Erano tre o quattro ma scrivendo sono diventate ventisei…(non è colpa mia)

Ecco cosa ho imparato, capito, sentito:

1. Che non riesco a stare in una città per più di due giorni o nella mia città per più di un mese: poi prende sempre la voglia di spostarsi;

2. Che gli italiani all’estero (i giovani s’intende) sono spesso persone completamente diverse da quelle in patria (migliorati, rilassati, ambiziosi, con la speranza negli occhi e con un gran senso civico e di solidarietà);

3. Che una lingua la impari bene solo stando a vivere mesi e anni in un luogo, lontano dagli italiani (e purtroppo il mio inglese, soprattutto all’ascolto e quando sono stanco, è da rivedere);

4. Che basta davvero poco per fare un bagaglio: sono riuscito per una settimana a portar dietro 8 chili “irridendo” i controlli di dimensione e peso al gate di Ryan Air;

5. Che si può benissimo viaggiare spendendo poco (basta organizzarsi);

6. Che il più grosso limite per un viaggiatore è la cucina (se non si prepara adeguatamente i nomi e le ricette dei piatti);

7. Che ogni volta mi dimentico le prese della corrente e gli adattatori giusti;

8. Che l’applauso all’atterraggio lo fanno anche in altri paesi (vedi volo Cracovia-Nottingham);

9. Che solo visitando un posto capisci quello che i libri non ti spiegheranno mai (Auschwitz, per esempio) o capisci che certi luoghi comuni sono davvero falsi (portoghesi che non pagano i biglietti, polacchi sporchi);

10. Che tutti irridono Berlusconi (e io mi vergogno);

11. Che non appena torni in Italia le sensazioni sono: sporcizia, disorganizzazione, pressapochismo, prezzi alti, fregature, disordine, degrado, carenze, abbandono;

12. Che viaggiando e guardando i fatti di casa mia (facebook o siti di informazione) mi sembra di stare in un pianeta lontano e mi chiedo come questo sia possibile;

13. Che la gente incontrata in viaggio ha un’apertura mentale e una capacità di accoglienza e di conoscenza altissima.

14. Che è meglio spendere i propri soldi in viaggi ed esperienze, che in oggetti;

15. Che nessun giovane può crescere, maturare e capire se non viaggia un po’, per andare a cercarsi lavoro o per studiare (quindi toglietevi di testa che il viaggio fashion shopping sia un vero viaggio);

16. Che altrove in discoteca la gente balla senza guardare troppo il titolo della canzone o il genere musicale, senza guardare il vestito o il momento. Balla e basta;

17. Che non serve a nulla andare all’estero per mangiare da Mc Donald’s o Burger King, visitare i centri commerciali, comprare da Prada o alla Apple o bersi il caffé di Starbucks: non danno il senso del posto, li potete ritrovare ovunque;

18. Che per essere un turista (specie se italiano) ci vuol poco, per diventare viaggiatore ci vuole tanto;

19. Che non devi spiegare a nessuno perché viaggi o, se lo fai, tanto non ti capiranno e ti riempiranno di inutili domande o ti faranno i conti in tasca;

20. Che quando viaggi cominci a disprezzare il turista italiano e l’italiano medio (quello che fa le sfilate di moda, quello che si fa sempre notare, quello che…);

21. Che il viaggio non è solo nei luoghi classici: Parigi, Londra, ma anche nelle mete meno conosciute;

22. Che anche se ti sforzi di prendere idee dall’estero, in Italia non saranno mai realizzabili (figurati a Chiagliari);

23. Che il viaggio educa, insegna, ti fa riflettere e pensare (a me ispira);

24. Che se puoi devi alloggiare negli ostelli, viaggiare in treno o bus e frequentare i bar e le locande;

25. Che altrove il turista è quasi un bene prezioso, una fonte di ricchezza una persona da convincere a ritornare: vi riempiono di attenzioni e non vi fanno sentire mal sopportati;

26. Che il viaggio è la perfetta metafora della vita.

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