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Amore e musica

Ho sempre pensato che la musica, oltre ad essere cultura, resti prima di tutto una forma di amore. Un modo con cui lo si condivide e trasmette alle persone, fosse anche una sola che ti ascolta e per cui susciti un’emozione.
Ed è quello a cui punto quando accendo una consolle e faccio il DJ, prima ancora del farmi vedere o guadagnare soldi e “successo” (!). Trasmettere amore, appassionato e indistinto. Superare le distanze e le differenze.

Come diceva Leo Buscaglia «Condividere non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare».

Rivedi il live di oggi https://www.facebook.com/1053825293/videos/10220024642100391/?d=n

La filosofia ci salva la vita

Giorni fa un amico, alla fine di una cena, mi ha detto sorridendo: «Ti seguo e leggo spesso quello che scrivi e le interviste che fai.
Mi spiace, anche se ti apprezzo, sei troppo filosofico, la vita è altro e con la filosofia non si guadagna».

Ho sorriso, convinto delle mie ragioni e ho risposto: «Altro che numeri, che son importanti, c’è tanto che abbiamo perduto e questo qualcosa non lo puoi rendicontare e cogliere subito».

Se questo paese pensasse, ragionasse, puntasse su cultura, arte e pensiero e istruzione, dalle scuole alla musica, lo sport come fattore educativo, passando per teatro e arte, senza dimenticare nemmeno i DJ, che sono portatori di altra cultura musicale, forse sarebbe davvero diverso.

Invece no, ci siamo imbruttiti, avvelenati, siamo diventati cinici e incapaci di cogliere la bellezza che ci circonda, di trovare comuni dominatori e punti d’incontro. Rabbia e disagio contro gli altri. Invidia e frustrazione per i vicini. E le conversazioni su facebook lo dimostrano.

Basta esser salmoni, e poi chissà…

Salmoni

Giorni fa un amico, alla fine di una cena, mi ha detto sorridendo: «Ti seguo e leggo spesso quello che scrivi e le interviste che fai.
Mi spiace, anche se ti apprezzo, sei troppo filosofico, la vita è altro e con la filosofia non si guadagna».

Ho sorriso, convinto delle mie ragioni e ho risposto: «Altro che numeri, che son importanti, c’è tanto che abbiamo perduto e questo qualcosa non lo puoi rendicontare e cogliere subito».

Se questo paese pensasse, ragionasse, puntasse su cultura, arte e pensiero e istruzione, dalle scuole alla musica, lo sport come fattore educativo, passando per teatro e arte, senza dimenticare nemmeno i DJ, che sono portatori di altra cultura musicale, forse sarebbe davvero diverso.

Invece no, ci siamo imbruttiti, avvelenati, siamo diventati cinici e incapaci di cogliere la bellezza che ci circonda, di trovare comuni dominatori e punti d’incontro. Rabbia e disagio contro gli altri. Invidia e frustrazione per i vicini. E le conversazioni su facebook lo dimostrano.

Basta esser salmoni, e poi chissà…

Uscire dalla crisi e due parole utili

Il periodo è difficile e non ho soluzioni semplici. Sento tanti amici al palo e l’unica cosa che posso fare è consigliare qualcosa idea o metterli in contatto con altre persone che potrebbero avere esigenze simili. Una sorta di piccolo incontro tra domanda e offerta, di network forzato.

La mia ricetta di sopravvivenza, senza pretesa che valga per altri, è stata quella sempre di tenere i piani B e C, imparare a specializzarmi in due o tre attività (comunicazione, musica e scrittura), incassare veloce le sconfitte, imparare a scegliere e cambiare quando non fossi contento, conoscere persone nuove e tenere mente e fisico allenati ma anche avere sempre uno zaino pronto. Perchè anche i viaggi ti danno energie e soluzioni e ti insegnano a essere indipendente.

Lo so che per molto questa concezione di vita è assurda o impensabile, legati alcuni a situazioni di vita (ahimè) che non permettono grandi spazi di manovra (massimo rispetto) o a semplice ignoranza e provincialismo che sfocia poi in chiacchiericcio e critica rabbiosa (niente rispetto). Ma credo che oggi più che mai una frase come “attitudine al cambiamento e al rischio” sia necessario interpretarla e viverla. Non è mai troppo tardi.

Il canale Youtube Tixi è ora online, vai a visitarlo!

Dopo alcuni mesi di gestazione, il canale YouTube Tixi è online. Un progetto avviato nel 2016 che ha visto la luce solamente questi giorni, “complice” la quarantena. Un altro modo per utilizzare il tempo prezioso di questo periodo strano, dovuto al coronavirus.

Youtube è una piattaforma che non ho mai frequentato se non negli ultimi anni, ma da utente. E ora voglio pian piano ritagliarmi uno spazio provando, come tanti altri, a produrre materiali interessanti.

Tre saranno gli argomenti:

  • MAKE SOME NOISE! la mia attività da DJ musica, con alcuni djset e mixati liberamente ascortabili, molti dei quali sono le repliche della mia trasmissione Sardinia Make Some noise su Radio Sintony.
  • OGGI COME VA? interviste a persone, esperti, professionisti o qualcuno che abbia da raccontare una storia interessante.
  • I VIAGGI, piccoli reportage di qualche meta, città o località che ho visitato!

Vi aspetto su Youtube, per vedere altri video, commentare e interagire.

Grazie in anticipo del supporto!

Empatia (grazie al coronavirus)

Ieri notte una mia amica mi ha scritto un messaggio, era il solito strano sabato, senza impegni da DJ, come oramai succede da qualche mese. Un sabato tranquillo, che vivi a casa, leggendo qualcosa o guardando la tv.

“Questa sera dopo aver lavorato a pezzi durante la giornata, pulito, fatto da mangiare ed ascoltato l’intervista di Tixi, verso le 19 sono andata a fare la mia solita 30 minuti di scale, su e giù. Cuffie e radio per caricarmi. Solitamente funziona ma poi ho sentito una donna alla radio che piangeva per la sua situazione, piangeva disperatamente
Ho pianto per un ora
Questa parte di vita mio dio non si potrà mai dimenticare, un silenzio e le lacrime. Oggi la mia creatività è andata a farsi fottere. Vorrei fare un post creativo ma non ci riesco domani sarò più positive amico caro”.
Le chiedo come mai quella donna piangesse.
“Per la sua attività, le bollette continuano ad arrivare e lei non ha liquidità non c’è la fa, lei come tanti altri. E sentirla, mio dio quanto piangeva era come se fosse morto un parente stretto. Qui la gente si sente tradita dalla terra
Da gente che parla e basta e io vorrei poterli aiutare, e non so come fare Nico, vorrei aiutare me te tutti ma siamo in movimento ma immobili. Non so scusa questa è la percezione”.

Credo che questa crisi dovuta al coronavirus abbia messo in mostra i nervi scoperti delle nostre comunità ma abbia anche permesso a tante persone di riscoprire e condividere una bella cosa: l’empatia e la sensibilità, la capacità di farsi carico anche del disagio altrui, anche se non si conosce. Ed è una qualità che hai o non hai, senza mezzi termini.

Ieri c’era un bel film in tv, Amarsi troppo. C’è una scena perfetta che racconta la parola empatia dalla voce del buon Ferruccio Amendola, doppiatore del come sempre impeccabile Al Pacino.

https://www.youtube.com/watch?v=7bfwJrxWJB4

Sensibilità

Parlare con la gente. Ascoltare le storie. Non voltare lo sguardo. Essere comprensivi delle difficoltà altrui, specie ora che tanti amici, conoscenti e sconosciuti sono rimasti al palo, senza lavoro e entrate per sopravvivere. Perdere tempo per gli altri.
Non me ne frega nulla della forma e dei modi, cercatela altrove.
Col mio lavoro giornalistico e comunicativo voglio fare questo, non ho paura di vedere gente, spesso anche amici, che provocano e osteggiano.
Essere sensibili e aperti al mondo, come ricordava Roberta Relli in una bella intervista insieme è un dono che non decidi tu, è la vita che lo sceglie.

4 maggio, un nuovo inizio

Lunedì 4 maggio, un nuovo inizio. La data di lento ritorno alla normalità dopo quasi due mesi di quarantena.

In questo periodo abbiamo pensato tanto, ci siamo annoiati, abbiamo rafforzato passioni e idee, abbiamo riorganizzato la vita ma abbiamo anche temuto il peggio, fermi dalle nostre attività lavorative e lontani dagli affetti. Purtroppo è stato un periodo difficile, pieno di dolore e tragedia.

Avevamo dato per scontate la libertà e la salute che mai avremmo immaginato di poterci trovare in questa situazione. La vita è cambiata da un giorno all’altro. Tre mesi fa vedevamo lontano il coronavirus, uno strano fenomeno che interessava solo la Cina. Oggi sappiamo che può mettere a rischio un’intera umanità e farci cambiare completamente le abitudini.

Sarà la stessa normalità?

Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma ci sarà chi cercherà quella normalità perduta e chi invece no. Saprà che ci sarà una nuova normalità e ha visto questo tempo sospeso come un’opportunità per resettare, ripartire, cambiare. Un nuovo inizio. Siam sicuri, poi, che quella normalità di stress, velocità, consumismo, competitività, ambizione, successo senza regole ci piacesse davvero? E che fosse così sana?

Benvenuto 4 maggio

Così, ripartiamo. Chissà come saremo. Non nascondo di essere emozionato ma di portare dentro il peso di quello che abbiamo fatto per tutte queste settimana.

Ho cercato di capire, migliorarmi e trovare nuove strade. Ho fatto tantissime dirette live con persone (ecco il mio canale YouTube), ascoltando storie e pensieri, ho scritto e fatto musica. Mi son fermato a riordinare le idee, ho letto qualche buon libro, imparato diverse cose nuove.
Ora è il tempo dell’attenzione, del rispetto per le regole e responsabilità massima. Siamo tutti parte di una comunità in cui il comportamento dei singoli fa la differenza. Usciremo e dovremo essere ancora più attenti.  Nulla è finito, nulla è passato e sentiamo ancora il peso delle vittime del coronavirus e il grandissimo lavoro di chi ci ha protetto, a partire dal personale sanitario.

Ci sono tre piccole idee per ripartire che volevo condividere con te:

1. Anticipa la giornata

Che sia mezz’ora o un’ora prima bisognerà ripartire in anticipo. Servirà per permetterti di avere più tempo a disposizione per qualcosa, per riuscire a fare di più, anche solo per meditare e respirare o riordinare le idee. Un tempo guadagnato, consigliato specie la mattina quando possiamo godere della freschezza e del silenzio. Provaci!

2. Scrivi la tua to do list

Cosa puoi fare durante la giornata? Ogni mattina oltre a fare un bilancio della giornata prima, provo a scrivere alcuni impegni. Qualcuno consiglia di scriverli anche la sera prima. Portali con te, nell’agenda, in un notes o nel cellulare. La todolist ti servirà come se fosse una bussola per orientarti e suggerire le priorità, senza dimenticare di lasciare del tempo per te. E non dimenticarti di scrivere il diario, come ti avevo suggerito tempo fa in questo articolo.

3. Elimina il superfluo

Quante cose sono inutili nella vita? Ce ne siamo accorti nella quarantena. Possiamo fare a meno di tanti oggetti, da riordinare, regalare o vendere (se possibile). Anche di collaborazioni, impegni, idee. Ancora possiamo rivedere i rapporti con le persone: forse questo periodo ci ha raccontato di quanto sia importante scegliere i giusti compagni di viaggio. Diminuisci, abbi meno scelte, segui la teoria del minimalismo (ecco cosa avevo scritto), tieni solo le cose e persone necessarie alla tua vita e alle tue passioni o che comunque ti arricchiscono. Scommetti che siano almeno la metà di quelle che hai ora?

Il 4 maggio è qui. Che sia un nuovo inizio, un’occasione per migliorare e riabbracciare le cose veramente importanti della vita! 

Corse di quarantena

Accendo la musica in cuffia e vado a correre. 
Lo faccio nella zona vicina a casa, seguendo alla lettera tutte le prescrizioni.
Scelgo un orario poco frequentato.
Mi godo il sole e un profumo dell’aria che da lontano mi fa pensare a qualche caminetto acceso. L’avrei voluto anche io, nella vita, lo ammetto.
Incontro sguardi persi e tristi.
C’è il babbo che sorveglia il figlio che fa due palleggi. Il ragazzino che dondola sull’altalena. Un altro ragazzo che cammina con il gesso. Una signora che prende il sole in un muretto e legge i messaggi del cellulare.
Tutti soli.
Appena passo, incrociano il mio sguardo con timore e quasi si voltano. Sembra abbiano vergogna che possa giudicarli, filmarli o segnalarli.
Faccio un gesto con la mano e saluto.
“Vengo in pace e sono un signor nessuno” vorrei dire loro.

La mia filosofia è sempre la stessa.
Rispetto le regole e rispetto la mia intelligenza e sensibilità.
Non voglio vivere in un mondo dove le persone abbiano paura di altre persone.
Dove ci guardiamo con circospezione.
No.

Italia?

In una breve pausa dal mio lavoro di scrittura mi fermo e penso alla campagna mediatica “vivere in Italia” “godere in Italia” e “restare in Italia”.
A questo patriottismo di cartapesta sbandierato senza nessuna ragione logica, senza valore e senza contenuto. Giusto per tenere buoni e coglioni tutti, e proveniente da ogni angolo.

Ma in questo caos disorganizzato di regole, personalismi, bigottismi e sceriffi da balcone, di tv impazzite, di mediocri felici di vedere morire didepressione altri, di sanitari mandato allo sbaraglio, di anziani sacrificati in RSA, di politici scarsi come nessuno, ditemi chi ha voglia di vivere in Italia e di ascoltare questa patetica propaganda da Minculpop.
Perché io ho davvero i miei dubbi.

Quello che ci lega a questo paese è il nostro equilibrio, la pazienza, l’amore per il nostro lavoro, la musica, le persone che ci sostengono e quelle per cui restiamo, la voglia di resistere e tenere salda la barra della ragione e della fantasia.
Penso ai Matteo, Maurizio, Cinzia, Riccardo, Andrea, Sonia, Stefano, Francesco, Alessandro, Michela, Roberta, Alessia, Francesca, Marco, Maria, Nicola, Luca, Tonio, Lello, Anna, Paolo, Liliana, Simona, Fabio, e tanti altri nomi di persone che conosco (la lista sarebbe lunga).

Ma quando questo amore metterà a rischio la nostra esistenza, quando sentiremo che la coglionaggine diffusa sarà devastante, appena possibile il biglietto di sola andata sarà la soluzione.

Quindi, meno si tira fuori questo finto patriottismo che è solo cieca obbedienza, meglio è.

(Ps dimenticavo: sono figlio di militari e ho fatto il servizio di leva)