Qualunque esso sia, dal calcio al pattinaggio, dall’atletica allo sci, sport è sempre sinonimo di impegno, passione e speranza.
Un vero giocatore deve possedere qualità non comuni: un equilibrio tra decisione, perseveranza, fiducia in se stessi e consapevolezza dei propri limiti.
Il mister deve far emergere questi aspetti.
Perché lo sport è questo: una tensione incontrollabile, un’ energia incontenibile, medaglie e coppe, ma anche sconfitte e delusioni. La gioia di salire su un podio, di ricevere una stretta di mano e una medaglia, la soddisfazione di sentirsi finalmente ripagati di tutti gli sforzi e i sacrifici di tanto tempo: è questo ciò per cui uno sportivo combatte, questo ciò che lo spinge ad amare ciò che fa.
Purtroppo però la vita di un giocatore non è fatta solo di gloria e successi, a volte bisogna avere la forza per affrontare, e superare, le sconfitte. Fanno male, deludono, fanno versare lacrime di rabbia, ma sono un momento importante, indispensabile, per prendere coscienza dei proprio errori, dei propri limiti, delle proprie esitazioni o arroganze.
All’indomani di una cocente debacle come quella di ieri, in cui la nostra squadra ha dimostrato di meritarsi ampiamente la sconfitta, non può però che rinascere il germe della voglia di vincere, la forza che può portare ad allenamenti più lunghi e più duri, a sacrifici ancora più grandi. Nasce, prima di tutto, il desiderio di superare se stessi, prima ancora degli avversari.
Ma lo sport è anche, soprattutto, sconfitta, non dimentichiamolo.
Per ogni vincitore ci sono centinaia di perdenti. I tg non si ricordano mai di loro. Eppure dalle sconfitte nascono le migliori e più efficaci lezioni, di sport e di vita.
Sono le sconfitte a forgiare il carattere, non le vittorie. Anche Marco Pantani, grande tra i grandi e giusto tra i giusti, conobbe la sconfitta alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 dopo le vittorie del Tour. Il Milan vinse una Coppa Campioni riuscendo a superare la notte terribile di una sconfitta lacerante con il Liverpool. Del Piero attraversò gravi infortuni per poi riconquistare sempre il podio dei migliori giocatori al mondo.
Chi non comprende questo concetto, non potrà mai considerarsi un vero calciatore.
Nel calcio, quello vero, quello amato con passione, non contano classifiche e punteggi, ciò che importa è esprimersi, saper dosare le proprie energie, mettere le proprie virtù al servizio degli altri, superare i propri limiti e poter così conoscere se stessi, il proprio corpo e le proprie capacità. Voglia di vincere diventa quindi voglia di affermare la propria forza, voglia di vedere realizzate fatiche, e sogni, per se stessi e per la propria squadra. Ma soprattutto cuore, carattere e passione, prima ancora che tecnica.
Aspetto fondamentale dello sport come il calcio a 5 è il senso di squadra: un senso di unione che va al di là delle singole diversità e dei particolari conflitti; far parte di una squadra significa sentire su di sé il peso delle speranze e delle fatiche degli altri, indossare una stessa maglia, condividere una stessa stagione con altri compagni. E la paura di deluderli è superata dalla totale fiducia reciproca.
E’ bello sentirsi parte di una squadra: si combatte insieme per tagliare lo stesso traguardo, non servono parole di incoraggiamento, solo sguardi, perché si provano le stesse emozioni, le medesime paure. Ci insegna anche a stare insieme, insegna il rispetto, la correttezza, e l’importanza della fiducia.
Lo sport dona momenti preziosi, in cui ci si sente soli con il proprio corpo, momenti di totale estraniazione dal mondo.
Un rigore in una partita di calcio, una palla da mettere in rete al secondo palo… istanti decisivi, in cui il mondo esterno scompare, c’è silenzio, l’unico rumore è il proprio respiro, la mente è libera da ogni pensiero.
Sono frazioni di secondo, in cui si riesce ad ascoltare il proprio animo, poi ritorna il rumore dei passi, le grida del pubblico, ritornano gli avversari, i consigli degli allenatori.
Infine, quando si ottiene una vittoria o un record personale, allora ci si sente pervasi da un’ enorme felicità, una di quelle felicità che a distanza di mesi e anni donano ancora sorrisi e brividi, una felicità che fa ricordare perché si ama così intensamente lo sport. E allora tutto ritrova il suo significato: gli allenamenti al freddo, le tensioni prima di un incontro importante, le lunghe discussioni con l’allenatore, lo stress di una gara, i sacrifici, le fatiche, le tattiche, i rimproveri, le delusioni per una mancata convocazione o per un breve minutaggio… tutto per un istante di felicità: ne è valsa la pena. Tutte quelle difficoltà fanno crescere, fanno maturare, fanno diventare persone più forti, e forse, migliori.
Tutto si riduce ad una vittoria, a un sorriso di ammirazione di un avversario, a un sogno sempre più grande.
Perché lo sport è soprattutto questo: sogni. Sogni incredibili e irrealizzabili che danno significato alla vita.
Sport è “gente che lavora pesantemente sul proprio limite, facce robuste di atleti che solitamente non riempiono le copertine ma che vivono lo sport come una continua ricerca di miglioramento”. Tutto questo è lo sport.