È proprio vero che esistono periodi di forte entusiasmo e quelli di tristezza. Nelle ultime settimane siamo passati dall’uno all’altro estremo e siamo in quella condizione che, se avessimo un indicatore, si potrebbe definire “tendenti all’entusiasmo”. Le ultime serate, la disco, la palestra, il teatro, tante idee per la testa. C’è poco calcio, ma lo sapete dai…
La bici mi sta facendo riscoprire la gioia della lentezza e della città descritta con occhi diversi dai soliti: particolari che ti sfuggono e che non avevi mai notato. Vedi la maleducazione della gente in tutte le sue forme, da quello al volante alle seconde file a quell’altro sul bordo strada che butta senza farsi problemi i rifiuti. Vedi le porcherie agli angoli delle strade, le scritte, ma senti anche profumi che altrimenti non potresti sentire.
Cerco e creo dei percorsi ad hoc per evitare zone pericolose o salite impossibili. Mi invento scorciatoie, tagli e ricucio la strada con molta creatività, saltando marciapiedi, cunette e trovando pertugi che mi permettono di andare a destinazione nel miglior modo.
Me la sono attrezzata per bene: fanale posteriore catarifrangente, catena, luce anteriore, borsetta e campanello monotonale (per ora non ancora usato). Anche questo weekend ci sono buone possibilitá che, come nello scorso, vada per locali in bici a visitare tanti locali e amici. Il passo successivo sarà fare un dj set andando in disco in bici, ma la vedo dura con la mia attrezzatura e il baule della consolle denominato non casualmente “la bara”.
Ieri è stata una giornata intensa: palestra e teatro. Due attività che fanno a pugni tra di loro. Che c’entrano. Mens sana in corpore sano, no? In palestra mi ciuccio un’ora e mezzo di intensissimo allenamento cosiddetto a circuito, con una playlist nelle orecchie che sembra una serata del tomorrowland. Comincio con dieci minuti d corsa, poi corro da un macchinario al’altro, poi finisco ancora con la corsa. Doccia rinfrescante e mi sento rinato. Il problema sono quei giorni in cui non ne hai voglia: quando manco mi sento come quando, da studente, facevo vela. All’inizio era bellissimo, poi pervadeva il senso di colpa. Mancare in palestra è come un peccato.
Poi stacco e ho tempo per andare all’ex artistico dove mi aspetta la mia compagnia teatrale. Anche ieri una gran lezione. Il corso, forse non ve l’ho mai detto, è incentrato sulla tragedia greca e si concluderà con una rappresentazione a giugno (se Dio vorrà ci sarò). Le prime lezioni hanno visto la lettura dell’Orestea, una trilogia formata dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi. Vi chiedereste se sono un masochista o cosa e che mi passa per la testa (lo so, dai). Eppure è davvero interessante riscoprire un aspetto della cultura che abbiamo troppo velocemente liquidato a scuola (quante volte è successo…). Elio è un maestro che rende le lezioni sicuramente più leggere di quanto il tema potrebbe farvi credere.
Dalla tragedia poi nascono interessanti discussioni che sconfinano nel filosofico, materia che come sapete mi affascina e non poco. Ieri si é parlato di rapporto sacro-profano, dei, uomini, processi. Non pensate che queste tragedie non abbiano una loro dignità e valenza anche nei giorni nostri. Cerco di ridurre faticosamente un gap di cultura e un sonno della ragione che per anni ho avuto e di cui mi sento un po’ colpevole.
Lo so che sono cose poco alla moda in questi tempi. Poi mi soffermo un po’ a parlare di politica: le ultime vicende sono gustose. Almeno perché dopo che per mesi mi hanno dato del comunista per qualche applauso a Zedda, ora che l’ho criticato per la questione del Lirico e altre ragioni. Il mondo è fondamentalmente pieno di stupidi che sono pronti a metterti etichette. Io con i partiti non c’entro più da tempo, guardo e giudico ogni fatto non più sul colore ma sul fatto in sé. Gli utili idioti, quelli che proseguono a spegnere il cervello per una bandiera, quelli che per l’interesse di partito si taglierebbero pure i coglioni, saranno sempre là a darti un contenitore.
Purtroppo l’Italia è questa. E che dire di quelli che si lamentano di quando scrivi troppo o fai dei ragionamenti? Ieri ne sentivo uno criticare chi ha pensieri e li condivide. Lui, che un attimo prima parlava di scommesse, calcio e weekend.
Brutta cosa non aver nulla da dire nella vita e per nasconderlo parlare di altri. Queste sì che sono tragedie.