Recentemente ho sentito David Guetta intervistato a Radio Deejay. Lui, il dj attualmente più richiesto, la conferma vivente delle potenzialità e del vigore della musica “commerciale” ha ribadito che il rapporto fisico con la gente, la serata in sé, sia una delle maggiori emozioni della nostra professione.
Concordo anche con il ragionamento fatto da Linus nel commentarla. È unico e irripetibile quel “godimento” (non arrossite vi prego) che abbiamo quando saliamo in consolle, quando mettiamo il disco, quando sentiamo che la gente aspetta proprio noi, quando li chiami al microfono e loro rispondono, inventi un passaggio, ripeschi dal cassetto dei ricordi un evergreen o proponi un disco nuovo.
Senti che la gente in quel momento è con te e forse tu sei un po’ padrone/artefice delle loro emozioni e della loro voglia di libertà. Un cappellaio magico della musica. Ecco perché non ho mai amato le serate troppo abbottonate, dove la gente pensa a far tappezzeria più che a divertirsi e liberarsi di ogni inibizione in pista.
Questa è una sensazione che solo chi fa il dj può capire. È il motivo per cui te ne puoi fottere delle critiche, di chi dice che è un mestiere inutile, che non dà futuro. Di quella parte sfigata che continua a dirti “ma non sei troppo grande per fare il dj?”
È il motivo per cui, nonostante tutto, ancora ti diverti come un ragazzino quando sali in una consolle. Non è per tutti comprendere o immaginare, quindi sarà possibile (anzi sicuro) che diverse persone nel leggere queste parole mi guarderanno ancora con maggiore circospezione, rispetto a come già mi guardavano. Bontà loro.
Grazie a David Guetta e a tutti i big che nobilitano la nostra passione e professione. Grazie a tutti i colleghi dj che condividono con me questa idea da poco tempo o da tanti anni.
L’inverno sta per cominciare. Nonostante tutto, sarà un’altra stagione indimenticabile:
…venerdì al CUBE c’è il TODOS
…sabato ci sdoppieremo tra SESTO SENSO e poi MOVIDA
…e a breve la prima serata con LUPIN GOODLIFE al CHARLIE
e come diceva il compianto Corrado, non finisce mica qui!