Passano i giorni, le settimane e i mesi e Milano mi sembra sempre meno un posto difficile da capire, sempre meno d’acciaio, freddo e di velocità inafferrabili per noi gente del sud tranquillo e lento.
Certo, la velocità e la dimensione ti annichiliscono, le distanze ti obbligano ad una buona dose di organizzazione e motivazione per restare vivi.
Saranno i bei tramonti, sarà la primavera (oddio è pure una canzone) ma anche ieri, tornando a casa, ho sentito una strana aria, meno acerba del solito. Quella che ti avvolge e quasi tende la mano. E’ vero, la mancanza del mare è un grosso macigno sulla mia anima, ma non è mai detto che ti possa innamorare di qualche posto che non avresti mai detto. Chissà…
Perché Milano è indubbiamente bella, ed è bella se la conosci meglio. Non si dà alle prime uscite, non è facile, e tu resti sconvolto quando inizi a percepire qualcosa di diverso da quello che credevi, e non la capisci se non eviti i soliti giri, allontanadoti da bar senza anima e circuiti turistici battuti. Quindi non bastano solo Duomo, Galleria, Corso Vittorio Emanuele, Stadio San Siro, via Montenapoleone e forse anche il Castello Sforzesco).
Milano cambia dalla mattina al tramonto, quando l’ansia metropolitana e l’ufficio si traducono in poesia, quando la luce propone colori interessanti, si accendono i bar, il ritmo si rallenta, quando ti perdi in qualche via meno nota, quando ti ritrovi nei suoi vecchi tram, che sferragliano in città e tu te ne stai su quel sedile di legno pensando di essere in un film in bianco e nero.
Il Duomo certo, la Galleria Vittorio Emanuele e poi il Castello Sforzesco con una passeggiata tra i negozi. Ma Milano non basta. Milano è anche la Chiesa di Sant’Ambrogio e Brera, i Navigli, le Colonne di San Lorenzo e il Quadrilatero della Moda.
La sera sono stato spesso per il Quartiere Isola, partendo dalla Stazione di Porta Garibaldi, ricolorata dagli studenti. Localini, palazzi bassi, ristoranti di buon gusto. L’aria è frizzante e gli incontri sono sempre interessanti. Si chiama Isola perché è un pezzo diverso di Milano, un’enclave fuori dai rumori metropolitani e dai contorni da vicinato. Ve ne accorgete e rimanete un po’ disorientati.
Poi c’è il Bosco verticale, il Palazzo Unicredit e il Palazzo Lombardia, una Milano nata negli ultimissimi anni, che ha cambiato decisamente la skyline della città. I grattacieli si sollazzano nell’azzurro mentre sotto c’è una nuova piazza, ricca di colori e luci al tramonto, Gae Aulenti, luogo di ritrovo e di buone letture.
Poi ci sono i Navigli, e tanti sottovalutano questo luogo perchè non è mare. Se siete curiosi fate un salto al Vicolo Lavandai, vi sembrerà di rivivere nella Milano delle donne che, fino agli Anni Cinquanta, si recavano qui per lavare i panni. Se volete restare tra la folla metropolitana c’è sempre la Nuova Darsena, una piazza sull’acqua nata di recente che d’estate diventa quasi invivibile. Anche qui, la visuale è di una Milano che non ti aspetti. Sempre nei dintorni dei Navigli ho scoperto Le Colonne di San Lorenzo, di fronte alla omonima Basilica.
Non voglio illudervi e non mi sento esperto: io sono ancora un dilettante e vi ho descritto poco o nulla, ma fate un salto da queste parti, fatevi sentire, magari ci troviamo per un aperitivo. L’Happy Hour meneghino, copiato in ogni dove, è un’imperdibile tradizione: si può acquistare un drink e servirsi a un ricco buffet di cibo. L’aperitivo è un modo per incontrarsi, conoscersi e soprattutto…cenare senza spendere troppo!