“Mamma grazie per quel che hai fatto”. In quesa frase, una delle ultime al telefono, c’è la storia di un amore. Quella di una madre per una figlia, quella di due persone che decidono insieme di condividere una vita e un’avventura e di essere condannati allo stesso destino.
Gloria e Marco, i fidanzati dispersi nella tragedia londinese della Grenfell Tower e la loro ultima chiamata a casa.
Lei, una di tanti italiani fuggiti all’estero. Dopo la laurea con il massimo dei voti, in Veneto proposte di lavoro per 300 euro al mese. Ma non voleva pesare sulla famiglia e ha deciso di andare all’estero con Marco. In poche settimane ha avuto l’occasione di guadagnare quasi duemila sterline al mese. Londra ha saputo offrirle ciò che meritava per le sue capacità.
Marco, laureatosi a pieni voti, aveva ottenuto anche un lavoro, quello che non era riuscito a trovare in Italia, dopo aver completato gli studi allo Iuav di Venezia nel 2016.
Si sono conosciuti frequentando l’Università a Venezia, dove si sono laureati nel 2016. Insieme a Londra hanno deciso di andare a convivere, puntando a perfezionare l’inglese e trovando subito lavoro in uno studio di architettura.
La scelta dell’alloggio è stato quel maledetto ventitreesimo piano.
“Cervelli in fuga” come spesso si dice anche con una punta di disprezzo o trattati da traditori e ignavi. Giovani pieni di speranze che cercano semplicemente un futuro che il proprio paese non offre. E poi il destino, a decidere quel futuro.