Posts in Tixilife

E ancora grazie :)

Volevo dire grazie ai tanti amici e amiche di Cagliari edella Sardegna che si fanno sentire spesso per idee, collaborazioni possibili (io torno spesso e la mia attività di comunicazione non si ferma, anzi…) e anche per un semplice “ciao Tixi come stai?”
Lavorare con la Volkswagen è un’esperienza unica, un modo per sentirmi piccolo ma entusiasta di poter imparare e misurarmi con una realtà così importante. 
Milano -chi l’avrebbe detto? – mi sta portando tante idee e soddisfazioni, contatti, sfide, amicizie, serate, ma non dimentico tutti i legami e affetti che ho costruito nel tempo e il mio spirito viaggiatore e aperto. Giornate faticose e serate lunghe dove la stanchezza pare non arrivare mai.
Nonostante la nostra “lontananza” fa piacere avere un piccolissimo posto nel cuore di qualcuno. E se proprio vogliamo andare sul poetico, possiamo guardare la luna e sentirci sempre meno distanti.
Preparo la valigia per Barcellona.

Volevo darvi un consiglio: non fermatevi mai. Fate della vostra vita un fantastico viaggio infinito, senza perdere tempo.
Vi voglio bene ❤

Cerca l'entusiasmo

– io ti amato tanto- ma io non ti avevo chiesto niente!
Da questa mia curiosa discussione d’amore di molto tempo fa, prendo sempre esempio per parlarvi di entusiasmo, la qualità più bella del lavoro, ma anche quella che va usata con accortezza. Non sprecatela, non regalatela.
Ci sono persone che non ne vogliono sapere e altre che peggio ancora la vedono come un invadere campo altrui e quindi alla fine vi considerano o degli arrivisti o dei coglioni.

Altre, poche, che invece apprezzeranno molto questo vostro aspetto anche se magari potrebbero arginare positivamente questo vostro lato.
Volete un consiglio? Se siete entusiasti, propositivi, se avete voglia di fare, evitate ambienti, persone e situazioni dove mal sopportano l’entusiasmo. Anche se questi ambienti vi sembrano i più cool e importanti. Ci sono tantissime realtà che vanno avanti per inerzia e senza slanci. Esistono, sopravvivono, solo perchè alla fine sono le uniche sul mercato, senza considerare i margini di miglioramento possibili.
Appena notano collaboratori propositivi vanno nel panico. 

Un classico dna provinciale.
Lavorateci solo per denaro, se avete bisogno, ma non dateci l’anima, e se volete crescere e amate quel che fate tanto da voler essere protagonista (in positivo) siate accorti, lasciate perdere.

Prima di una serata

“Tenetevi strette le persone che anche se siete lontane riservano per voi un posto nel cuore” diceva qualcuno o forse nessuno.
Mi godo al buio la quiete prima della tempesta. No, non piove. È una serata da dj, di quelle infinite!

Per intenderci tra poco sarò al Lido. 

Secondo piano, con Alberto Bacchi e Marcello Salurso con cui oramai condivido sempre la consolle(assente giustificato Matteo Floris)

Si chiama Hangover

Tantissima gente, come sempre. 

Tanta energia.

Il mare a due passi.

Cazzo, dopo 20 anni non mi stanco ancora di godermi questi momenti prima della bolgia.

Domani stadio.

Valigia

Aeroporto

Partenza

Milano.
Supertixi modalità on.

Invidia

Come se non li avessi percepiti quelli che appena ti vedono lontano cominciano con le battutine “ecco, ora fa il figo perchè sta a Milano” e iniziano a buttare sottile veleno e sarcasmo. Li avete conosciuti mai?
Il prezzo da pagare.
Una delle cose che devi sopportare nella vita è l’invidia. Devi essere pronto all’invidia e allo sgambetto quando fai, ti esponi, comunichi, proponi, progetti, ti muovi, rompi le regole e su connottu. A Milano, per dire non ti si filano e se ti seguono sono proprio attenti perchè sei uno su mille. Qui se emergi un attimo dai tanti fai un peccato.
Ci sono persone che vedono questo come un valore aggiunto e altre, quelle piccole, che se ne fanno una malattia e allora “no, non può essere”.
Nella mia vita ne ho visto tanta invidia, travestita da falsi amici e collaboratori.
Non sopportavano ma non lo dicevano mai. Poi nelle classiche prove dei fatti e nei comportamenti emergeva quel loro lato.
E anche quando cercavi di coinvolgerli, stimolarli, rafforzarli per loro, dare sostegno e supporto era sempre un modo “per farti vedere” “per essere al centro dell’attenzione”. Perchè tu, entusiasta fin dall’anima, eri il coglione che perdeva tempo 😁. Poi quando riesci ecco che è colpa tua: sofferenza, tempo, sacrifici, persistenza sono piccoli particolari.
Poi c’è la selezione naturale che ti fa scegliere e l’esperienza che ti aiuta a capire. Ma resta sempre amarezza e qualche volta dolore, una ferita aperta quando questa invidia arriva da persone a cui volevi bene.
Un gran respiro, un anglosassone coddary e si va avanti. 💪

Trentasei ore

Dammi solo un minuto, cantavano i Pooh. Anzi, trentasei ore, le mie dei weekend in Sardegna. 
Per seguire le attività, far commissioni, rivedere mia madre e discutere un po’ di mille cose (litigate comprese), abbracciare amici vecchi e nuovi, fare il dj al Lido in una notte infinita, passare in libreria da Ale Cocco, incontrare Massimo Ciccio, respirare vento, fare un cd per la figlia di una cara amica, incazzarmi per il traffico, un po’ di attività fisica, un tramonto in cui perdermi e star male, rivedere un’amica, Cagliari-Inter e mille altre sorprese e cose che scorrono.
E poi, quando quelle quarantotto ore sembrano oramai una settimana, ripartire con un sorriso infinito. “Come mai, i tuoi occhi ora stanno piangendo. Era un sogno o ci stiamo svegliando?”
Una droga per vivere meglio. Una tirata e poi non pensarci più.

Sardegna mash up. ❤

Puoi mancare ma la tua città c'è sempre

Aveva ragione quel mio amico. Potresti mancare settimane o mesi o anni ma Cagliari quando torni è sempre uguale, le stesse cose, gli stessi ritmi, le persone con le stesse parole e uscite, gli stessi lamenti, gli stessi sbattimenti.  
Non scappa, non fugge, ti aspetta qui senza chiedere nulla se non cieca obbedienza ai suoi dettami e alle sue credenze. E non puoi opporti non puoi rivoluzionare, stai alle regole. 
Sei in un porto sicuro lontano dalle tempeste dove il quieto scorrere non lascia spazio ai cambiamenti. Un bene? Un male? Io non entro nella vita altrui. Io amo il movimento e la staticità, se lunga, è nemica del mio essere. Quindi sento sempre bisogno di lasciarla e tornarci sapendo che ritrovo quel che so (forse qualche amic* in meno, beh, cavoli suoi)
Non cambia praticamente nulla anche se aspetti qualche novità, se dovessi scommettere sarebbe vittoria a mani basse. 😜

Bagagli a mano

Vivo perennemente con un bagaglio a mano e questo mi conforta perchè significa che il mondo è la mia casa e ogni pagina che scrivo è una nuova storia. Mi allargo sempre un po’, accresco un pizzico di cultura e comprensione, mi sbarazzo delle cose inutili e dannose.
E il bagaglio a mano, una filosofia di vita, ti permette di lasciare pezzi di cuore ovunque e portarti dietro solo il necessario, idee, oggetti e persone. Quelle che meritano e vogliono viaggiare con me. Sono leggere e non occupano mai spazio. Non fanno troppe domande e si incastrano. Tengono sempre un legame con me anche se non ci si vede sempre.
Il bagaglio a mano supera con facilità i confini mentali, le stupidità costruite, di vivere in perenne divenire senza incrostarsi di certezze e luoghi comuni.
Un giorno mi chiesero perché non mi piacesse restare sempre solo a Cagliari e come mai avessi questo rapporto complesso con la città natale. Risposi che i sogni della gente come me non possono fermarsi tra piazza Yenne e la Pailotte. Alcuni si offesero, altri capirono.

Sulla linea 43

Milano stranamente da quando ci sono io ha regalato giornate leggere e serate tiepide. Sembra quasi un regalo d’accoglienza e di amore timido e introverso. Che poi a me il freddo secco piace assai, perchè nei luoghi al chiusi è sempre un abbraccio caldo.
Troppo pericoloso prendere la 91, ripiego sul 43 che fa capolinea in piazza Firenze incrocio di auto, bus e tram da far male alla testa se non stai attento rischi di brutto.
Lose my miiiind, fa la musica in cuffia.

Mi godo il capolinea del mio bus che mi riporterà a casa anche se solo per poco, poi cenerò fuori con un amico. 

La vita si sviluppa dalle sei in poi, si accende col tramonto, ogni giorno. Non avevo mai provato questo slittamento di lancette e abitudini. Altri ritmi e dimensioni, disorientanti, ma le novità creano in me curiosità e piacere.
Una domanda che mi faccio spesso è: meglio galli in un piccolo posto o pulcini in uno grande? La solitudine e piccolezza metropolitana – anche se qui ho tanti contatti e amicizie e sto creandone nuove – sono un concetto difficile da spiegare se non la si vive (e non è detto che sia male), non c’è una risposta univoca e anzi per gente come me, sempre in movimento e in fibrillazione, forse è la dimensione esatta a cui aspirare, confrontarci con mondi più grandi senza paura di rimanere schiacciati. 

Poi che il destino (oltre al mio lavoro) abbiano deciso che in questo momento dovessi venire qui l’ho messo in conto. I viaggi mi hanno allenato a organizzarmi e purtroppo la mente anche qui corre veloce e alza la prospettiva dei sogni specie se la città ti stimola sempre tanto.

San Valentino

Il problema è che mi sto innamorando di Milano, come sono innamorato di Barcellona, come lo sono di Cagliari (ma c’è un rapporto complesso di amore e odio) e poi New York e poi ancora Dublino dove ho vissuto e ricordo ancora sensazioni bellissime. Amare tante cose e perdersi per le strade del mondo, come diceva una canzone, che malattia dell’anima! Sono ufficialmente fottuto e destinato a vivere errando.#tixilife

Milano, domenica sera

Stadio e poi aereo. Tutto d’un fiato. Volo perfetto, Linate, bus. Ore 23, puntuali.
Il Cagliari ha perso. A Milano a quest’ora girano solo fantasmi come me che trascinano scuri trolley verso le proprie case, racchiuse dentro anonimi palazzi di vie troppo lunghe e larghe per le nostre piccole anime. La gente è già nascosta nelle case come se avesse paura del lunedì incombente.
 
Stazione Centrale, vado veloce, qualcuno dorme, qualcun altro muove con fare furtivo.
 
Reload. Sono qui in questo luogo che mi assomiglia sempre di più, ne traccio i confini giorno dopo giorno.
E’ strano ma in questo nuovo capitolo di vita ho trovato le canzoni e i libri giusti. Come per fottutissima magia le parole e le musiche sono arrivate a raccontare come mi sento, cosa sono, cosa faccio.
 
Ho ancora un po’ di lavoro da sbrigare e mi siedo sul letto col computer sulle gambe. Silenzio metropolitano.
 
I sorrisi dello stadio sono stati un ottimo the motivante: ho salutato tutti, conosciuti e sconosciuti, ho distribuito sorrisi tra inservienti, vigili, addetti. Chi ero? nessuno, eppure ero felice. Di stare là e di sapere che poi sarei finito di nuovo qui. Il volo è una carezza all’anima e il cambio latitudine mi piace. Strano ma vero.
Vi voglio bene, buonanotte a tutti.