Vi scrivo con negli occhi le emozioni dell’ultima serata della stagione invernale, ieri allo Tsunami.Vi scrivo ciò che sento, ciò che vivo dopo le sensazioni che mi assalgono ogni volta che calco una consolle e metto le mani su un mixer, così come faccio da più di dieci anni.
Dal Varadero allo Tsunami, dal Lido al Charlie, dall’Hangar al Peyote. Tappe come passaggi di vita, un grande viaggio in cui ho conosciuto molti di voi che ora leggono.
Chi è fuori, chi non conosce il nostro piccolo grande mondo, fatto di chilometri, serate passate, volti sfuggenti, ritmo come battiti di cuore, borse preparate con ordine quasi maniacale… chi lo rifiuta per ignoranza o supponenza, forse non capirà.
Chi invece per un attimo è stato artefice o partecipe di questa magia, saprà sentirsi coinvolto e parte del messaggio.
Leggevo da una parte un bellissimo pensiero che mi è sembrato giusto riproporre e fare mio.
Essere Dj, vivere a contatto con la musica, diventare con la musica stessa una cosa sola in tempi in cui essere un dj è diventata – credo, ma non prendetela come una critica alla passione di nessuno – una moda per tanti, come un vestito piuttosto che un paio di scarpe o di occhiali.
Una cosa che fai per darti un tono, per rimorchiare, per dirlo in giro.
Diventare Dj non è più un processo naturale di chi la musica la vive in ogni sua prospettiva, ma più che altro una semplice azione di routine. Lo possono fare tutti.
La musica, come lo sport o come tante altre cose, può darti tanto… ma devi imparare prima a rispettarla, devi anche spesso soffrire e rinunciare: solo a quel punto lei rispetterà te e tu diventerai con lei una cosa sola.
Il Dj è un insieme di sentimenti, di sensazioni, di feeling. L’anima del Dj e le anime della gente che viaggiano in fase.
Si sceglie di fare il dj “perché la musica non basta ascoltarla,bisogna toccarla con mano, viverla, respirarla”.
Nel cuore e nell’anima.
Un bravo Dj non è quello capace (solo) di fare mix impeccabili. Quella è tecnica.
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Un bravo Dj è chi riesce a trasmettere le sue emozioni al pubblico attraverso i dischi che sta passando. E questo comprende sì una ottima tecnica e una gran fantasia, ma ha come requisito l’amore e la passione per quello che stai facendo.
Non è il genere musicale che fa la differenza, ma come lo leggi e interpreti.
Un dj è quello di cui ti ricordi col passare del tempo e delle stagioni, che ti ha lasciato un segno indelebile nella vita, di cui a distanza di tempo non potrai mai scordare la voce e “quella” canzone.
Così è ogni volta che andiamo in qualche discoteca: aspetti il tuo momento, che poi arriva, e lì ti ricordi perché hai scelto di fare il Dj.
Le generazioni cambiano, la musica cambia, la moda cambia, viviamo in un mondo troppo veloce per essere affermato. Ma la musica, quella sì, non ci tradisce e se siamo bravi e onesti possiamo afferrarne il messaggio che c’è sotto, cifrato e non per tutti.
Noi dj dobbiamo essere ancora una volta messaggeri della voglia di stare insieme, dell’entusiasmo, delle notti magiche. Perché la discoteca è prima di tutto questo: non è il richiamo dell’easydrink, non è il freedrink, non è rissa, non è violenza…
Noi non siamo quella gente. Siamo un altro mondo.
E’ prima di tutto la musica. Che non potrà finire mai.
Dopo una breve pausa ci rivedremo per un’estate come sempre indimenticabile: ma intanto segnatevi sabato 29 il Buddha Beach, martedì 2 giugno il Jko in prima e in seconda lo Zero. Questi sono i miei prossimi appuntamenti.
Poi l’estate… : Tsunami summer edition, Lido, Belvedere Monte Urpinu. Ma non solo…Qualche altra novità è in cantiere.
Dimenticavo.
Un ringraziamento speciale allo staff Xtend, al personale dello Tsunami e a VOI tutti gli amici e le amiche che hanno ballato la “mia” musica durante quest’inverno tra Tsunami, Charlie, Fifteen, Zero e Spazio Newton e che lo fanno (oramai) da tanti anni.
A TUTTI NOI, UNA SOLA COSA: NON FERMIAMOCI !