In questi giorni di quarantena per il coronavirus ho meditato tanto. Ogni giorno è stato un piccolo impegno da seguire, una scadenza, un’abitudine da rafforzare.
Dico la verità, prima era più saltuaria e dipendeva dai momenti. Oggi è diventata necessaria e saltarla è come sentire un senso di colpa.
La meditazione è una risorsa per limitare a danni psicologici e fisici alla reclusione forzata in casa che di sicuro non rappresenta uno stile di vita che genera effetti positivi.
Poi, qualche giorno fa, ho pensato, perché non farne anche un articolo raccontando la propria esperienza? E perché non iniziare a usare il blog per condividere, come in passato, idee e risorse utili in questo tempo sospeso?
Eccolo qui.
Sapete che la meditazione serva a sopportare lo stress, a limitare l’ansia, a essere più concentrati, per avere un maggiore benessere e diventare più produttivi. Si parla anche di diverse ricerche scientifiche e articoli che lo confermano. Ma voglio restare nell’ambito dell’esperienza personale.
Come posso iniziare a meditare? Me lo hanno chiesto tanti e me lo son chiesto qualche anno fa io. Poi tra amici, conoscenti, libri e corsi di yoga mi son fatto una mia idea.
La meditazione è consapevolezza del momento presente. Vivere l’attimo, prendere contatto con sé stessi, osservando in maniera equanime quel che succede.
Per uno come me, sempre preso da idee, progetti e situazioni in gioco la meditazione è stato un toccasana proprio per cercar di fermare il brulicare dei pensieri e tornare al momento presente. Basta rincorrere passato e futuro, basta pensare sempre al domani, al preparare, all’occuparsi di mille cose anche insieme.
La meditazione serve a questo: a vedere i pensieri senza giudicarli, all’inizio, lasciarli passare senza neanche accorgersene, recuperando quindi il momento presente. Che significa presenza per sé, per gli altri, per le cose che facciamo, e consapevolezza senza più quel brusio di sottofondo che non ci permette di capire cosa stiamo facendo e dove stiamo andando, come se in preda alla corrente.
Sì, ma come inizio?
Anche io ci son arrivato piano piano. Mi son informato cercando e trovando una mia piccola via da condividere. Una delle tante, un’esperienza, senza pretesa che si quella giusta (e mi scuseranno gli esperti)
Ho voluto raccogliere tutto in alcuni consigli:
- Trova un luogo e un momento tranquillo.
Quando e dove ti trovi meglio? Al risveglio? La sera prima di andare a dormire? Dentro un armadio (sì, anche quello)? L’importante è evitare di essere disturbati. Puoi usare dei tappi (nelle parafarmacie, in farmacia o su Amazon ci sono tanti modelli), le cuffie con una musica rilassante, chiedere gentilmente a tutti di non disturbarti… decidi tu!
- Siediti comodo.
Senza perdere tempo nella ricerca della posizione perfetta, sentiti comodo e tieni la schiena dritta. Puoi essere seduto su un cuscino sul pavimento, con la schiena contro il muro. Oppure schiena a letto, nel divano, con le gambe incrociate. Importante è che la schiena sia dritta e comunque ti senta bene.
- Comincia con pochi minuti.
Qual è il tempo migliore? Di certo il più possibile. Inutile però provare sessioni lunghissime. Io ho cominciato con 3 minuti per poi passare a 5, 10 e 20. Senza nessuna interruzione. Per arrivarci bisogna allenarsi, acquisire abitudini, migliorare. Iniziare piano è la tecnica migliore. Vanno bene 5 minuti, o anche 3, persino 2. Cominciare così è facile, così facile che quasi non ti sembrerà di averlo fatto. Dopo una settimana i minuti possono diventare 5-7, quella successiva 10-12; poi puoi arrivare a 15-20. Un piccolo sforzo, da aumentare sempre.
- Concentrati sul respiro, è il segreto!
Segui l’inspirazione, l’aria che entra dalle tue narici, e poi segui l’espirazione, l’aria che esce e torna nel mondo. Gli occhi possono restare aperti o chiusi. Puoi sorridere oppure no. Ti può aiutare contare: uno inspira, due espira, tre inspira, quattro espira. Oppure, ancora più semplice: uno dentro, due fuori, tre dentro, quattro fuori… fino ad arrivare a dieci. E poi ricomincia da uno.
E se la tua mente se ne andrà a spasso? Segui i tuoi pensieri come nuvolette, quel tanto che basta per acciuffarli e ricondurli dolcemente al tuo respiro: uno dentro, due fuori, tre dentro, quattro fuori. E così via.
- Osserva, non giudicare.
Quando ti concentri sul respiro, osservalo e basta. Ascolta il tuo respiro, senza forzarlo mai. Alcune volte ti piacerà, altre volte meno. Devi osservarlo per come è. Lo stesso per i pensieri: qualsiasi direzione prenda la tua mente, va bene così. Riconduci la tua attenzione al respiro. Sii equanime, una bella parola che mi ha insegnato il mio maestro di yoga. Non fermarti a ragionare sui tuoi pensieri, a giudicare se siano buoni o cattivi, positivi o negativi. Non cercare di cacciarli via: riporta gentilmente la tua attenzione al respiro e niente più.
- Metti un timer.
Per evitare di dover controllare di continuo l’orologio per il tempo, metti il timer sul cellulare con l’effetto silenzioso. Poi scegli una dolce suoneria per annunciarti che la meditazione sia finita.
I risultati? Dopo mesi posso dire che l’energia, la creatività, la capacità di gestire meglio le situazioni emotive sono state ben diverse dal periodo precedente.
Questi i miei semplici consigli per iniziare. Non voglio sostituirmi in nessun modo a chi insegna questa pratica o a chi scrive e studia la meditazione, per cui nutro profondo rispetto. E’ una semplice condivisione di esperienze.
Mi farebbe piacere che la provassi e poi mi scrivessi le tue impressioni a info@tixi.it.
Che ne dici? Cominciamo? 🙂