Primo maggio. Oltre ogni battuta (post ad alto rischio di presunzione e antipatia)
Festeggio con ironica amarezza un lavoro autonomo che mi rende felice ma non permette di stare sicuro. Vi riconoscete? Non posso ammalarmi e non ho pensione. Pago uno stato inefficiente. Non posso assumere. Le spese sono assurde. Devo rincorrere cattivi pagatori, travestiti da vip e imprenditori, contrattare sempre tutto e con tutti, lottare per vedere riconosciuta la mia piccola dignità professionale, in un oceano di squali, di piccole e grandi aziende non sempre corrette e che sminuiscono sempre quello che fai per poterne ricavare più possibile.
Però festeggio almeno ora, meglio non pensare troppo. Festeggio la mia piccola autonomia, il non essere strumento di nessuno e di conquistarmi il pane da solo senza ricorrere a sponsor, senza i santi in paradiso.
E festeggio quelli come me che riescono a muoversi nonostante tutto, che hanno raggiunto risultati con le proprie forze, senza dimenticare chi è sfortunato ma ci prova con tutta l’energia possibile. Ma su Facebook pare che ogni gioia personale debba essere sempre una mancanza di rispetto per altri.
Se fosse per lo Stato e qualche italianotto (magari con il posto fisso e la pensione oppure nullafacente per scelta) noi liberi professionisti non dovremmo esistere.
Siamo i presuntuosi, i farlocchi, gli eterni bambini, gli evasori, i tuttologi, i poco seri solo perchè abbiamo lasciato la strada facile, ci siamo mossi a nostro rischio e pericolo, e provato a non essere un peso di nessuno. E questo, per chi vive alle spalle degli altri, è inaccettabile.
Cosa festeggiamo allora?
Un lavoro che lo Stato non garantisce?
Uno Stato che non garantisce molte persone che lavorano?
Tanti disoccupati senza lavoro ma meritevoli di un impiego?
Una dignità che ti devi conquistare senza aiuti, con sgambetti, a rischio di perderci la salute?
Nonostante tutto son amaramente felice.
Non tengo conto di nulla. Ci sono giorni che sono preoccupato, altri che ho una forza e un’energia che costruirei il mondo.
O almeno ci provo. Provateci anche voi. Non abbiate paura. Il cammino è faticoso ma la libera attività è magia. Magari domani sarò sotto un ponte, ma intanto (soprav)vivo