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Facendo cose continua! Nel segno e nel sogno di Sonia

Avanti con FacendocoseaCagliari!

“Nel segno e nel sogno di Sonia”.

Questo quasi-gioco di parole mi ha mosso nello scrivere insieme a Martha e Jaime il post per annunciare ufficialmente che il progetto Facendo “Cose” a Cagliari e in Sardegna va avanti, con tanti altri amici e amiche che ci aiutano.

Quel che possiamo e riusciamo a fare perché sarà davvero una bella impresa (e se volete aiutarci, perché no?) e chi lavora come me nell’editoria piccola sa che non è per nulla facile.

Grazie anche chi lo hanno fatto sviluppare – come non dimenticare il prezioso apporto di Gianmarco e di Francesco – e a tanti altri compagni di avventura.

Torniamo indietro.

Abbiamo fatto tesoro di tante chiacchierate e idee messe in campo quando c’era Sonia e avevamo pensato a un facendocose 2.0: è il momento di provare a concretizzarle.

Mi troverete e ci troverete anche là, anzi ci state già trovando da giorni con tanti contenuti e articoli.

Continuiamo con quello spirito divertente e leggero, per offrire un servizio alla città e all’isola ma anche per far circolare buone idee e cose. Interviste, eventi, curiosità.

Se avete qualcosa da proporre – idee, storie, news – scriveteci! 🙃

Attimi di bellezza

Le nostre città spesso fanno schifo. Odio i clacson, i volti tristi, gli sguardi di sfida, lo stress e il traffico.

Poi ci sono attimi di bellezza che, quasi fosse un miracolo, incroci.

Una signora cuce qualcosa davanti a una porta. È concentrata e minuziosa.

Non so come ma si accorge che le sto facendo una foto. La rassicuro: “Signora, è una scena bellissima e volevo immortalarla, lei è un quadro vivente, uno spicchio di bellezza in questo schifo di quartiere”.

Mi guarda per un attimo, sorpresa e forse un po’ diffidente. Capisco bene.

Poi, un sorriso timido si disegna sul suo volto. “Grazie.”

Nemmeno avrà capito, son certo, chi fossi e il perché.

Riprende a cucire, ma ora con un sorriso più luminoso e consapevole che qualcuno, uno sconosciuto, si è accorto di lei.

Docenze di comunicazione, anno quinto

Il mio volto potrebbe sembrare lo stesso, con quella tipica espressione assonnata, come se avessi appena preso una serie di schiaffi. Tuttavia, oggi condivido con voi una piccola gioia: inizia il mio quinto anno come docente e formatore nel campo dei social media, scrittura e della comunicazione in generale.

Con le radici nel “mondo analogico”, ho adattato le mie competenze alle nuove tecnologie per condividere esperienze e competenze maturate negli anni. La mia missione è renderle semplici e accessibili a tutti.

In questi anni ho visto cambiamenti sorprendenti nei social media e nelle dinamiche comunicative, e sono entusiasta di continuare questo viaggio insieme. Mi e ci aspettano nuove sfide e opportunità, ma sono pronto a mettermi all’opera.

Grazie a tutti coloro che hanno fatto parte di questa avventura finora e a quelli che si uniranno a noi. Avanti tutta!

Sono andato a vedere Paul Kalkbrenner al Red Valley

Red Valley, un Cagliari-Olbia andata e ritorno, gli Articolo 31 e soprattutto Paul Kalkbrenner.

(Pezzo lungo ma ne vale la pena)

15 agosto, una promessa rispettata: andare al Red Valley. Laura e lo staff sono gentilissimi nonostante la mia richiesta in extremis. Laura mi risponde nei giorni caldi, dopo qualche secondo, su whatsapp: c’è altro da aggiungere sulla sua professionalità e disponibilità?

“Purtroppo” le mie serate da dj mi negano spesso il piacere di godermi, senza l’ansia della consolle, tanti appuntamenti ed eventi musicali.

Parto alle quattro e mezzo. La 131 è lunga e arsa dal sole. Ho tempo per un caffè all’oasi di Sant’Ignazio dopo Sardara, poi proseguo la salita continua verso Olbia.

Arrivo in serata, il traffico è scorrevole tranne qualche rallentamento: le navi sono in partenza, il sole è andato via creando una tavolozza di colori in lontananza. Da lontano, appare il palco del Red Valley con la sua sagoma imponente: ecco la direzione!

L’area industriale, dove si svolge il festival, è vasta, piena di spazio e parcheggi. Scelta azzeccata. Faccio una pausa a un bar caffe di un distributore di benzina in una strada chiusa. Per loro questi giorni sono un eldorado: posizione strategica, tantissima gente di passaggio ma nessuno strozzinaggio. I caffè vengono 1,10, la birra, buona e fresca, 3,50 euro. Onesti. Il bagno, a pagamento (sarebbe anche giusto) è pulito.

Cinque minuti di camminata e sono già agli ingressi. L’accesso vip/media sta dalla parte opposta a quello normale, dove si sviluppa una lunghissima e ordinata fila. Si sente già l’EDM dell’esibizione di Vlady. Il vocalist incita la folla che risponde in preda alla crescente emozione per l’evento. Decine di persone guardano l’evento da una rampa stradale.

L’area vip si riempie alla spicciolata. Le parlate che incrocio sono tante: milanese, toscano, gallurese, inglese e tedesco. I look vanno dalla camicia bianca o a righe marcata alla più classica t-shirt. Sui tavoli arrivano di continuo bottiglie con cestelli illuminati.

I divanetti sono marcati e son situati nella pedana più bassa. Sopra il banco bar ruotano delle piccole discoball.

Tutto è organizzato perfettamente e anche scendendo tra la folla e godendosi l’evento “dal basso” il Red Valley non lascia spazio ad allestimenti precari e raccapezzati: tutto è brandizzato, chiaro e senza troppa fila. Cibo e acqua, food, birra e cocktail. Mi chiedo se siamo davvero in Sardegna dove il confine tra (tanti) eventi e sagre – con tutto rispetto – è sempre labile. Dove la musica quasi mai è centrale ma viene riempita di inutili orpelli.

Tananai indossa una camicia bianca che dura il tempo di una prima sudata: poi è una canotta nera, volto rassicurante e sorriso da bravo ragazzo. I telefonini si accendono e spengono. I genitori accompagnano i figli provando a cantare le canzoni.

Il giovane cantante dialoga col pubblico. Chiede a tutti di non affidarsi a guru o esempi. Racconta di sè e di canzoni nate durante periodi bui, nelle cantine. Chiude con Tango, dedicata a una coppia ucraina divisa dalla guerra, e la voce del pubblico lo accompagna.

Negli intervalli la musica accompagna il veloce movimento delle maestranze che a tempo di record fanno i cambi palco. Red è la scritta che domina, che sia l’evoluzione del marchio? La line up rispetta quasi puntualmente gli orari. Non è mai scontato che accada.

Quando entrano gli Articolo 31 le generazioni si danno una mano. “Un urlo per l’articolo31” con l’urletto di Jad. Poi Funkytarro, Gente che spera, 2023. “Voglio parlare con la musica” dice J-Ax, ma in verità parlerà anche senza. Volume, Italiano Medio, Domani smetto, La mia ragazza Mena, Domani, Spirale ovale.

J-Ax, accompagnato anche da Space One che supporta la voce, racconta le critiche: “Contro di noi c’è sempre discriminazione. In passato perché eravamo ignoranti di periferia, oggi perché io e Jad abbiamo i 107 anni insieme. È ageism, spiega, “dicono che dovresti smetterla di comportarti da ragazzino e vestirti da animatore. In verità siamo orgogliosi di quello che siamo stati e che siamo e promettiamo di non diventare mai dei vecchi tristi come quelli che ci criticano. Noi siamo un classico, voi dei vecchi di merda”. Applausi. Immancabile capitolo mariujana: “Come nel 1994 continuiamo a dire che su certe cose la gente abbia diritto di decidere”. La sfida: facciamo un Coffee shop a Olbia. Arriva così Ohi Maria e Maria salvador. Poi ancora “Disco paradise” con un altro filo polemico: “A volte ci dicono falliti o in questo caso venduti. Quando chi chiamano venduti significa che abbiamo un pezzo in classifica. Per seguire gli Articolo non ci vuole età ma mentalità”. Dito puntato al cervello.

Nel privè i bimbi scorrazzano, i grandi fanno selfie e video, le donne salgono sui divanetti per ballare. Elodie dopo gli Articolo 31 fatica ad aver lo stesso contatto col pubblico. Normale. La sua band è internazionale, le coriste supportano egregiamente, i pezzi cominciano a essere tanti ma la sua presenza sul palco, nonostante la bellezza e la grazia, un abito nero che lascia molto spazio all’immaginazione, concede solo qualche fiammata. Anche lei lo ammette nei saluti finali “Grazie. Avevo paura perché siete davvero tanti”.

Poi arriva lui, l’ospite che attendevo. Paul Kalkbrenner.

Il palco si fa minimale: via batteria, piano, microfoni e chitarre, resta una consolle e sua strumentazione davanti. Non ci sono piatti o cdj.

L’artista tedesco suona senza compromessi, effetti speciali o vocalist, lavora sul mixer e computer intensamente, gioca con le frequenze in maniera quasi ansiogena.

Suono diretto, techno di matrice tedesca, con lunghi inframezzi che anticipano la potenza del kick e del basso. Cominciano viaggi sonori senza tregua. Partenze e arrivi. Ci sono le più “conosciute” No goodbye, Sky and Sand, La Mezcla, Jestrupp.

I video sui grandi schermi diventano in bianco e nero per dare un effetto più residuale, lo riprendono sul viso con la sua alchimia scenica e vanno a scrutare le sue mani. Felpa nera laccetti bianchi, si accende diverse sigarette e beve, guarda il cielo in perfetta connessione col suono.

La luce pulsante segue il ritmo, il suono crea un’atmosfera di continua anticipazione. Man mano che il ritmo si sviluppa, la gente – la techno, inutile dire, non è un genere di massa in Italia, figuriamoci in Sardegna – inizia a sentirsi a suo agio, lasciandosi trasportare dai pulsanti beat non certo simili a quelli sentiti fino a mezz’ora fa. Le percussioni ipnotiche e i bassi profondi si fondono con melodie roteanti e intricate, creando un’esperienza sonora coinvolgente.

Kalkbrenner alterna in oltre un’ora e mezzo momenti di tensione ed energia a pause emotive, permettendo al pubblico del Red Valley di vivere un caleidoscopio completo di emozioni. Strati sonori e transizioni fluide e lunghe tra i brani nascono, come dicevo, dal suo controllo sulle attrezzature per manipolare i suoni, aggiungendo effetti audio e modulazioni che intensificano l’esperienza.

Quando il set si avvicina alla conclusione, il tedesco regala al pubblico una traccia finale, la storica Aaron, che unisce tutti gli elementi chiave del suo stile musicale.

La commistione tra pop e techno merita un elogio per il Red Valley. Riuscire a portare un artista come PK e buttarlo nella mischia alza l’asticella del festival che, come mi ha raccontato Laura tempo fa, vuol essere un contenitore di sfaccettature musicali.Senza nulla togliere agli altri, in particolare ai grandi Black Eyed Peas, il vero colpo è stato lui.

Abbiamo assistito all’audace connubio di generi che solleva il livello artistico, talvolta sfidando i preconcetti con qualche rischio coraggioso. E se taluni, specialmente i giovani, si interrogheranno sulla presenza di Kalkbrenner al Red Valley, già il semplice fatto di esporre e sentire il suo nome potrà innescare una curiosità che porterà gli ascoltatori a esplorare le sue playlist o a godersi le sue performance dal vivo (e i generi musicali affini). È un atto di semina, un’opportunità per arricchire l’esperienza musicale di chiunque.

Quando torno a casa, i pensieri mi avvolgono in quelle tre orette di strada statale. Dopo quasi centocinquanta chilometri, passato l’oristanese, finalmente incrocio un bar per far colazione. Un’oasi nel deserto. Nel cappuccino caldo ci sono ancora energia e briciole di musica del Red Valley. La musica, quel mistero magico, un linguaggio universale scolpito nell’etere, che parla direttamente alle emozioni, superando le barriere della parola e connettendoci in ogni momento. La musica, finalmente al centro.

Il nuovo nuovo singolo Back Today è su Spotify!

Il nuovo nuovo singolo Back Today è su Spotify!

Sono entusiasta di presentarvelo dopo mesi di gestazione.

Questo pezzo, di genere musicale melodic house, è il mio secondo (il primo è Bacàn, che puoi ascoltare qui) e vi porterà in un altro viaggio sonoro attraverso armonie avvolgenti ed emozioni legate a partenze avventurose e ritorni pieni di nostalgia.

La musica è un viaggio senza fine, e con “Back today” vi invito a lasciarvi trasportare da una melodia coinvolgente che vi accompagnerà in ogni passo del vostro percorso.

Ecco il link per l’ascolto!

I Djset di Nick Tixi

I djset di Nick Tixi!

Ecco i miei appuntamenti musicali in consolle, giorno per giorno, per questa prima quindicina di agosto 2023.

GIOV 3.8.23 BACAN Cagliari (melodic/organic house)

VEN 4.8.23 BACAN Cagliari (melodic/organic house)

SAB 5.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

MERC 9.8.23 FESTIXI 

GIOV 10.8.23 MAIORI Villasimius (funky, disco ’70/80)

VEN 11.8.23 PORTO TURISTICO Calasetta (melodic/organic house)

SAB 12.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

DOM 13.8.23 SUNSHINE REY Costa Rey (funky, disco ’70/80)

LUN 14.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

Tutte gli appuntamenti hanno ingresso libero e gratuito.

Segui gli aggiornamenti sui miei appuntamenti sul mio profilo ufficiale instagram NickTixiDJ

Ci vediamo in giro!

Nick Tixi all’Ogopogo Festival!

Tixi all’Ogopogo Summer Festival.

Mancano pochi giorni al Festival Evento novità dell’estate in Sardegna: Ogopogo Summer Festival è in arrivo il 7, 8 e 9 luglio a Cagliari nello spazio Fiera.

Tantissimi gli ospiti nazionali e internazionali nella line up dei tre giorni: Purple Disco Machine, Hugel, Coez, Coma Cose, Luchè, Klingande, Mara Sattei, Pino d’Angiò.

Nick Tixi aprirà il dj set di Klingande sabato 7 e chiuderà quello di Hugel domenica 8.

Vi aspetto in Fiera!

Info e prevendite: www.ogopogosummerfestival.it

Bacan, il primo disco di Nick Tixi il 6 luglio su Spotify e tutti gli store musicali

Todo se cumple! È ora di partire per un nuovo viaggio musicale: Bacàn, il mio primo disco, sarà disponibile su Spotify – e a seguire su tutte le piattaforme – il 6 luglio prossimo!

Genere melodic house, è un omaggio a un percorso artistico e musicale che ho fatto in questi anni ma anche a un luogo, qui in Sardegna, dove ho potuto esprimere completamente, come DJ, quanto maturava già da tempo.

Potete fare il pre-save al link https://distrokid.com/hyperfollow/nicktixi/bacn

Le mie prossime serate da DJ!

Con la stagione primaverile ricominciano tanti appuntamenti che mi vedranno in consolle. E’ una settimana bellissima e ora ti scrivo qualche data:

Oggi, mercoledì 3 maggio, dalle ore 18,30, nella cornice del Palazzo Doglio a Cagliari, all’Osteria del Forte, cominciamo gli aperitivi del mercoledì. Proporrò una selezione di musica 70/80 rivisitata in chiave moderna.

Giovedì 4 maggio ti aspetto al Sunset del Bacan, dalle 19 circa, per un drink accompagnato dalla selezione musicale organic e melodic house che propongo anche ogni domenica. Il luogo, dove potrai ammirare un tramonto unico in città, è nel porto della Marina di Sant’Elmo, Calata dei Mercedari, a due passi dalla Basilica Bonaria.

Se sei a Milano, poi, ti aspetto con due appuntamenti sempre questo weekend (ebbene sì, ogni tanto viaggio!)

Venerdì 5 maggio nell’accogliente e amichevole Mantra (Quartiere Isola, Metro Garibaldi, Via Jacopo dal Verme 16) dall’aperitivo alla mezzanotte ho preparato una bella selezione house che ripercorrerà anche gli anni 90. Perché passare? E’ un locale che ti dà delle vibes assolutamente positive e rappresenta un perfetto connubio tra Oriente e Messico!
Sabato 6 maggio, per tutto il giorno, sempre a Milano, sarò al Playmore (Metro Moscova), un grande centro sportivo e culturale che si occupa di tantissimi progetti, legato anche alla Fondazione Milan. E’ il terzo anno in cui sono il DJ ufficiale, è un evento imperdibile di sport e musica, che terminerà con una grandissima festa.
Domenica 7 maggio cambiamo ancora luogo e prospettiva e torniamo in Sardegna, in riva al mare: sarò al Sunshine Rey di Costa Rei (Muravera) per una giornata speciale in ricordo dell’amico DJ Ale Massessi che ci ha lasciato un anno fa. Insieme a me tutti i colleghi e amici DJ che hanno conosciuto e collaborato con Ale ma anche alcuni ospiti importanti tra cui il DJ Cristian Marchi.

Chilometri di strada, una festa da Dj e Murakami

Torno a casa dopo due giorni in giro per la Sardegna e ho il tempo di recuperarmi la consolle e andare a una bella festa di facce sorridenti. Sì, di quelle dove il ballo vien da sè come normale rito collettivo e liturgico.
Quando rientro, più o meno le tre, c’e Norwegian Wood che a far compagnia alla mia stanchezza accumulata.
Prometto di leggermi le ultime cinquanta pagine e prendo un grande respiro. Mi tuffo!
La scrittura di Murakami riesce a tenerti vivo fino a tardi.

Norwegian wood

Norwegian wood è un romanzo profondo e introspettivo. Un lungo flashback che ripercorre l’adolescenza del protagonista, Toru Watanabe che vive a Tokyo in un collegio universitario.
È andato via di casa per ricominciare una nuova vita, lontana da un passato ingombrante. Nella nuova città fa la conoscenza di personaggi bizzarri che gli apriranno nuove possibilità.
La sessualità viene trattata in modo piuttosto esplicito, coerente al contesto giapponese.
Eros e Thanatos, Amore e Morte. Scontro continuo. La morte è il filo conduttore,
collega tutti i personaggi e impregna la trama di toni malinconici.
A soli 17 anni il suo migliore amico si è tolto la vita. Toru prende così consapevolezza della morte, una consapevolezza che lo accompagna e che diventa il modo con cui trova l’amore.
Attraverso due ragazze: l’innocente Naoko, la tenerezza e la rinuncia, e la vivace e irriverente Midori.

La musica di Norwegian Wood

Non sei ma solo nella lettura: c’è sempre musica, con la presenza soprattutto dei Beatles e la lentezza ritmica della scrittura, le descrizioni accurate di Murakami che fa osservare da vicino le vite di tutti i personaggi.

Le domande di Murakami

Alla fine non ci sono certezze ma altre domande. Bisogna cogliere il tempo e saper scegliere.
“Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. […] Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.“