Bar del centro, chiedo caffè e mezza d’acqua.
Il piattino resta senza tazzina, c’è solo il bicchiere pieno. Uno, due, cinque minuti. Il barman si mette a fare altro.
A quel punto capisco: si è dimenticato di me. Richiamo la sua attenzione. Senza sbraitare. Senza lamentarmi del servizio su fb come fanno tanti senza dare una seconda chance a chi sbaglia. Che avrei dovuto fare?
Appena compreso l’errore è costernato. Sa bene che un cliente potrebbe parlare male di lui, ora.
Capisco bene: di questi tempi la mente vola via facilmente. Siamo presi da mille impegni, pensieri, problemi. Ci distraiamo con poco. Anni difficili e tutti ci siamo dentro in questo casino, inutile negarlo.
Può accadere.
Così lo rassicuro. Non perderà un cliente.
Ho gustato un ottimo caffè e ho messo un po’ di pazienza nel mio bagaglio personale.
La comprensione è un’arma meravigliosa.
Molto spesso la ricevo da altri, amici e non, anche in maniera inattesa, quando sbaglio o non sono preciso. Basta e avanza per sapere che sono sempre in debito.