Prendete un locale, un’attività o tutto quello che volete che sia di imprenditoriale.
Esiste un negozio X che per anni e anni lavora in monopolio. Comincia bene, con tanto entusiasmo. La novità, la moda. Poi capisce che può guadagnare col minimo sforzo. Tratta male i clienti, tiene alti i prezzi, si affida a collaboratori/lavoratori scadenti, offre sempre meno. Sa che tanto la gente verrà solo da lui, nonostante tutto. Non si cura di nulla. Il suo monopolio va oliato il meglio possibile, soprattutto perché non ci sono avversari o concorrenti all’orizzonte. Guadagnare il più possibile, è questo l’obiettivo.
Un giorno apre un altro negozio, Y, simile a lui. La novità della stagione.
Così il negozio X comincia a perdere clienti. La prima strategia è cominciare a dire in giro: “Sono dei ladri, incompetenti e non hanno la nostra esperienza. I clienti che vanno da loro sono (magari propri amici, clienti affezionatissimi, ndr) solo degli sfigati”.
Il negozio Y punta tutto sui prezzi e sul personale. Sorride. Investe soldi. La gente gradisce e lo sceglie. Al negozio X non resterà che chiudere, dicendo che è tutta colpa della crisi e della concorrenza, possibilmente steccando (non pagando) fornitori e lavoratori e maledicendo tutto il possibile.
Chiuso il negozio X, il negozio Y dopo aver perso lo smalto iniziale, l’entusiasmo e la voglia di fare, capirà di essere l’unico sul mercato: comincerà a maltrattare i clienti e i lavoratori e ad alzare il prezzo. Tanto, penserà, se non vieni da me che puoi fare? E il giro ricomincerà, fino al negozio Z.
Nessuno che raccolga la sfida della concorrenza, nessuno che punti al cliente.
Altro che crisi, si chiama stupidità.
p.s. chiarisco per quelli meno attenti: nessuno mette in dubbio il periodo di crisi e lo stato che divora le risorse e le speranze, ma spesso la mentalità degli imprenditori o presunti tali è il peso maggiore al successo di un’attività.