Ieri sono tornato in uno di quelli che ho definito tempo fa “i luoghi del cuore”. Uno di quei posti che rappresentano una tappa importante della tua vita.
È il campo di calcetto di via Ospedale, nascosto dalle vecchie case di Stampace, conosciuto come il campo dei gesuiti, il cui collegio lo ospita o Vivarium dal nome della vecchia piccola società di calcio a 5 che ha fatto attività intorno al 2006
Qui ho cominciato (lo sapevate?) la mia carriera da allenatore nel 2006 quando, insieme a tanti ragazzi, abbiamo costruito quel piccolo bel ricordo che è stato il Vivarium.
Un giorno, a campionati iniziati, nell’autunno del 2005, mi chiamò l’amico dj Andrea Laddo e mi propose di entrare a dare una mano. Io avevo fatto in passato alcuni anni mediocri di calcio a 5 ma ero completamente fuori.
Il Vivarium aveva una squadra juniores e allievi che andavano in giro a prendere scoppole ma non perdevano mai entusiasmo e voglia di stare assieme. Una di quelle favole di sport che avresti voglia sempre di raccontare, soprattutto oggi.
Era il 2006. Mi affezionai subito. Presi a cuore il progetto, la situazione, l’idea. Fu un anno bellissimo, vissuto tra mille difficoltà e inesperienze, dove ho messo cuore e anima per quell’avventura. Dove tra i ricordi ci furono la prima vittoria in assoluto nella storia e il successo sul fortissimo Cagliari c5. Un’impresa impossibile, Davide contro Golia, ma conquistata su quel campo al termine di una delle più belle partite della mia vita.
Il Vivarium era un luogo in cui davvero ci si sentiva a casa propria, dove non si sa dove cominciava e finiva il ruolo dell’allenatore e giocatore. Il campo era una seconda casa, ci si ritrovava spesso, ad allenarsi, a giocare e anche a pulirlo dalle foglie e dalle cacche dei gatti (i nostri principali tifosi), un posto dove hanno cominciato a giocare tanti ragazzi che poi avrebbero proseguito o meno la loro carriera nel mondo del futsal regionale.
Meravigliose persone, che ricordo con affetto, senza dimenticare chi stava attorno: l’altro allenatore, mister Danese, e Gianfranco, compianto dirigente accompagnatore scomparso qualche anno fa.
La squadra poi divenne l’ossatura del vincente Basilea, nascente società di calcio 5 che avrebbe per tanti anni conquistato i titoli giovanili del calcio a 5, il Vivarium proseguì qualche anno nelle mani di Nicola Tidu, altro carissimo amico, che segnalai come mio “successore” poi finì la sua esperienza.
Tornare è sempre un po’ speciale, anche se i tempi sono cambiati (e abbiamo qualche anno in più). Ti vengono in mente mille cose, ricordi, storie. Si sta tentando oggi di rimettere su qualcosa, grazie ad Aldo Pintor, una delle figure storiche: il campo è là, uno spicchio verde, crocevia di una zona povera di luoghi di aggregazione dove ogni weekend, ieri come oggi, si ritrovano spontaneamente tanti ragazzi. Campioni e meno, non importa.
Chissà che non si riesca davvero a ricreare un piccolo sogno. Conoscendo la mia pazzia e le mie sfide, nonostante tempo e impegni, non si sa mai…