Questo weekend, complice finalmente la quasi assenza di altri impegni e viaggi, sono rimasto a Milano. Tempo di riordinare casa, aspettare il nuovo armadio e rimettere a posto documenti e pensieri.
C’è stato spazio anche per guardare la tv o meglio Youtube e i video sul web e così, non mi ricordo nemmeno perché, sono stato stuzzicato da una parola di cui ultimamente si parla spesso, ovvero minimalismo. Cercando su Google, partendo dalla parola minimalismo, mi son imbattuto su Netflix in un documentario che vorrei consigliarvi perché può essere utile a darvi nuove suggestioni e ispirazioni. Si chiama, neanche a dirlo, Minimalism: A Documentary About the Important Things
Trovare questo video è stato come quando parli o pensi a una persona ed ecco, quella ti chiama o ti manda un messaggio, forse perché come ogni periodo di vita, ho iniziato ultimamente a riordinare alcuni aspetti, a cercare parole nuove per il mio lessico, a puntare con più consapevolezza sulla meditazione, l’attività fisica e i progetti.
Il documentario è uscito nel 2016 e descrive il passaggio ad uno stile di vita minimalista da parte dei due autori Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus che per motivi personali diversi si trovano a dover mettere in gioco la loro esistenza. Da qui nascono un podcast, un libro, un sito web e il film. Nel film, oltre ai due autori, troviamo interventi di altri esperti, neuroscienziati, scrittori e buona parte di esperti come Leo Babauta, Joshua Becker e Colin Beavan.
Minmalismo, cosa e perché? Molti pensano sia un inno a buttare tutto l’inutile e vivere in una casa bianca e semivuota. E se invece significasse fare spazio per avere di più? Più tempo per le nostre passioni, più soddisfazione nelle cose che facciamo e negli oggetti che possediamo?
Mi piace notare che Millburn e Nicodemus non siano estremisti e chiariscano che comprare e consumare non è una cosa da bandire totalmente o da vedere come il male assoluto: è normale e nella nostra società non possiamo fare a meno di molte cose. Il pericolo sta nel consumismo sfrenato, comprare oggetti per possedere qualcosa che appena arrivato nelle nostre mani perde interesse. E pensare, come accade già, che siamo quello che possediamo e non quello che siamo veramente..
Dopo la visione ho iniziato a pensare a quanti oggetti (ma non solo) inutili abbia con me e quanti altri fardelli ci possiamo portare con noi. A come programmarmi un decluttering di abbigliamento, tecnologia e altri oggetti. Mi son vergognato nel pensare a certi acquisti che ho fatto, ai soldi spesi, per curare dei vuoti momentanei.
Allora ecco la domanda: il minimalismo magari porta un cambiamento in positivo alla mia vita? Perchè non tornare a decidere noi cosa avere, cosa comprare e cosa fare, perché ci piace e non perché ce lo impone la società o la massa.
Il documentario Minimalism: A Documentary About the Important Things è disponibile su Netflix, in inglese ma con sottotitoli anche in italiano (una buona occasione anche per imparare un po’ di inglese, no?).
Consiglio di guardare anche il sito degli autori The Minimalists che offre spunti di riflessione e consigli per chi volesse intraprendere questo cambiamento.