Aeroporti, luoghi sospesi ma soprattutto in questo periodo coacervi di umanità ansiogena e rissosa, da cui nella vita quotidiana stiamo alla larga: tutti devono partire prima, tutti devono superare, tutti devono prevalere, come nella classica e competizione sociale.
Poi ci siamo noi, viaggiatori solitari un po’ strani, silenziosi e sempre in un angolo.
Con il nostro computer e le cuffiette con playlist di King of Convenience o Gotan Project osserviamo quel mondo strano che è maggioranza nel paese.
Quel mondo che a sua volta ci osserva e ci vede strani e reietti: chi saranno mai questi oscuri personaggi che non ridono sguaiatamente come noi, non ruttano birre, non mangiano oliosi panino grandi come un pacco amazon, non hanno buste piene di acquisti nel free shop?
Eppure questi posti così caotici, sono tesoro di ispirazione e creatività. Nel caos di urla, lamenti, allarmi, trolley che sbattono, addii al nubilato, voci al microfono di bimbi e coppie che esplodono, tante idee passano veloci. Guai a perderle.