Cambio di stagione, temperatura che scende. Momento di riflessione. Così ho deciso, anche per tenere la mente impegnata, in questa domenica “passata a casa ad aspettare”, di riordinarmi un po’ armadi e archivi togliendo quello che potrebbe non servirmi nei prossimi mesi o anni.
È sempre difficile staccarsi dagli oggetti, ma lentamente sto imparando anche questo. Dicono sia una buona metafora della vita. Invece che accumulare, ogni tanto scremare, togliere, eliminare. All’inizio sembra di perdere qualcosa, ma poi anche mentalmente si ha l’idea di essere ancora più liberi e di viaggiare senza fardelli.
E poi ci sono le scremature migliori, quelle targate amicizie, soprattutto per chi come me vanta tantissimi “contatti” e “amicizie su facebook”.
Quelli che magari ti aggiungono giusto perché ti trovano nei suggerimenti o per averti tra gli amici perché fa figo.
O per criticare un po’ quello fai (ancora mi chiedo perché allora ti chiedano amicizia).
Li chiamo virtuali, in ogni senso, perché se non hai voglia di condividere nulla con le persone non sei degno del mondo reale, ma di quella virtualità che lascia pochissimo (anzi nulla) spazio alla fisicità e alle emozioni vere. Non è la quantità ma la qualità delle amicizie quello che conta.
Un altro segnale di una voglia di cambiare un po’ e staccarsi dagli oggetti è il passaggio del mio netbook da Win 7 a Ubuntu. In questo lavoro mi sta aiutando Fabio. L’idea di liberarmi finalmente da Windows e dalle sue procedure lumachesche mi affascina. Già col Mac mi sono accorto che potevo farne a meno e che certi timori di affrontare un sistema operativo diverso rispetto a quello che mi ha accompagnato per anni erano infondati. Solo che i mass media, il sentire comune, la moda, ti portano ad avere sempre paura. Il timore del cambiamento che ci ossessiona e ci fa fermare di fronte alla novità e ai sogni.
Quando parlo di un sogno o di un’ambizione che presuppone anche un cambiamento non manca mai qualcuno che mi guarda e sembra che dica: “sei un pazzo”, “lascia perdere”, “alla tua età?”.
Per tanti avere sogni, necessità di cambiamenti, energie e libertà, è una cosa disdicevole e meritevole dell’etichetta di “strani”.
Non li sopporto.
Potrei aprire un simposio su questo. Il cambiamento, il sogno è vita, è energia, è prospettiva. Anche se in ritardo, come sempre, sto scoprendo tanti piccoli cambiamenti che in fondo mi fanno restare sempre ancora ventenne. C’era un bellissimo pezzo di una canzone di Fabio Concato che recitava:
“ne son passati di anni
di amori e nostalgie
ma il cuore è sempre quello dei vent’anni
i grandi slanci, le sue bugie”
Mentre i miei vicini rumoreggiano allegramente, urlano, sbraitano, spostano mobili, camminano senza mettersi il problema di chi vorrebbe rilassarsi, mi preparo ed esco.
Buona domenica e chissà che più tardi non scriva ancora una nota.