Beirut è una città che gronda sangue. Non puoi non farci caso. Qui ci sono state battaglie per le strade e guerra civile. Non parliamo di preistoria ma di pochi decenni fa. I segni si vedono ancora.
Camminare in alcuni quartieri significa vedere palazzi completamente restaurati e altri ancora crivellati di pallottole.
La linea verde è un territorio particolare della città: durante la guerra civile divideva la zona est (cristiana) dalla zona ovest (musulmana). Qui, più che in altre parti, si vedono i segni. Camminare in questa zona dà ancora di più il senso degli accadimenti. Vi fa entrare, guardando i particolari sui palazzi, nell’idea di guerra, nella lotta casa per casa, nell’intimità violata.
La parte storica di Beirut ha subito danni enormi. Eppure c’è una parte della città che rivive una nuova giovinezza, i palazzi si stagliano sul cielo nonostante le ferite, la gente si incontra nel centro.
Beirut è una delle capitali culturali del Medio Oriente. La tolleranza, si vede camminando per strada, è una parola ricca di significato e contenuti. La città vive di mille attività culturali. Ci sono molte università, centri culturali, luoghi d’interesse e di culto. Un altro mondo è sempre possibile.