Oggi tornando in aereo ho visto tante gente incazzata: per i posti, per i bagagli che non potevano essere imbarcati, per quelli che non venivano alloggiati sopra la propria testa, per farsi due passi a piedi e raggiungere l’aeromobile.
Se ci pensate inezie. Ma clima di guerra. Toccami e ti azzanno. Sempre e solo incazzo. Continuo. Su ogni cosa.
Non ci va mai bene niente. Tutto è dovuto, tutto deve andare perfettamente e guai a contraddirci. Ci scateniamo poi sul web creando questo clima di continua ostilità. E, sia chiaro, da questo gioco non mi escludo.
Questo non vuol dire che dobbiamo sopportare un disservizio chiaro o chi calpesta i diritti, ma forse, causa facebook, stia emergendo solo il nostro lato di insofferenza e lamento e dobbiamo utilizzare, magari, meglio le energie, gli spazi di libertà e protesta.
Ecco, esercizio quotidiano:
1) ridurre le lamentele al minimo indispensabile, possibilmente offrendo soluzioni (nel dubbio, astenersi);
2) essere comprensivi, se possibile (nessuno è perfetto);
3) non partecipare alle discussioni polemiche o mollarle non appena degenerano (la rissa è dietro l’angolo);
4) non rispondere agli attacchi su fb dei provocatori (quanti…anche tra gli amici);
5) togliere dalla propria home i lamentosi cronici (non quelli costruttivi).