Non potevo non provare una punta di emozione quando ieri ho rivisto il tramonto cagliaritano e ho sentito tra i capelli il nostro amato maestrale.Tornato da poche ore in Sardegna, per un weekend in discoteca e per alcune urgenze di lavoro, sono rientrato nei ranghi della mia
Per cominciare, un’ora di attesa per i bagagli all’aeroporto. Cose che accadono anche altrove, ci mancherebbe. Il caldo afoso, non è città ma resterò pochissimo.una novità, che ti obbliga a continui cambi e docce. Il mare, con tutti gli appuntamenti, per ora è un miraggio. Stasera forse un degno predisco marittimo prima di volare allo Smaila’s che inaugura. Domani sarò ancora a Cagliari ma alla discoteca Lido. Due dj set con due fasce d’età diverse: allo Smaila’s viaggiamo intorno ai trenta, al Lido ci sono i giovanissimi. Stranezze della vita di un dj.
Ieri ho intervistato per Sardegna 24 Umberto Smaila (l’articolo è sul quotidiano in edicola oggi, a pagina 24).
Tra le cose interessanti di questa bella chiacchierata, me ne sono rimaste impresse due.
La prima è che “la carta d’identità è un pezzo di carta“. Giusta riflessione contro chi dice che le professioni hanno età. Se la passione ti muove a fare qualcosa (nel suo caso essere un musicista, chiamiamolo così) non c’è motivo per cui uno debba smettere e privare il pubblico del suo contributo.
La seconda era un appello ai dj: “suonate per la gente, non per voi“. Più pop, meno house. Riportiamo la gente in discoteca a ballare e divertirsi. Come non sposare questa idea che è poi la mia idea di dj?
Leggevo qualche stato su fb che parlava di “Cagliari…che noia, mai nulla da fare”.
Non credo che la nostra sia una città noiosa. C’è sempre qualcosa di interessante in giro. Semmai bisognerebbe chiedersi il perché esista gente perennemente abulica e scontenta, disinteressata e pecoraia. Che critica chiunque vuole fare. Si infoga per un locale alla moda, nel giro di poche settimane cambia idea. Basta un passaparola e ciò che è “in” un giorno diventa “out” in un altro.
L’esercito degli annoiati, che non vedono l’ora che arrivi l’estate per passare 90 giorni inutili di mare, a chiacchiare dello slippino di quello e del perizoma di quell’altra, delle corna di questo o di cosa si farà stanotte sono duri a morire. Chiacchiere da provincia.
Passano giornate di strane sensazioni. Come quella di ieri in cui sono rientrato nell’Aula magna di Scienze Politiche a distanza di 5 anni dalla mia laurea per una bella conferenza dell’amico Stefano Cortis sulla sua esperienza in Ruanda nell’ambito di un progetto di interscambio culturale con colleghi di metà mondo.
Sensazioni come i video che ha realizzato e proiettato. Raccontavano il dramma di quella terra, insanguinata dagli scontri etnici sfociati in mattanze a colpi di machete.
Sensazioni come una nuova collaborazione che è partita, vi scrivevo su, con il quotidiano Sardegna 24 area Soriana.
Oggi in edicola ci sono i miei primi due articoli. Un po’ come sul portale Tiscali dove intervengo come opinionista, è un po’ strano che il sottoscritto, che ha votato a destra fino a poco tempo fa, nato negli ambienti politici dell’ex Msi, si ritrovi oggi a scrivere in testate sicuramente di riferimento politico differente.
Da altre parti ho sempre trovato chiuso. Segno dei tempi. Qualcuno criticherà, qualche altro plaudirà. Dirà che sono incoerente e mi son svenduto.
Non ci importa.
Le parole scorreranno ugualmente.