Qualcosa di infinitamente bello è successo ai Golden Globe 2025, come le parole
di Demi Moore che con The Substance ha vinto il suo primo premio.

«Ci ho messo così tanti anni, più di 40, per arrivarci. Questa è la prima volta che come attrice vinco qualcosa! Sono emozionata e profondamente grata… Trent’anni fa un produttore mi disse che ero una popcorn actress e per me questo significava che non avrei mai avuto diritto a una cosa come questa, che avrei fatto film da grossi incassi senza che ci fosse un riconoscimento».

«Ho creduto a quelle parole e mi ha fatto male, la cosa è diventata così corrosiva col tempo che a un certo punto, alcuni anni fa, ho pensato che il mio tempo era finito, che ero fuori dai giochi, che per me non c’era più niente da dare. Finché non è arrivato sulla mia scrivania un copione coraggioso e completamente fuori dagli schemi (quello di The Substance) e lì ho pensato che era un segnale dell’universo che mi diceva che non era vero che ero “spacciata”».

L’ascoltiamo e siamo con lei, non più emozionati solo per lei, ma anche per noi, perché prima o poi, finiamo in tanti a sentirci così, svuotati e un po’ abbattuti da parole e frasi ricevute.

Incontriamo spesso persone che sminuiscono chi siamo e quel che facciamo. La fiera è ben nutrita, amici, conoscenti, parenti, utenti social, pronti sempre a giudicare e etichettare. E poi accade che pian piano todo se cumple. I riconoscimenti arrivano, i successi e quelle parole che ci hanno corroso diventano solo la dimostrazione che noi andiamo avanti e tanti restano dei poveri idioti.