Dedico molto spesso i miei post all’informazione.
Sembrerà quasi avventato dirlo, ma l’informazione è uno dei maggiori problemi che troviamo in Italia. Informazione carente, controllata da sistemi di potere, e spesso nelle mani di abili maghi della menzogna o di cronisti ignoranti.
Il web ha fatto il resto permettendo la diffusione di notizie in larga scala, comprese le bufale.
Due fatti hanno preso l’attenzione questi giorni:
la denuncia della moglie di Di Cataldo di aver subito percosse e la presunta vicenda di Ibarbo, capace di mandare in ospedale una donna dopo un rapporto sessuale.
Le notizie hanno subito fatto il giro con la logica della condivisione.
Sul caso Di Cataldo, come ampiamente segnalato in un bell’editoriale, è mancato l’abc del giornalismo che purtroppo . Tutti hanno ripreso la notizie, postata da Selvaggia Lucarelli, senza andare a chiedere al cantante .
Sul caso Ibarbo fa ridere come tante testate si siano fatte imbrogliare da un fake bello e buono.
Il problema non sono le bufale: siti farlocchi, portali di news che per un clic vendono pure la mamma e giornalisti incapaci ce ne sono ovunque. Ma sorprende quanta gente acriticamente creda a tutto quel che passa. Capaci di cliccare “condividi” su ogni cosa. Finché parli della protuberanza di Ibarbo puoi ridere, il problema è che l’esercito di ignoranti, dei condividi se hai un cuore, dei “guarda questo video” è maggioranza nel paese