Posts by Tixi

Köln Concert, Keith Jarrett e serate storte

Da qualche giorno durante la mia doccia serale metto sempre The Köln Concert di Keith Jarrett.

Un concerto intenso, spontaneo e profondo, che abbraccia tanti generi e stili, che ogni volta rappresenta per me un aggancio ai ricordi del passsto ma anche una bella lezione esistenziale.

La storia molti la conoscono: gennaio 1975, un piovoso pomeriggio a Colonia, il, celebre pianista noto per il suo caratterino, era furioso. L’organizzatrice del concerto, Vera Brandes, giovane e inesperta, aveva preparato un pianoforte inadatto (Baby Grand) rispetto a quello richiesto (Imperial).

Nonostante il suo dolore alla schiena e il lungo viaggio da Zurigo, Jarrett minacciò di annullare lo spettacolo, ma fu persuaso dalla determinazione di Vera, promettendo di suonare “solo per te, non lo dimenticare mai.”

Vera, incapace di trovare un piano sostitutivo in tempo, si affrettò a far riparare il Baby Grand con l’aiuto di tecnici, mentre Jarrett tornava in albergo a riposare senza successo. Dopo una cena frettolosa, arrivò al teatro stanco e provato. Tuttavia, una volta sedutosi al pianoforte, la sua improvvisazione straordinaria prese vita, incantando i 1400 spettatori presenti.

Il concerto fu una performance inattesa e storica, caratterizzata da un mix magico di jazz, blues, folk e classico. Nessuno avrebbe immaginato che quella serata sarebbe diventata il concerto di pianoforte più famoso nella storia della musica moderna.”The Köln Concert,” la registrazione, vendette oltre quattro milioni di copie, fu l’album di pianoforte più venduto di sempre.

La lezione è l’aspetto meraviglioso che accompagna l’ascolto: a volte le difficoltà e le imperfezioni possono portare a risultati straordinari. L’arte spesso fiorisce in condizioni di pressione e che la determinazione e la flessibilità possono trasformare gli ostacoli in opportunità uniche.

A volte anche noi nella vita non abbiamo il pianoforte adatto e tutto sembra andare storto: ma se abbiamo qualcosa di bello da raccontare, se abbiamo qualcosa di unico dentro, è il momento di dimostrarlo.

Como te quiere, l’ultimo disco di NICK TIXI

È uscito su tutte le piattaforme musicali “Como Te Quiere” l’ultimo disco di Nick Tixi.

Como te quiete è un brano che si inserisce perfettamente nella scena della musica dance e house contemporanea e che punta ai dancefloor. Si muove abilmente tra le influenze della musica latina e la vibrante energia della house.

La fusione di questi due generi crea un sound fresco e dinamico che cattura l’attenzione e invita al movimento, con riferimenti alla tribal e le voci e gli strumenti del Centro e Sud America.

Como Te Quiere vuol creare un’atmosfera festosa e liberatoria, ideale per le piste da ballo. La combinazione di ritmi tribali e sintetizzatori moderni crea un’esperienza sonora che è al contempo familiare e fresca. È un brano che sicuramente risuonerà bene nei club e nei festival, capace di far muovere anche il più timido degli ascoltatori.

Il brano presenta una struttura tipica del genere house, con una build-up iniziale che prepara l’ascoltatore a un drop potente. Il ritmo è mantenuto costante da una cassa in quattro quarti, tipica della house music, arricchita da percussioni tribali che aggiungono un tocco esotico e distintivo.

La cassa è robusta e presente, creando una base solida su cui si sviluppano gli altri elementi. Le percussioni tribali danno un senso di movimento continuo, invitando l’ascoltatore a ballare.

Nick Tixi con “Como Te Quiere” continua nei suoi djset e nelle sue produzioni vari elementi della musica dance e house in modo coerente e accattivante, ricercando sempre qualcosa che possa rappresentare un punto di incontro tra la pista e i suoi gusti.

Ascoltalo su Soundcloud https://soundcloud.com/djtixi/tixi-como-te-quiere_2024_radio

Su Spotify https://open.spotify.com/album/2BTRxUVtFlVbJKEJxJxRBr

Storie: Antonio Agabio, tra Cagliari e Usa con le startup dell’AI

Pubblicato sull’Unione Sarda del 28 dicembre 2024

Versione breve: è un imprenditore della tecnologia e della finanza. Versione estesa: da gennaio 2022 è presidente e amministratore di Ovum, una Start-up Factory, un’azienda che crea Start-up nel settore dell’intelligenza artificiale da zero, attrae investimenti e le lancia sul mercato. Nasce da un’intuizione di Linkalab, realtà sarda nel panorama nazionale, e di AB Innovation, consulting milanese di legal tech: “Siamo anche all’estero, specie in USA e UK, e da quest’anno in Spagna a partire dal prossimo MWC di Barcellona, il più grande evento al mondo di mobile”.

Il cammino di Antonio Agabio, 31 anni, comincia da un diploma all’Alberti nel 2010 e una triennale in Amministrazione e Organizzazione – “bel corso per multipotenziali”. Poi l’estero: studio e lavoro a Montréal in Canada e poi in Danimarca, specialistica in Studi Europei. Torna in Italia e viene assunto in una consulting locale e quindi entra nel campo tech, in Linkalab, prima di Ovum.

“Attiriamo quello che siamo”. Il suo non è un percorso chiaro dall’inizio, ma una serie di opportunità e sfide accolte con curiosità, voglia e passione: “Se nasci trottola, girare da una parte all’altra, anche nel lavoro, è destino”. Altro lato della medaglia, le difficoltà sulle quali sfoderare il meglio di sé: “Come raccontavo in Cattolica di Milano, serve una grande forza mentale e il team e le persone fanno la differenza tra il successo di un’iniziativa di questo tipo e il suo fallimento, in maniera uguale se non più dei tuoi sacrifici e competenze”.

In queste andate e ritorni vede Cagliari cambiare: “Dopo il Covid i prezzi sono schizzati più che a Milano. Abbiamo un futuro, il problema è che chi ci abita è sempre l’ultimo a trarne i frutti e il primo a soffrirne gli effetti”. Il lato positivo: “Attira sempre più opportunità e aumenta il decoro, l’offerta culturale e i turisti. In estate sembra di stare in una bella realtà della Costa Azzurra, manca solo il GP! Quanti dati potremmo raccogliere dalle telemetrie?”.

Eppure i giovani partono: “Menomale! Apprendi arti e mestieri, ti immergi in culture agli antipodi e apri la mente. ‘Perché non tornano?’ Chiedilo a un architetto di New York che lavora per 300mila dollari lordi annui, saprà risponderti”.

Poi ci sono quelli che restano, buone idee ma non trovano la propria dimensione. La ricetta di Antonio: “Prima cosa, convalida che sia davvero una buona idea. Tanti business falliscono perché si specchiano attorno alla passione o al talento dei loro ideatori, senza attrattività sul mercato. Se sai che il prodotto ha domanda, cerca finanziamenti tra Venture Capital interessati a startup in fase di ideazione”. Puoi farlo anche con base nell’isola? “Solo se trovi i finanziatori giusti all’inizio e viaggi per creare la rete di aziende partner e sostenitrici interessate al mondo Tech di frontiera”.

La sua base è Cagliari e la sardità la porta in giro. Oltre alla cadenza, è una sensazione. Essere sardo all’estero è diverso rispetto ad altre regioni: “L’anno scorso al CES di Las Vegas ho incrociato lo YouTuber sassarese Morethantech e sembrava che ci conoscessimo da una vita. Se riuscissimo ad essere così anche in patria…”.

Il dinamismo USA non vale il maestralino e la birra al Poetto: “Ho casa qui e passo più tempo possibile con amici e famiglia. Quella di mio papà ha aperto un’azienda prima ancora dell’unità d’Italia. Non andrei a vivere fuori, tolta la California per motivi personali e professionali. Anche Cagliari ha la sua centralità e i suoi primati: “Fun Fact: sapevi che, tra le altre, qui ci fu la primissima trasferta della cantante canadese Avril Lavigne all’Anfiteatro Romano?”.

L’alchimia delle parole

Sono a 1300 metri, in una baita su un tramonto che combatte con le nuvole e profuma di pioggia delicata.

Il profumo acre del camino mi riporta ad atmosfere invernali, ai paesini illibati della Sardegna dove ancora la modernità non è arrivata, dove si respira l’ancestrale infanzia e il ricamo dei ricordi.

Il presente ci ha rubato le stagioni, il caro vecchio inverno, e ritrovarlo qui d’estate, in Trentino è davvero curioso.

Perdo il conto dei giorni e delle ore.Poi ho un pensiero nell’aria. Mesi fa un amico, storico professore di filosofia del Pacinotti, Ettore Martinez, con cui ho preso caffè ricchi di idee e riflessioni esistenziali, mi ha dato una lettura perfetta delle delusioni e delle sconfitte: “Nick, tu stai elaborando un lutto! Passerà”.

Quella frase è stata geniale. Me la son portata legata come i miei braccialetti al polso e mi ha aiutato a superare le amarezze e crisi che avvolgono una vita come la mia, di sfide cruciali e di finali di Champions.

Da quando è morto papà, oltre dieci anni fa, non ho avuto più nessuno che mi risolvesse gli intrecci: ho sulle spalle tutto io.

Le parole e le frasi sono alchimie.

Il prof, con quella, mi ha aiutato a superare i passaggi sfortunati, le cadute e gli amici e le amiche che mi hanno trattato male. I tanti fallimenti della mia vita (sì, ne ho avuto tanti).

Mi ha dato una chiave di lettura di tante cose per convivere e superare il dolore.

Ancora grazie prof.

Aeroporti, caos, sospensione e creatività

Aeroporti, luoghi sospesi ma soprattutto in questo periodo coacervi di umanità ansiogena e rissosa, da cui nella vita quotidiana stiamo alla larga: tutti devono partire prima, tutti devono superare, tutti devono prevalere, come nella classica e competizione sociale.

Poi ci siamo noi, viaggiatori solitari un po’ strani, silenziosi e sempre in un angolo.

Con il nostro computer e le cuffiette con playlist di King of Convenience o Gotan Project osserviamo quel mondo strano che è maggioranza nel paese.

Quel mondo che a sua volta ci osserva e ci vede strani e reietti: chi saranno mai questi oscuri personaggi che non ridono sguaiatamente come noi, non ruttano birre, non mangiano oliosi panino grandi come un pacco amazon, non hanno buste piene di acquisti nel free shop?

Eppure questi posti così caotici, sono tesoro di ispirazione e creatività. Nel caos di urla, lamenti, allarmi, trolley che sbattono, addii al nubilato, voci al microfono di bimbi e coppie che esplodono, tante idee passano veloci. Guai a perderle.

Dove Tixi mixa quest’estate: i djset!

Ci vediamo in giro, ci vediamo con la musica!

Ecco i miei appuntamenti/serate/eventi da resident DJ per quest’estate:

  • Giovedì al Bacan (Cagliari) dalle 19
  • Venerdì al Bacan (Cagliari) dalla mezzanotte
  • Sabato al Club Nautico (Chia, Teulada) dalle 23.

Il weekend in consolle di Nick Tixi

Un weekend intensissimo in consolle!

Ci vediamo giovedì al Bacan dalle 18:30 in poi con una imperdibile performance musicale insieme al percussionista Davva.

Venerdì sarò all’inaugurazione della nuove veste del Resort di Is Molas, sulla Costa di Santa Margherita.

Venerdì, dopo la mezzanotte, ci vediamo al Bacan!

Guida di Cagliari di Claudia Rabellino Becce, il contributo di Nick Tixi

C’è anche il contributo scritto di Nicola Tixi Montisci sul mondo degli aperitivi e della notte nella guida di Cagliari edita da_editore.

Un prezioso lavoro di Claudia Rebellino Becce che presenteremo il 5 giugno

Cagliari, la città dei sette colli che si affaccia sul Golfo degli Angeli, è un luogo di innumerevoli sorprese. Una città solare, ma anche lunare, esoterica e misteriosa, che sfugge a ogni definizione.

È questa l’essenza che Claudia Rabellino Becce – avvocata, autrice e public speaker, ligure d’origine ma cagliaritana di adozione – cattura nella sua nuova guida una mappa del cuore e dell’anima di Cagliari, pensata per coloro che vogliono scoprirne ogni sfaccettatura.

La guida – edita da Feltrinelli – verrà presentata mercoledì 5 giugno alle 18 a Villa Fanny, con la prefazione di Antonello Angioni, Maria Francesca Chiappe e Maria Laura Berlinger.

Camus e lo Straniero

“Oggi è morta la mamma. O forse ieri, non so”. Questo è l’ incipit dello “Straniero”, il romanzo che Albert Camus scrisse nel 1942 e avrebbe contribuito a portarlo tra i big della letteratura mondiale del Novecento.

Da questi primi capitoli che sto leggendo, è un romanzo spigoloso e asciutto, che non dà spazio alle emozioni, quasi cronachistico. Una “dichiarazione al mondo” di Camus che perlustra le asperità della vita di noi tutti.

Faccio tesoro di qualche passaggio della sua vita artistica direttamente dal discorso alla consegna del Premio Nobel: “i veri artisti non disprezzano nulla e si sforzano di comprendere invece di giudicare: e se essi hanno un partito da prendere in questo mondo, non può essere altro che quello di una società in cui, secondo il gran motto di Nietzsche, non regnerà più il giudice, ma il creatore, sia esso lavoratore o intellettuale.

La missione dello scrittore è fatta ad un tempo di difficili doveri; per definizione, non può mettersi oggi al servizio di coloro che fanno la storia: è al servizio di quelli che la subiscono”.