Ci sono caratteristiche che non riusciamo a perdere nonostante l’età e l’esperienza. Positive e negative, ci mancherebbe, ce le portiamo addosso come cicatrici eterne.Quante volte mi avete chiesto “dove trovi la forza di essere sempre propositivo e di buonumore?”
Di solito nelle persone che mi stanno intorno, le cose che faccio sono un mutuo soccorso, sono un enorme motivo di forza. Spesso mi butto a capofitto su dei progetti e non riesco a uscirne più. È un male, dicono tanti. Fai troppo col rischio di far tutto male. Ma chi te lo fa fare? La litania delle riflessioni di quelli che giudicano la tua vita è sempre piena di frasi nuove e interessanti, magari prodotte da passivi e annoiati.
Essere Tixi, però, è complicato, perennemente incasinato ma sempre un po’ buffo. Non ve lo consiglierei. Quando guardo la vita spesso mi sento una via di mezzo tra Woody Allen e Muttley.
Cerco ogni cosa che possa fare la differenza. Appena posso taglio la corda dal mondo, cerco una panchina e me ne sto a leggere e a pensare. Questa è la mia vacanza. Osservo il grande spettacolo della gente.
In questi giorni lo spettacolo è questa ossessionante campagna elettorale. Su facebook ne abbiamo esempio. Dopo tantissimi anni di arena politica, guardare dall’esterno ti fa apparire tutto più assurdo e irridere anche il me stesso che si è sbattuto per tanto tempo.
Slogan, frasi, promesse. Tutti per Cagliari. Si dipinge una città che non esiste, che è nei sogni, pensando che la gente sia stupida e non si accorga di niente.
Conoscendo l’amministrazione pubblica credo che pochi candidati abbiano la possibilità di incidere realmente sul nostro piccolo mondo. Tanti hanno l’ossessione di farsi conoscere, tutto qui. Presenzialismo alla cagliaritana: come quelli che vogliono diventare p.r. in discoteca per essere famosi.
Per far decollare questa città, immensamente bella, ci vorrebbero 10 anni di cambiamenti epocali, che scontentino un po’ la gente. Meno auto, più turisti, più pulizia. Sindaci decisionisti non perennemente infangati e legati a consorterie di amici.
Professionisti, tecnici, che hanno fatto qualcosa nella vita e sanno cosa significa amministrare una città, non gente che si mette una casacca per un po’ di mesi dopo che per anni si è fregato della sua città.
Una città che si dia una scrollata di dosso della polvere.
Ma fare politica non è inventarsi slogan, è nei comportamenti quotidiani, a prescindere dalle elezioni. È senso civico, idea, coinvolgimento della gente. Non è grattarsi lo stomaco, mettersi un abitino e fare politica con due parole e una bella foto.
Poi giri l’angolo, vai alla fiera e ci sono i parcheggiatori abusivi sotto gli occhi di chi è preposto al rispetto delle leggi, ti arriva una mail e ti chiede l’ennesima collaborazione “a titolo gratuito” (con tutto rispetto per chi me l’ha inviata), senti il gaggio che ti passa con l’autoradio a volume o il vicino che si lamenta perché la tua auto è a 12 cm dalla sua. Vai in un parco e gli operai si inventano chiusure perché è sabato e non hanno voglia di lavorare.
Tutto normale in questa città, direbbe qualche amico di centrodestra, ma io non ci sto. Ecco perché esco incazzato da questo mondo, ecco perché non riesco ad amare fino in fondo la città quando la si violenta così. Unica cosa è non pensare alla politica, buttarsi su altro, sui libri, sui progetti, sulle idee. Noto che tanta gente si sta avvicinando con passione e buona volontà.
Ottimo direi. C’è ancora sensibilità, ed è importante. Per fortuna non tutti sono ossessionati dal farsi 10 euro di paghetta.
Ora riposo. Devo recuperare orette preziose dopo una sequenza di giornate infinite ed essere pronto per ricominciare. Stasera dj set e chissà domani che succederà. Spero di resistere al primo maggio, alla sagra, all’invasione dei turisti (ma dove sono?) e alla fiera. Questi riti da primo maggio che rendono la città più bella.
La scrivania è piena di idee e tocca a voi darci una mano. Altrimenti andiamo avanti comunque.
Intanto qualcuno mi ha fatto notare che scrivo ogni starnuto, colpo di tosse e pensiero su facebook. Forse ha ragione, ma appena sparisco un po’ perché mi uccidete di mail? Allora non è colpa mia!