La domanda più stupida che ricevi quando viaggi è: ma quanto spendi? Ma chissà quanto costa!Viviamo oramai in una società calcolatrice in mano, capace solo di quantificare le cose materiali, di fare liste della spesa, i bilanci, i rendiconti, i preventivi, mai di considerare il valore di quelle cose che animano l’esistenza e rendono VIVI nonostante pensieri e preoccupazioni. Di perdere tempo per un sogno o una passione che ci renda ancora desiderosi di un’alba o di un tramonto.
Ragionieri tristi e incravattati che vivono alle prese sempre con i bilanci.
Le loro domande esistenziali?Quanto perdo e quanto guadagno? Cosa mi costa? Quanto mi dai se faccio questo? Chi me lo fa fare? Come farò?
Non rischiano, non provano, non si emozionano. Detestano chi lo fa: è poco serio, bisogna pensare alle cose importanti. Per loro è tutto contabilizzato, emozioni comprese. Vanno regolate o si rischia di apparire strani e fuoriluogo.
Arrivano alla tomba facendo ancora i conti, poi in punto di morte rammaricandosi delle esperienze rimandate alle occasioni migliori.
Caro calcolatore, ok i voli, le sistemazioni e i trasferimenti, ma poi quantificare le emozioni, i ricordi, le esperienze, le sensazioni, i pensieri, i miglioramenti alla tua lingua e mentalità, tutte le cose che impari solo viaggiando e conoscendo? Ae ci riesci, sono qui ad aspettare una cifra.