Due amici giornalisti che si incrociano per caso in palestra senza sapere che l’altro la frequentasse. Dieci minuti scarsi di chiacchiere, tra uno che sta andando via e l’altro – Tixi – che si è dimenticato i pantaloncini, una panca e un appendiabiti, e la vita si srotola come un titolo d’apertura.
Parlano di difficoltà che non si raccontano mai, di articoli da chiudere e sogni che a volte sembrano lontani. C’è la voglia di restare sempre sul pezzo, far contenti tutti, uffici stampa, persone, di non mollare la presa, le collaborazioni e i contatti, ma anche quella paura che ogni tanto bussa alla porta, quando la passione si mescola alla fatica e alla mancanza di respiro. Come in questo fine anno.
Dieci minuti bastano. Sembrano un album vecchio stile di quello che compravi da piccolo alla Casa del Disco e avevi paura di sfogliare tanto era bello. C’è tutto.
Si salutano con una pacca sulla spalla, come se si fossero dati una risposta. Non riescono mai ad organizzare una cena e un caffè ma capiscono che non c’è nulla di cui incolparsi: prima o poi accadrà. In fondo, a volte basta sapere che l’altro è lì, a sollevare il suo stesso peso.