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La disco è la DISCO

Possono nascere club, localini, ritrovi, e puoi mettere tutti i generi superfighi e di nicchia, fare il party imbruttito dal nome originale, ma la DISCO, ovunque sia, resta sempre la DISCO. Il volume alto, la consolle che domina, la pista, il Dj, il bar. Componenti chiare di un luogo unico che la gente come me ama.

Spiaggia pulsante

A conferma che la spiaggia sia un cuore pulsante della città di Barcellona non un accessorio è quasi l’una e mezza e migliaia di giovani si riversano per giocare, ascoltar musica, bere e fumare o semplicemente sdraiarsi. Ci sono pure famiglie e bimbi. Perfino la pulizia del litorale, attraverso mezzi che filtrano la sabba e idranti, diventa un rito, la spiaggia si libera per mezz’ora, si alzano polveroni e qualcuno va sotto il potente getto a godere la frescura e farsi una doccia fuori orario. Tutto sotto gli occhi della Guardia Urbana lampeggiante e di altri giovani, tirati a lucido, che puntano veloci alle disco in riva al mare dove sono appena scaduti gli omaggi stando attenti ai ciclisti che ancora hanno energia da vendere.

Barcellona

La vita si riassume così: in un’ora di volo cambia clima, atmosfera, gente e sensazioni e ti ritrovi dalla metropoli milanese alla notte catalana che pare accoglierti oramai come se fossi un suo figli oramai acquisito. Dal rigore milanese al disordine anarchico di Barca dove la notte è appena iniziata, e si sviluppa tra fiumi di birra, angoli di sacchetti neri e umanità di ogni genere. Barcellona è il compromesso perfetto tra città e paese, anarchia e ordine, libertà e impegno, musica house e ritmo latino.

Vita in movimento

Tempo fa ebbi epici scontri con qualcuno e qualcuna che discutevano la mia “vita in movimento”. Qualche altro si mise a discutere cosa facessi nel tempo libero e un altro che non fossi abbastanza “serio” per una competenza offerta. Idee diverse dalle mie, ma le rispetto perché siamo tutti diversi e se non riusciamo a capirci, purtroppo, spesso è meglio star lontani.

Chi non ti concepisce come persona non ti merita spesso come professionista o prima o poi il dissidio emerge, così come io non riesco mai a lavorare con persone con cui mi divide tutto.
Provo sempre a trovare punti d’intesa poi scopro di essere solo un fesso. Ci sono persone che, forse per paura o per semplice chiusura mentale o per presunzione, non giocano mai alla pari. Vogliono solo vincere nei rapporti con gli altri, possibilmente giocando con due palloni e tre elementi in più. E magari ci resto pure male, per il tempo sprecato e il tentativo inutile.

In quest’ultimo periodo ho avuto nuove belle soddisfazioni lavorative e di vita lontano dalla mia terra, nuovi amici e opportunità che mi hanno arricchito di elementi nuovi per comprendere quel che accade attorno a me e insegnato, oltre a non arrendermi, ad ascoltare sempre tutti, anche i coglioni e gli invidiosi, ma poi a prendere sempre le mie decisioni. E questo non vuol dire aver trovato il segreto della vita e di non sbagliare, quanto semplicemente aver tenuto fede, con fatica, a quello che volevo anche se i sogni hanno strade strette e deviazioni, sofferenze e sere storte più di quanto si creda dai nostri stupidi selfie.

Preferibile, amici, sempre sbagliare con la propria testa e tirare in solitaria che cadere aver fatto felici gli altri e aver seguito l’onda.

Alta tensione

Notti da tixilife, tipo che un caro amico mi presta la macchina e mi salva la vita domani per partire, ma intanto si rompono gli occhiali, per la precisione la stanghetta, quindi come un fesso sono appoggiati al naso, metti poi la macchina è di quelle ultra-automatiche che io, gaggio da Golf Tdi a 6 marce, non capisco nulla. Freni a mano, accensioni a tasto, marce automatiche, sembra Ritorno al futuro. Aggiungici il traffico impossibile di Milano del venerdì, le distanze, i tram che spuntano a tradimento dall’angolo. Sudo freddo. Sarà un weekend ad alta tensione, cominciamo così.

Città da vivere

Giovedì sera, riordino il mio bunker milanese che è vergognosamente incasinato e prima di uscire preparo uno zaino per Barcellona e poi guardo il meteo nell’applicazione dell’iPhone. In base a quello oriento cosa portare. Mi piace memorizzare varie città, vederle quando apro l’applicazione ha un senso diverso. Significa pensare ai ricordi, alle cose che ho lasciato e alimentare l’ansia di tornarci.
In tre di queste ci ho vissuto, nelle altre ci sono ragioni per cui torno sempre e penso che il destino mi ci porterà primo o poi a vivere. È presto per fermarsi. E più passa il tempo più il mio bagaglio si alleggerisce, diventa minimo. Problemi alle spalle o filosofia di vita?

Dietro le quinte

In ogni uscita c’è un lavoro dietro le quinte che pochi o nessuno nota. C’è passione e preparazione, c’è tempo e soldi investiti (pensate alle attrezzature o ai corsi).
Oramai chi fa un’attività artistica o di intelletto non solo effettua una prestazione ma gestisce anche il dietro le quinte quasi invisibile: cerca, tratta, comunica, coordina, organizza, dialoga, risolve problemi, recupera crediti.
Dietro una serata da dj c’è la preparazione dei pezzi, la ricerca, l’acquisto, l’allenamento della tecnica.
Dietro una trasmissione radio in diretta ci sono i testi, la scelta dei brani, l’organizzazione delle telefonate, le notizie in extremis.
Poi ci sono i contrattempi, gli errori, i ritardi, le umane debolezze.
Spesso si vede solo il risultato e non si pensa al come tutto quello accade prima, a come si arrivi a quel risultato, a quali costi e sacrifici.
Ecco perché da tempo penso che non si può fare sempre tutto e non si può fare sempre a qualsiasi prezzo. Ecco perché certi NO ti salvano la vita e la salute.

A volte è meglio un NO

In ogni uscita c’è un lavoro dietro le quinte che pochi o nessuno nota. C’è passione e preparazione, c’è tempo e soldi investiti (pensate alle attrezzature o ai corsi).
Oramai chi fa un’attività artistica o di intelletto non solo effettua una prestazione ma gestisce anche il dietro le quinte quasi invisibile: cerca, tratta, comunica, coordina, organizza, dialoga, risolve problemi, recupera crediti.
Dietro una serata da dj c’è la preparazione dei pezzi, la ricerca, l’acquisto, l’allenamento della tecnica.
Dietro una trasmissione radio in diretta ci sono i testi, la scelta dei brani, l’organizzazione delle telefonate, le notizie in extremis.
Poi ci sono i contrattempi, gli errori, i ritardi, le umane debolezze.
Spesso si vede solo il risultato e non si pensa al come tutto quello accade prima, a come si arrivi a quel risultato, a quali costi e sacrifici.
Ecco perché da tempo penso che non si può fare sempre tutto e non si può fare sempre a qualsiasi prezzo. Ecco perché certi NO ti salvano la vita e la salute.

Tixi ci manchi

“Tixi ci manchi”. Ho ricevuto negli ultimi giorni tanti messaggi così. Io sono social, spesso anche troppo, e vivo perennemente in giro, ora anche a Milano.
Mai come questi tempi, di fronte alle possibilità di essere sempre connessi, sentiamo più il bisogno di vedere, abbracciare, guardare negli occhi e incontrare le persone. Ed io che bazzico tra social e la gente (pensate a quando faccio il DJ, che immersione!) son sempre più consapevole della ricchezza di un incontro e dell’amarezza per chi, giocoforza, non vedi. E quante occasioni si aprono in un incontro.
E’ un paradosso, ma anche se la tecnologia ci rende “presenti” ovunque, questo bisogno non finirà mai.