Sono a 1300 metri, in una baita su un tramonto che combatte con le nuvole e profuma di pioggia delicata.
Il profumo acre del camino mi riporta ad atmosfere invernali, ai paesini illibati della Sardegna dove ancora la modernità non è arrivata, dove si respira l’ancestrale infanzia e il ricamo dei ricordi.
Il presente ci ha rubato le stagioni, il caro vecchio inverno, e ritrovarlo qui d’estate, in Trentino è davvero curioso.
Perdo il conto dei giorni e delle ore.Poi ho un pensiero nell’aria. Mesi fa un amico, storico professore di filosofia del Pacinotti, Ettore Martinez, con cui ho preso caffè ricchi di idee e riflessioni esistenziali, mi ha dato una lettura perfetta delle delusioni e delle sconfitte: “Nick, tu stai elaborando un lutto! Passerà”.
Quella frase è stata geniale. Me la son portata legata come i miei braccialetti al polso e mi ha aiutato a superare le amarezze e crisi che avvolgono una vita come la mia, di sfide cruciali e di finali di Champions.
Da quando è morto papà, oltre dieci anni fa, non ho avuto più nessuno che mi risolvesse gli intrecci: ho sulle spalle tutto io.
Le parole e le frasi sono alchimie.
Il prof, con quella, mi ha aiutato a superare i passaggi sfortunati, le cadute e gli amici e le amiche che mi hanno trattato male. I tanti fallimenti della mia vita (sì, ne ho avuto tanti).
Mi ha dato una chiave di lettura di tante cose per convivere e superare il dolore.
Ancora grazie prof.