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Grazie signora Gina!

Adoro questa Sardegna, quella semplice e cordiale della provincia, quella che non scimmiotta Milano o Barcellona, quella che incontri lasciando la città e provando a vedere cosa c’è fuori, senza paura di perdersi.

Spiaggia di Gonnesa, profondo Sulcis, quello che ferisce e ti affascina. Un pranzo con un’amica, ristorantino su un mare non proprio amico, domenica di giugno. Poi sbuca a fine pranzo proprio lei, la mitica signora Gina, la cuoca e proprietaria del Sapore di Mare, così si chiama il locale.
C’è tempo per chiacchierare e conoscere un’altra bella storia di amore e passione. Quella che ho sentito in ogni piatto oggi.
“Vivo qui, anche d’inverno, sto bene qui. È bellissimo. Mi piace cucinare cose semplici, vivo qui, i fornelli curano ogni male, sono rimasta vedova a 38 anni e mi sono fatto forza da sola, lo faccio qui dagli anni Settanta da quando abbiamo aperto.”
Grazie di cuore Gina e Sapore di Mare, abbiamo mangiato da dio!

Alba chiara

L’alba mi ha regalato il profumo di pioggia sull’asfalto quasi fosse un magico dono per ricordarmi che la Sardegna si riconosce sempre dai profumi. Solita corsa ansiosa in aeroporto ma con anticipo esagerato, giusto per aver tempo per tutto, una spremuta, acqua, scrivere, respirare, riconnettermi prima del solito cambio di latitudine che tra poche ore mi farà quasi dimenticare tutto questo weekend e viverlo come ricordo lontano. Il mio adattamento a ogni luogo è da tempo immediato, sentirsi a casa facile.

Ripartenza per Milano, insomma. Rituali oramai noti del mio lunedì di questo capitolo di vita.

Titoli di coda

TITOLI DI CODA
Faccia stanca, maglietta sfatta, sabbia nelle scarpe. Un altro weekend in Sardegna è andato, senza pensare alla sveglia e a un volo alle 6.
GRAZIE a tutte le persone con cui ho condiviso questo giorni anche una sola briciola di tempo🙏
Strada facendo…
#tixilife

Storie da #Tixilife

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storie da #Tixilife
Adoro questa Sardegna, quella semplice e cordiale della provincia, quella che non scimmiotta Milano o Barcellona, quando vedo anche chi sta dietro i fornelli.
Poi sbuca a fine pranzo proprio lei, la mitica signora Gina, la cuoca e proprietaria del Sapore di Mare.
C’è tempo per chiacchierare e conoscere un’altra bella storia di amore e passione. Quella che ho sentito in ogni piatto oggi.
“Vivo qui, anche d’inverno, sto bene qui. È bellissimo. Mi piace cucinare cose semplici, vivo qui, i fornelli curano ogni male, sono rimasta vedova a 38 anni e mi sono fatto forza da sola, lo faccio qui dagli anni Settanta da quando abbiamo aperto.”
Grazie di cuore Gina e Sapore di Mare, abbiamo mangiato da dio! 🍽

Ps il Sulcis mi ferisce l’anima

Voglia di partire!

Dopo due giorni intensissimi di Sardegna ho già voglia di ripartire, eh già succede sempre, il tempo passa troppo lento e forse l’abitudine alla dinamicità di Milano in questo momento della vita è quello che mi piace. Oggi però ci sarà il mare e che mi terrà ancora legato, un mare lontano e bellissimo e poi all’alba, Milano. Lo dico per il bene mio e tuo, cara Isola.
Insieme a te non posso stare troppo ma così forse, abbracciandoci ogni tanto senza soffocarci, conviveremo sempre.

Ingrano la prima!

Sono a Oristano, al Centro federale della Figc, a una riunione delle società di promozione. Foto, pezzi, aggiornamenti da scrivere e appunti da riodinare. Tempo per rientrare sotto un sole cocente e una radio che propone Simply red.
Accendo la macchina, poca benzina, 40 km di autonomia.
Cominciano i pensieri: un giorno dovessi citare delle persone sicuramente un posto speciale ci sarà per chi in questo mio periodo di vita, cambiamenti, viaggi e stravolgimenti, che mettono a dura prova fisico e mente più di quanto uno pensi stando fermi e la frivolezza e leggerezza diventa una risposta naturale) si sta sempre facendo sentire anche solo per chiedermi come sto, che non mi esclude per invidia o lontananza e capisca che dietro una vita forse da cazzone e semprebambino ci sono sempre tanti sacrifici. Che non complica, non giudica e non mette bastoni.
Sto investendo tempo e pazienza in lavori, progetti e passioni, facendo scelte fondamentali e camminando in un sottile filo.
Ho ingranato la prima e non so come andrà. Intanto, grazie 🙏

Week end cagliaritano

Sulla circolare 90 oggi poche presenze ma in compenso hanno acceso l’aria condizionata a palla. La mia schiena lucidata da Voltaren non gradirebbe, allora cambio veloce posizione e trovo un posto rivolto verso la coda, vicino alla ultima portiere.
Zara, fermata Zara, ripete la vocina dell’altoparlante, e scatta in cuffia Ofenbach.
Momento riflessioni e todolist mentali: weekend cagliaritano che neanche ci sto dentro nel rapporto tempo/cosedafare. Serate da dj, appuntamenti con figc, organizzare il trasporto scooter a Milano, fare un grande pacco con i vestiti estivi, commercialista, trovare chi mi manovri la schiena, farmi una corsa al tramonto, salutare mamma e amicizie sparse. Le mie classiche quarantott’ore senza fiato che poi riparti alle 6 del mattino di lunedì, muori e risorgi.
I love you, I want you…ora tocca ad Axwell/Ingrosso. E la domanda: quante persone effettivamente ci amano e ci vogliono? Lo scopriremo mai? E cosa definisce un amore rispetto a un semplice interesse momentaneo? Non rispondete, semmai avete coraggio, fidanzamenti e cose varie che siete antigusu.

Il bello di rischiare

Dovevano essere due giorni, sono già quattro mesi. Che ne sai del destino, ti sorprende, ti conquista e ti abbraccia. Non potrei fare mai le stesse cose, morirei in un attimo a svegliarmi sempre con lo stesso orizzonte davanti.
Vivo e vedo sempre cosa succede, mi abbandono ciecamente a ogni sfida e all’incertezza, amando il rischio e la novità.
This is #tixilife ❤️💪🌊✈️

Titoli di coda

Volti stanchi, piedi che con fatica riportano a casa, linea verde, linea rossa del metrò e risatine orientali. Occhio che è l’ultima corsa, non perderla!

Beh, cara Milano, la domenica sta per finire, il weekend. Intenso come non mai di serate e movimento.
Nello schermo della fermata una scritta I LOVE YOU e ancora The time of my life. Puntuali come non mai i segnali sul tuo cammino.
Ci credi se ti dico che non pensavo che mi emozionassi, ma ci stai riuscendo? La strada è lunga, lo so che non regali nulla e che qui non si scherza, devi sbatterti e soffrire e sai che magari io neanche non resterò in eterno, ma è in queste sere di quasi estate che corpo mente e anima sono allineati, che nelle vene scorrono musica e parole, che sono felice di stare qui, ora, adesso. Grazie 🙏

Addio stadio Sant'Elia

Oggi niente Sant’Elia per me, sono qui a Milano per gli impegni da dj. Mentre cammino per Porta Nuova, quartiere avveniristico, con un sole che fa spavento e picchia forte sui grattacieli e le auto impazzite per io Giro d’Italia ho pensato a quanto lo stadio di Cagliari ha fatto parte della vita. 
Quanto ricordi ci ho lasciato tra gli spalti, quanti episodi, amicizie, quanta paura e quanta riconoscenza per quel luogo che ho iniziato a vedere mano per mano con mio padre in una lontanissima Cagliari-Inter del 1981, tribuna laterale numerata. 

Io troppo piccolo e lo stadio troppo grande per me. Entravo gratis, da under12. Salivo le scale dopo aver superato gli sguardi delle maschere ed allora cominciava la gioia, il continuo emozionarsi.
Mi innamorai dei colori, dei profumi di pipa e panini imbottiti e dei rumori della gente, di quei rituali domenicali. Mi batteva il cuore e se non era stadio erano capricci. 

Poi la promozione con Ranieri, il concerto di Vasco, la curva, la Coppa Uefa, anni in cui io e lo stadio eravamo una sola cosa. 

Il mio sant’Elia era quello dei sessantamila spettatori, del primo tabellone che ci emozionava, del ponte su Mammaranca, delle tribune lontane e scomode. 
Abbandonai lo stadio per anni. Non rimpiansi mai quella scelta. Forse era giusta e doverosa dopo troppo tempo. Un riflusso naturale.
Poi, qualche anno fa, quando oramai non pensavo accadesse più, l’ho riscoperto dietro le quinte, come speaker, nei suoi meandri ogni domenica e a bordo campo. 

Mai l’avrei detto che alla fine quel sogno da bambino sarebbe successo ma forse io ho avevo dato talmente tanto al Cagliari che il Cagliari mi ha restituito tutto. 
Caro Sant’Elia, sarai pure vecchio e inutile, ma la mia generazione ti ringrazierà per sempre. Terrai sempre con te e con la tua anima un pezzo delle nostre storie semplici.