi miei”.
Non mi fermo da giorni, e il programma estivo non concederà tregua. Giorni e notti, treni aerei e serate. Sopravviverò? Chi lo sa, proviamoci anche stavolta.
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Ritardo di volo
Attesa di un volo per Barcellona
Read MoreBentornato a Milano
Milano ti riabbraccia così, con il suo veloce e interminabile moto di persone e mezzi e il caldo sopportabile. Scendo dal bus da Bergamo, volo in sede, camicia rosa al volo, nuovo di zecca, decido di prendere la 91 e non andare a recuperare lo scooter. Scelta errata: il filobus è in ritardo, così mi tocca aspettare. Dentro l’aria condizionata è a buon livello, si respira per fortuna. Pochi minuti e sarò in Volkswagen.
Il mezzo taglia la città sfruttando le preferenziali. Dentro facce di ogni tipo, telefonate e passeggini.
Comincia così il mio lunedì, fresco e leggero, si fa per dire, con l’obiettivo di fare meno danni possibili, che poi è un countdown al prossimo weekend, Barcellona 😜
Irlanda, tornerò
I viaggi riecheggiano altri viaggi e legami indissolubili di terre e anime, ricordi che superano i tempi e l’età. Atterro a Bergamo, nuvole, pioggia e immenso verde che si perde fino alle prime alture delle Alpi Orobiche.
In cuffia ho “The breaking of the fellowship”, la faccia di chi ha perso battaglie. Un bimbo nel posto dietro il mio mi sorride dall’angolo tra sedile e vetro. Poi mi fa ghirigori al braccio. Io mi volto sorrido, lui si nasconde.
L’autostrada è lunga linea grigia che con dolcezza l’autobus percorre.
Ancora immense melodie, ancora Howard Shore.
Penso allora all’Irlanda, un giorno non lontano, ritornerò ❤️
Riecheggiare di viaggi
I viaggi riecheggiano altri viaggi e legami indissolubili di terre e anime, ricordi che superano i tempi e l’età. Atterro a Bergamo, nuvole, pioggia e immenso verde che si perde fino alle prime alture delle Alpi Orobiche.In cuffia ho The breaking of the fellowship, la faccia di chi ha perso battaglie. Un bimbo nel posto dietro il mio mi sorride dall’angolo tra sedile e vetro. Poi mi fa girigori al braccio. Io mi volto sorrido, lui si nasconde.
L’autostrada è lunga linea grigia che con dolcezza l’autobus percorre.
Ancora immense melodie, ancora Howard Shore.
Penso allora all’Irlanda, un giorno non lontano, ritornerò ❤️
Arrivederci Praga
Colazione, un po’ di lavoro sul macbook, bagaglio da rifare.
È una mattina sempre fredda quella della partenza. Il tempo corre veloce. Rumori di colazione in preparazione dalla sala, mi godo l’ultimo calore del letto. Aggiorno pagine e siti che seguo togliendo ogni traccia di festività passate. Una suoneria di vecchio Nokia rompe il silenzio insieme al ticchettio disordinato del cavo che tocca sulla bottiglietta d’acqua sul comodino. Apro la finestra: cielo scuro sui palazzi marroni di edilizia rigida. Controllo il cellulare: scarico.
Dopo aver perduto il caricatore del Macbook, ieri, una presina usb è partita. Per fortuna ne ho una di ricambio, ma pare che ad ogni viaggio debba fare i conti sempre con qualcosa che perdo o si fulmina. Oramai la lista è lunga. Prese, caricatori, cavi. Una maledizione.
Apro l’acqua della doccia, inondo il bagno di vapore e mi butto dentro. Poi mi chiedo: a che serve lavarsi e farsi belli e carini prima di un viaggio se tanto puntualmente dopo 5 minuti sarai sudato, i capelli scombinati e ti sederai in ogni posto immaginabile, compresi pavimenti dell’aeroporto?
Scende una neve dolce e soffice in questa fredda mattinata di Praga.
Fatto il check out, ho camminato per le vie del centro accompagnato dal rumore del trolley. Intorno a me la città riprendeva a vivere senza stress. Tutto sembrava seguire un ritmo regolare e rilassato. I tram vomitavano e ingoiavano gente alle fermate, le auto scorrevano, le massaggiatrici thai in attesa di nuovi clienti sedute davanti ai lettini, gruppi di turisti preceduti dall’accompagnatore con l’ombrello alzato aspettavano disposizioni, i negozi sputavano musica rabbiosa. Pitbull, Alesso, le ultime hits, sparate senza pietà da casse installate all’esterno.
In tutto questo, nessuno si curava del freddo e della neve e, pur essendo affollato, anche questo centro teneva un suo strano silenzio capace di farti distinguere ogni rumore.
Atterraggio.
Giubbotti dentro le cappelliere e fanculo se non c’è posto per i bagagli, urla, schiamazzi e applausi. Non ci metti molto a capire che stai tornando in Italia.
Sezione arrivi. Dopo essere sbarcati e rientrati in stazione, un breve percorso e si apre la porta. Esci dalla zona protetta. Sembra la porta dell’inferno. Aeroporto di Bergamo. Abituato ai ritmi tranquilli di Praga, ritrovi in un attimo tutta l’Italia. La sciatteria della gente, lo squallore in ogni forma, le urla di famiglie che litigano, le anime in pena alla ricerca di un’informazione, il caos che avvolge tutti, stranieri compresi, e l’immancabile ritardatario che corre e salterà le file. Mi nutro di coraggio, chiudo gli occhi, respiro forte e volo al controllo bagagli, visto che non hanno ancora ipotizzato che qualcuno potrebbe farci solo scalo. Invece si deve risorbire la fila. Bentornato, ancora una volta.
Un nuovo viaggio, la Svezia!
Finita la diretta su radio Sintony, corsa in aeroporto e ora partenza per la Svezia.
Notte in aeroporto
Scorrono in questa serata tante immagini, mentre sto sdraiato su tre sedili a passare la notte in aeroporto, a fare i conti con le batterie in esaurimento, mentre la sfiga vuole che ci siano pure operai al lavoro, mentre tento di trovare un sonno che non c’è.
Il rientro
Le mie note nascono a cavallo tra trasferimenti, ritagli, attese, voli e viaggi in treno. Ora sono in un bed and breakfast a Orio al Serio, vicino all’aeroporto di Bergamo: sono partito da Londra stamattina e visto che ho fatto la notte in aeroporto e il volo per Cagliari è nel primo pomeriggio, ho deciso di fermarmi qui a riposare, fare una doccia, rilassarmi. Volevo dormire dopo aver rateizzato il mio sonno tra l’aeroporto e il volo, ma non ce la faccio. Scrivo, tanto per cambiare. Read More
Guai se così non fosse
Non è bastata una sveglia un’ora e mezza prima della partenza. Freddo secco su Elmas, poca gente in giro, giusto chi deve partire. Read More