I dati forse ci sono sfuggiti: si posta un 25% in meno rispetto a quello che accadeva un anno fa. Facebook ha perso il suo appeal? E’ solo una sensazione o….?
E’ successo, peró. Non è più un caso. L’approccio è cambiato. Posto meno. Sì, proprio io, l’incontinente.
Stanchezza, bulimia da contenuti, noia? Eppure oltre facebook non c’è per ora nessuna alternativa reale nei social network
Facebook resta sempre una piazza importante per informare, condividere, pensare, pubblicizzare, contaminare. Ma forse anche noi cominciamo a voler più qualità, dagli altri ma soprattutto da noi stessi.
Facebook è (stata) una grande opportunità: di contatti, conoscenza e condivisione ma anche di ostilità ed equivoco. Di perdita di tempo e ansie. Le ho provate e viste tutte. Ora le conosco a memoria e quando ti passano sfilze di idiozie, bufale e ogni discussione diventa una rissa capisci che bisogna dare un taglio. Subito.
Siamo al facebook 2.0 e aiutano questa consapevolezza i nostri ricordi che ci vengono proposti dal social. Ricordi di come lo usavamo, di cosa postavamo. E mentre quelli che tre o quattro anni fa ci irridevano ora fanno quel che facevamo noi, è giunta l’ora di una riflessione e di un cambio di strategia.
Come mi sto muovendo? Un po’ di auto-disciplina. Evitando di postare troppo. Evitando o limitando discussioni inutili e provocazioni. Eliminando possibili tensioni. Tenendomi visibili nella news feed solo i contatti che valgono. Cancellando tutti quelli con cui non ho voglia e tempo di condividere nulla (in primis sbufalatori e condivisori di cazzate). Lavorando più sul mio sito www.tixi.it per le riflessioni.
Ci provo, non è facile, ma intanto mi alleno a migliorare la mia presenza sul social senza aver troppe pretese di essere compreso, condiviso e apprezzato.
Non esiste una formula magica e nemmeno il non condividere è la soluzione. Vorrei metterci sempre più qualità. Vorrei fare un servizio utile, motivare e informare, raccontare o far emozionare: alcune volte ci riesco altre no. Spesso cado nella presunzione o forse trasmetto questa idea. Ci poniamo sempre domande noi che comunichiamo. Ma che siamo un po’ stufi di facebook penso sia oramai certezza.