Il nuovo anno presuppone una serie di promesse, progetti, programmi che dureranno il breve arco di qualche giorno.
Passati i fatidici festeggiamenti del 31, si ritorna alla vita di tutti i giorni, alle cose di sempre, al lavoro e i weekend, alle facce conosciute, ma in realtà è un nuovo inizio, una ricarica di energia.
È forse uno dei pochi momenti in cui facciamo un bilancio della vita e di quel che è stato. Per la verità questi bilanci ci accompagnano quando siamo alle prese con una fatalità o un episodio grave, una malattia o una scomparsa. Allora mettiamo in moto la nostra memoria, scandagliamo quello che è stato e cominciamo a guardarci dentro, dividendo le cose importanti da quelle meno.
Purtroppo le promesse e i buoni propositi durano poco: quando ci immergiamo nuovamente nel mondo, capiamo che è sempre difficile cambiare. Se dovessimo leggere i buoni propositi, il mondo sarebbe affollato da gente per bene. Ma questo buonismo si scontra con rapporti sociali sempre più complicati, promesse non mantenute, difficoltà economiche ed esistenziali. Vivere tranquillamente oggi è complicato, a meno di trovare la giusta filosofia o comunque immergersi poco nel mondo e nelle sue conflittualità. Ovvero non fare nulla, non esporsi, non parlare, non cercare contatti e restare nel proprio cerchio.
Sto per terminare questa mia breve vacanza a Barcellona, nata tutta negli ultimi giorni.
È stato un bene staccare. A Cagliari avrei avuto qualche serata per il 31 ma ho preferito cambiare aria: non sempre bisogna rincorrere il denaro anche in tempi come questi. Spesso un viaggio o comunque un distacco è un investimento. Barcellona è una città ottima, si sta bene, riassume tante piccole cose che abbiamo a Cagliari, le potenzia e le amplifica. Ci fa pensare a come sarebbe bello se… Ma forse ho raggiunto anche un equilibrio per dire che la mia città non cambierà mai e che nessuna ricetta risolverà nulla. Bisogna tenerla così com’è, ridere delle nostre ossessioni, scherzare su fintivip, nenni, cagliaritonti e altre ossessioni provinciali, ma non aver grande fiducia nel futuro, ritagliando spazi per respirare e godersela nella sua bellezza. Forse cercare questa bellezza.
In giro per il mondo incontro spesso amici che sono andati via a lavorare. È un piacere rivederli e ascoltare le loro storie. Spesso leggo nei loro occhi un entusiasmo e un equilibrio che un po’ invidio. Forse è solo una mia impressione ma trovo persone completamente trasformate, con ambizioni e speranze più ampie, quello che forse ci manca sempre per colpa nostra e di questa insularità che non ci permette di realizzare i nostri sogni.
Mi godo l’ultimo giorno ripensando alla mia vita, alla mia città e a questi giorni catalani in cui non mi sono di certo risparmiato. Un 31 in disco senza pensare all’orario, a quanto ho speso (lo ammetto) e a nulla, come un semplice cliente, per poi abbandonarmi in un dolce ritorno in pullman, così come facevo quando vivevo a Dublino, uno dei periodi più belli della mia vita. Si può sempre respirare e vivere intensamente, basta scrollarsi di dosso un po’ di polvere e vivere come se fosse l’ultima notte al mondo.
Dimenticavo… Quali promesse per il 2013? Esserci sempre, alla grande.