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Bert, e se fosse la rivoluzione per le ricerche su Google?

Ogni aggiornamento di Google nasconde il terrore di chi scrive sul web: e ora che succede? I miei pezzi perderanno posizioni? Come dovrò scrivere e ottimizzare? Certo, te ne puoi fregare, ma qualcosa dovrai pure verificare. Ti dovrai fermare a ragionare, quando posti i tuoi pezzi su un sito con base WordPress, specie quando questo lavoro ha un committente (cliente) che sgancia dei soldi per vedere il suo sito nella top 10 delle ricerche. E allora proviamo, insieme, a capire di più.

E’ arrivato Bert, ma questo lo sappiamo già da giorni. Bidirectional Encoder Representations from Transformers, così significa,una tecnica di reti neurali che permetterà alle macchine a comprendere il linguaggio umano.

Una notizia interessante per il lavoro di SEO copywriting, vero? Il Bert ora considererà nelle ricerche non solo le parole singole – le keyword che abbiamo tanto osannato – ma la relazione di altri termini usati in una frase, ragionando in termini di contesto e cercando il senso delle long tail keyword.

Il cervello vuol capire il tuo intento di ricerca, chiaro? E ci arriva connettendo parole, proposizioni ed espressioni, provando a leggerle non più staccate ma immaginandosi cosa vogliano dire. Un bel salto che mette in crisi gli osannatori del SEO Copywriting.

L’approccio di Google BERT, che non sostituisce Rankbrain, il primo metodo basato sull’intelligenza artificiale del 2015, ma lo integra, influenzerà le ricerche lunghe – un 10% – basate su un approccio simile alla classica conversazione. Magari quelle derivanti dalle ricerche vocali, sempre più presenti, specie attraverso i telefonini.

Che fare quindi? Avrà sempre più valore scrivere per le persone, avvicinandosi alla richiesta conversazione, alle preposizioni. Con le parole chiave era semplice, ma ora, magari, torneremo a dar ancora attenzione a chi legge e non più alla keyword nel tag title, poi nella meta description e nel tag alt. Questo non vorrà dire lasciar perdere la ricerca e tutte le altre attività  come l’analisi del pubblico, le query e la serp. Solo che bisognerà ricordarsi sempre che le persone sono al centro, molto più dei motori di ricerca. 

Siamo di fronte a un cambiamento epocale per Google o un miglioramento e basta che inciderà poco sulla dinamiche del copywriting ? Solo il tempo potrà rivelarcelo. Noi, con curiosità, vediamo dove ci porterà Bert e testiamolo.

Pensiamo allora a scrivere con un mix equilibrato, capace di non scontentare l’intelligenza artificiale ma neanche farci apparire dei robot che scrivono con logiche illogiche.

Stefano e Giancarlo e la loro MyLAN, rete e dati sempre con te!

Amici che fanno (cose interessanti), la mia rubrica periodica. Amici di lunga data, conosciuti in quel bel mondo fatato che si chiamava Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari, una scuola che ha ospitato generazioni di cagliaritani e non.

Come sempre succede anche le amicizie “fanno dei giri immensi e poi si ritornano”. Ah, no, quelli erano gli amori di Venditti, ma va bene lo stesso. Ci si conosce, si cresce, ci si perde di vista e poi, quasi per caso, ci si ritrova. Non solo tramite Facebook, come è accaduto a tanti.

Così scopro che Giancarlo Cherchi e Stefano Cau, ingegneri con varie skills, hanno aperto da anni una bella attività che si chiama YouAndTech. Così scopro che hanno viaggiato e fatto belle cose in giro in un campo interessante come l’innovazione. E allora, perché non intervistarli visto che stanno per partecipare al salone dell’innovazione Sinnova, in programma il 3 e 4 ottobre a Cagliari? Presto detto, ci siamo visti e abbiamo chiacchierato.

Giancarlo e Stefano, come nasce YouAndTech?

Dal desiderio di creare qualcosa di personale molto ambizioso, non la solita azienda tecnologica locale, ma un modo di vivere la tecnologia, un’azienda che vuole creare “la tua nuova tecnologia”. 

Mi ha incuriosito la scelta di un nome molto friendly, facile e simpatico. Che avvicina le persone alla tecnologia. Come mai? E quale filosofia si nasconde?

L’origine del nome è un po’ bizzarra! Nasce infatti dal delirio onirico del nostro CTO che, in preda a un’influenza, si svegliò con le tre parole magiche in mente. Colpito dall’accostamento delle parole “You”, “and” e “tech”, che lasciavano intendere una relazione tra l’uomo e la macchina, tra le persone e la tecnologia, decise subito di acquistare il dominio internet e, da quel momento in poi, tutto ha iniziato a prendere forma. La forma che avevamo da sempre immaginato.

C’è sicuramente una filosofia dietro al nome e all’azienda. L’idea è di diventare un punto di riferimento che renda accessibile a tutti la tecnologia, intesa come mezzo che alimenta il progresso dell’umanità. Il logotipo racchiude tutti i tre elementi: la persona che avverte un bisogno, la lampadina che accende l’idea e una soluzione tecnologica che si fonde con la persona, in modo da creare un tutt’uno con la tecnologia.

A questo punto, la domanda nasce spontanea e ci serve per capire meglio. Di cosa vi occupate in particolare?

Ci occupiamo di tecnologia a trecentosessanta gradi, ma in particolare la decliniamo in alcune aree principali: software hardware e firmware, impianti reti e sistemi di telecomunicazioni, networking e security, passando per la didattica e formazione, gestione e organizzazione aziendale, e intelligenza artificiale. I nostri servizi principali sono consulenza, progettazione e formazione tecnologica.

Specie per noi adulti, quanto è difficile star dietro alle innovazioni oggi e soprattutto trasmetterle alle persone?

Sicuramente non è semplice, ma per noi diventa naturale grazie alla ricetta per star dietro alle innovazioni: la passione. Mettere la giusta passione in ciò che si fa, ti dà una grande carica che poi si riesce a trasmettere in modo molto naturale alle persone. 

Esperienze concrete da raccontare. Ci sono progetti che vi hanno particolarmente “emozionato”? Problemi risolti con efficacia? 

Cerchiamo di emozionarci sempre, perché è importante trasmettere agli utenti l’emozione dei nostri prodotti. In particolare però ci ha emozionato MyLAN, un nostro prodotto che vogliamo lasci un segno tangibile e che abbiamo realizzato prima di tutto per soddisfare le nostre esigenze.

Sarete a Sinnova2019 con YTMyLAN, ci spiegate intanto come mai avete deciso di partecipare?

Parteciperemo al Salone perché è da tempo che il nostro CEO assilla tutti in azienda, in particolare il nostro CTO, con l’idea di condividere le nostre soluzioni tecnologiche innovative in un contesto che ci permetta di esprimere al meglio i nostri valori e le nostre capacità: quale miglior modo, dunque, se non quello di impegnarsi nella più importante manifestazione del territorio? Vogliamo raccontarci e raccontare la nostra Visione della tecnologia e magari il nostro CTO si sentirà un po’ meno assillato!

A questo punto mi dovete dire cosa sia questo YTMyLAN. Ci ho messo anche del tempo a capire come si pronuncia bene… Uaitimylan, giusto?

Esatto! MyLAN è una tecnologia innovativa che permette di avere sempre con noi in modo semplice e sicuro la nostra rete e i nostri dati. Ci permette di accedere da ovunque ci troviamo a tutti i dispositivi nella nostra rete: PC stampanti, telecamere, smart TV, NAS, tanto per citare i più comuni. Così possiamo avere sempre con noi in modo ultra sicuro i nostri dati e di poterli condividere soltanto in nostra presenza. Grazie a un piccolo tag delle dimensioni di una moneta da due euro, il dispositivo potrà accertarsi della nostra presenza e impedire l’accesso non autorizzato. Se perdiamo o dimentichiamo il dispositivo, nessuno potrà accedere ai nostri dati e se ci prova saranno immediatamente cancellati in modo irrecuperabile.

Quali problemi, alla fine, risolverà MYLAN? Perché poi è questo che la gente vuol sapere!

Pensiamo che aiuterà a risolvere diversi problemi. Prima di tutto avere con sé il proprio ufficio e i propri dati, senza essere fisicamente sul posto, ma da qualsiasi parte del mondo (per ora) e magari dell’universo nel prossimo futuro. Basta una connessione internet e la voglia di girare il mondo e lavorare. Inoltre, ci permette di avere i nostri dati al sicuro e condividerli temporaneamente solo in nostra presenza, senza dover inviare documenti dal contenuto riservato che possono uscire presto  al di fuori del nostro controllo.

Andiamo avanti, spoileriamo! Progetti per i prossimi mesi?

Ci sono un po’ di cose in cantiere. L’innovazione tecnologica non ti permette di rilassarti troppo! Sicuramente proseguiremo con la reingegnerizzazione di YTMyLAN usando hardware dell’ultima generazione, in modo da essere ancora più pratico e performante. Poi continueremo a portare avanti un altro progetto che sarà svelato prossimamente, quindi continuate a seguirci!

Com’è una vostra giornata tipo? Quanto tempo dedicate alla formazione, aspetto cruciale in un mondo così veloce e competitivo?

Difficile descrivere una giornata tipo, anche perché abbiamo una concezione del lavoro diversa dal convenzionale. Non ci piace il concetto di ufficio dalle 8 alle 18. Anzi, non ci piace proprio l’ufficio fisso! Il nostro ufficio è dinamico, può essere all’aperto, da un cliente, in uno scantinato, in hotel. Quello che conta sono le idee e soprattutto realizzarle. In effetti anche MyLAN nasce da una nostra esigenza: avere sempre l’ufficio con noi anche quando non ci siamo fisicamente. Poi aggiungiamo che il lavoro deve essere soprattutto divertimento. Divertirsi mentre si fa il proprio lavoro è un’altra componente fondamentale per il successo di un’azienda.

Perché spesso la tecnologia viene vista come un rischio e come un modo per demansionare le persone fino a mandarle a casa?

Uno dei principali rischi è legato al fatto che la tecnologia tende a favorire l’allontanamento dal mondo reale in favore di un mondo virtuale, una sorta di “quinta dimensione”. Inoltre, la tecnologia può creare eccessiva dipendenza e comportare rischi concreti, come l’essere vittima di maleintenzionati o sfruttare le tecnologie per commettere illeciti o reati veri e propri. Per questo motivo, fare tecnologia al giorno d’oggi richiede particolare riguardo alle problematiche della sicurezza e della privacy delle persone.

Dove ci porterà la tecnologia? Quali sono le possibili novità che vedremo nei prossimi 5-10 anni?

Ci porterà sempre più lontano e le novità che ci aspettano sono tantissime. Basta solo pronunciare alcune parole come IoT (Internet of Things), cybersecurity, blockchain, artificial intelligence, big data. Ne vedremo delle belle! E noi cercheremo di stare sempre sul pezzo dando il nostro contributo.

…E Stefano e Giancarlo dove saranno tra 5 e 10 anni?

E’ sempre difficile prevedere il futuro, soprattutto nel mondo della tecnologia, dove domani è già molto diverso da oggi. Usando la fantasia, potremmo essere su una barca tecnologica, sulla luna, su un angolo remoto della galassia o anche nella nostra terra, magari in una sede non convenzionale o futuristica! Ma, a prescindere da luogo, una cosa è certa: saremo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, utile, che possa essere di aiuto a noi e alle future generazioni.

Ci vediamo a Sinnova e, se volete sapere qualcosa di più, visitate www.youandtech.it! 

Volar basso

E poi capisci che tante cose sui social non vanno scritte, non vanno riportate, anche quando vorresti raccontare un tuo successo o traguardo dopo anni di fatica o vorresti ringraziare qualcuno.

Generano solo invidia e gelosia, pericolosissime conoscendo chi c’é in giro. Amici, colleghi, sconosciuti, dietro certe facce si nascondono veleni inattesi.

Vola basso, ogni tanto esci allo scoperto per raccontare quel che fai, ma poi vola basso.

Le 5 social-news della settimana!

Da questa settimana parte sul mio sito Tixi.it una nuova rubrica. Pillole dal mondo social, anticipazioni, e curiosità! 5 per ogni puntata, senza certezza che sia con cadenza settimanale 😉

Siete pronti?

1

BASTA SPAM SU WHATSAPP!
L’app per la messaggistica di Facebook estende il limite introdotto in India alcuni mesi fa per ridurre la diffusione di fake news e di campagne di disinformazione. Si potranno inoltrare i messaggi solo cinque volte. Il motivo? In India ci sono stati linciaggi e tumulti per una fake news girata su whatsapp, così che i dirigenti dell’azienda hanno deciso di limitare  il numero di volte in cui un utente può inoltrare un messaggio.

2

YOUTUBE
Su YouTube stop ai filmati spericolati e gli scherzi dannosi con sfide che mettono in pericolo la vita delle persone. L’ultima sfida ha fatto prendere questa decisione. E’ Bird Box challenge, la sfida ispirata al film di Netflix Bird Box e che spinge a riprendersi mentre compiono azioni con gli occhi bendati, compreso guidare auto e scooter. Tra le idiozie passate c’è stata Tide Pods challenge: filmarsi mentre si morde una capsula di detersivo.

3

TUTTI ASSIEME
WhatsApp, Instagram e Messenger, tutte integrate. E’ qualcosa in più di un rumor. Le app rimarranno distinte l’una dall’altra, ma la ragione dovrebbe essere migliorare l’esperienza. Aspettiamoci quindi il cross-messaging e pronti alla confusione!

4

PAGE QUALITY
Già da qualche giorno FB ha inserito una nuova sezione chiamata Page Quality, in cui gli amministratori troveranno in un box tutti i post che sono stati rimossi per violazione delle policy come hate speech, bullismo, contenuti pornografici. E poi FB ha intensificato la lotta ai recidivivi, ovvero quelli che si son visti chiudere una pagina per contenuti inappropriati e che poi sono tornati ad aprirne un’altra con le stesse finalità. Avere una pagina è una responsabilità, vero, ma la domanda è sempre la solita: su che basi e regole gira la censura?

5

LOL
La perdita dei giovani su Facebook è un dato di fatto, appannaggio di Instagram. Ora Zuck vuole riconquistarli sperimentando l’applicazione LoL già in test su un gruppo ristretto di  studenti delle scuole superiori che hanno firmato accordi di non divulgazione con il consenso dei genitori. L’app avrebbe diverse categorie (For You, Animals, Fails, Pranks) con contenuti estratti da post e pagine degli utenti. Chissà che davvero…

Giornalisti sopravvissuti

Quando ho cominciato a fare questo mestiere, era più o meno il 96, potevo scegliere: giornalista o addetto stampa. Scrivevo un articolo, lo mandavo, avevo un compenso regolare. Stop. Poi ho cominciato a proporre ai clienti e ai primi politici anche l’uso di un sito web. Mi guardavano strano. Pensate poi quando ho detto “usiamo facebook?” e ho cominciato con le squadre di calcio a 5 e poi con le piccole attività e gli eventi. Qualcuno mi ha trattato da pischello (e lo fa ancora!). Promuovere sui social è roba da bimbi… pensavano!

Oggi prendo un lavoro di comunicazione e devo essere nell’ordine: addetto stampa, social media manager, blogger, fotografo, videomaker, motivatore di te stesso, esperto di contabilità, psicologo, segretario, grafico, esperto di marketing. recuperatore di crediti. I confini sono indefiniti e non ditemi che “bisogna delegare” perché é ovvio che avere una squadra di professionisti per ogni settore è meglio, ma il mitico “budget” è quello ched’é.

Però dai, ci lamentiamo spesso ma sappiamo che questa disgraziata multidisciplinarietà in fondo è una ficata anche se continueranno a chiederti “che lavoro fai?” e ti guarderanno in cagnesco non percependo mai fino in fondo cosa fai e quanto tempo fai risparmiare.

Non ti senti mai arrivato e hai sempre voglia di sapere e fare. Unica certezza: sapere di non sapere mai abbastanza.😚

Come fare il #bestof2018

Hai visto popolare la tua bacheca di Instagram di un collage con una selezione di 9 immagini già pubblicate da un profilo e che hanno riscosso più like? Vuoi farlo per te?

Puoi farla da computer o smartphone. La prima cosa da fare è navigare da qualsiasi browser verso il sito https://2017bestnine.com .

Per generare il collage bisogna inserire nel campo di testo vuoto il proprio Instagram Id, il nome utente che abbiamo nel social network.

Dopo aver inserito l’id si clicca sul pulsate “get” e dopo pochi secondi apparirà il collage con le foto del profilo selezionato più popolari nell’anno appena trascorso.

Ecco il mio #bestof2018 !

Beati loro (Fedez e Ferragni!)

Ieri mi hanno chiesto di commentare il matrimonio di Fedez e la Ferragni. Ho risposto con un semplice “beati loro” perché se hanno successo non è una colpa, perché se fanno la festa più cool “beati loro”, perché avranno i loro motivi e al loro posto farei lo stesso.

Cosa faresti tu? Ecco, immagino una vita sobria, come quando si posta un aperitivo da 5 euro, la nuova auto appena lavata, la foto col giocatore o l’attore, o ci si tagga in un hotel quattro stelle pensando di trasmettere l’idea che la soglia di povertà sia stata allontanata e si entri nel mondo dei vip.

“Ma io lo racconto ai miei amici”. Eh no, non è proprio così.
Abbiamo tutti la nostra quota di appariscenza pubblica e di invidia sociale. Discutiamo e boicottiamo vita e successo altrui senza mai domandarci cosa ci sia dietro un risultato. Parliamo di Fedez e poi facciamo lo stesso (male) su instagram, autocelebrandoci senza offrire nulla al nostro ambiente.

Perché anche col social puoi dare qualcosa agli altri, ci pensi? un’idea, un punto di vista, una riflessione, un’emozione. Puoi contaminare il tuo ambiente col tuo esempio. Puoi conoscere, fare nuovi contatti, avvicinare persone a una causa. Invece la povertà, quella intellettuale e culturale, ti porta sempre a guardare l’altro.

Ho usato il social per raccontare quel che faccio, parlare di musica, condividere storie, ricordare le mie serate da Dj o altri impegni, scrivere di viaggi e, come ora, mie semplici riflessioni.
Liberissimo di dire che sono intelligente o meno, dico cose sensate o stupidate, mi voglia mettere in mostra. Seguirmi o boicottarmi.
Ci sono passato anche io, come tutti. Quando mi accade qualcosa di bello, invece, passo dall’altra parte, quella dell’invidiato (mettiamola così, anche se non sono nessuno). Mi criticano dal “non vali nulla” alle peggior cose. Quando facevo lo speaker del Cagliari allo stadio, per capirci, la cosa più bella che ho sentito era “che mi ero ridotto male ed ero uno sfigato”. Da quella frase ho capito tante cose: che se ascolti la gente non vivi. Che devi tirare dritto sulle cose che ami, goderti i regali della vita e, se vuoi, condividerli.

Ricorderò sempre quelli che nei primi tempi parlavano di social inutile – e ricordo gli sfottò – e oggi, compresa (tardi) l’efficacia di questo mezzo e dovendosi adeguare alla moda, lo usano con la leggerezza e l’eleganza di un bradipo.

Un consiglio? Parla di idee, progetti e non di persone se non per elogiare quel che fanno.
Se proprio hai ansia di successo chiediti come facciano gli altri a raggiungerlo. Studia le vite di chi ce l’ha fatta, i segreti. Se sia tutto ingiusto o magari siano più bravi di te.

Cannibali

CANNIBALI

I barbari, i cannibali. Quelli che entrano nei mercati di qualsiasi professione e abbassano prezzi e qualità in maniera sensibile.

I dj a poche decine di euro, i ristoratori a prezzi ribassati, i comunicatori low cost, i musicisti gratuiti e persona trainer farlocchi. Ma la colpa – se si può chiamar tale – non è tua o sua, è di chi decide di prendere un prodotto a meno pensando di guadagnare. E così avrà il dj che metterà la musica di youtube, il comunicatore sgrammaticato, il musicista tanto per e il personal che farà danni al tuo fisico.

Dequalificati o meno, ci sarà sempre chi forzerà il mercato proponendosi a meno.

Siamo sicuri che alla fine la corsa si debba fare con questi e incazzarsi? Ci sarà sempre un’offerta al ribasso e minima, chi darà tutto gratis, chi svenderà un servizio o una professione. Magari lavoreranno tanto ma resteranno sempre a quel livello.

Tu lavora su quello che ti rende unico e speciale, punta alla qualità e lascia il segno. Non prendere tutto ma scegli sempre. Chiedi quanto dovuto riservandoti il tuo valore senza buttarlo al vento per due occasioni. La gratuità se è investimento o dono.

I mercati sono tanti. Se chiedi noccioline o giochi con chi chiede noccioline non lamentarti se ti tratteranno da scimmia.

App di navigazione, Waze o Google Maps? Ecco quale ho scelto!

Waze o Maps? E’ uno dei tanti dilemmi per i guidatori d’auto.

Viaggi in auto, oramai senza le classiche cartine stradali che pure ci portavano a destinazione senza troppi patemi. Sarà la pigrizia, sarà la disattenzione, ma ci perdiamo più spesso che in passato pur usando strumenti tecnologici impensabili fino a poco tempo fa.

Poi ci sono loro, le app di navigazione, che permettono di trasformare il nostro smartphone in un potentissimo e utile strumento.

Il dubbio? Escludendo Apple Mappe, che reputo non all’altezza delle attese e delle necessità, resta da scegliere tra le applicazioni Waze e Google maps.

Ho deciso di utilizzarli per il mio recente viaggio in Trentino, mettendole alla prova. Chi ha vinto? Lo saprete dopo questo disordinatissimo test.

Perché amo Waze, il navigatore social che nasce anche col contributo degli automobilisti:

•Posso consultare in tempo reale il traffico sul nostro percorso

•Posso controllare se ci sono incidenti, lavori o imprevisti

•Si possono conoscere autovelox o posti di blocco

•Posso verificare la presenza di punti di ristoro, distributori di benzina sul percorso, confrontare diversi prezzi dei distributori, in modo da scegliere quello più conveniente.

Purtroppo Waze ha anche dei limiti: gli aggiornamenti sono lenti, non ci sono le attività locali, l’applicazione qualche volta va in crash e non sempre è efficiente nelle zone meno trafficate (in Sardegna, per esempio, è sfruttata poco).

Con Waze non siete solo utilizzatori ma anche, qui viene il bello, contributori! potete segnalare eventuali code sul percorso o farvi segnalare nuovi autovelox/posti di blocco in tempo reale (premesso, ovviamente, che i nostri amici o altri viaggiatori sul percorso usino Waze). Un vantaggio notevole, dato che possibili deviazioni possono farvi risparmiare tempo.

Google Maps, i punti positivi. E’ l’applicazione più stabile e indicata se conoscete già il percorso, ha il limite di non aggiornarci in tempo reale ma di fornire una mappa completa e stabile, purtroppo priva di informazioni last minute, come autovelox o posti di blocco.

Riguardo l’affidabilità dei percorsi, a vincere è sempre e comunque Maps. Quindi, nel caso in cui dovreste perdervi per aver fatto una deviazione dal percorso originario, il consiglio è quello di affidarsi a Maps.

Maps della grande G vince anche sulla ricerca di un luogo d’interesse, un monumento o un locale: sulla barra di ricerca posso direttare direttamente il luogo di interesse (ad es.: Museo, Chiesa) oppure scrivere ad esempio “pizzeria a Milano” e il navigatore ci indicherà immediatamente il ristorante più vicino alla nostra posizione.

Altra forza di Google Maps è quella di orientarvi se utilizzate mezzi pubblici (anche se io preferisco oramai Moovit) o siete a piedi, possibilità esclusa con Waze.

Ai punti chi vince? Parere personalissimo: mi son trovato meglio con Waze, specie nei lunghi tragitti e dove rischiavo di trovare traffico. Ho litigato spesso con Google Maps (l’orientamento automatico a Nord vi fa incasinare non poco quando guidate, e va assolutamente tolto delle impostazioni) e nel lungo utilizzo soffre la freschezza e l’approccio social/immediato di Waze.

Quale scegliere? Dipenderà sempre dall’uso e dal tragitto. Tenetele ovviamente entrambe, ma con un occhio più attento a Waze. E condividete anche voi informazioni su questa app, per accrescere le community e offrire una migliore esperienza di guida!

 

17 cose che troverete sulle bacheche di facebook per Natale

Cosa troveremo sui  nostri profili facebook questi giorni

  1. foto con famiglia comprendente anziani morenti
  2. “a Natale siamo tutti più buoni”
  3. “a Natale puoi”
  4. foto tavolata imbandita (della serie, anche noi mangiamo)
  5. foto alla carne in cottura con battutona sui vegani
  6. foto ai regali prima di scartarli
  7. foto ai regali scartati
  8. “giù i pensieri su i bicchieri” un classico
  9. “Natale al top” per quelli che hanno i soldi (magari di papà o non li hanno)
  10. com’era bello il natale del 1876 quando eravamo tutti poveri
  11. polemica sui centri commerciali aperti
  12. quant’era bello il natale degli anni 80 (nati da 94 in poi)
  13. ostentazione di ricchezza sbattuta agli altri
  14. immagini sgranate con battute a sfondo sessuale su Natale, Babbo Natale e la befana
  15. “stanotte djset al ristopizzeria tasinanta, domani oratorio, il 26 taverna di zio Pino”
  16. foto di banconote e hashtag #ciaopovery (lui disoccupato)
  17. immagini religiose e preghiere (il giorno prima inneggiano a cacciate di migranti)