C’è nella vita un momento dei ritorni di fiamma o degli eterni ritorni.
A volte ritornano. Quando meno te li aspetti o forse quando decidi anche tu che è il momento. Amici, amori, conoscenti che sembravano perduti. Fanno dei giri immensi e poi (alcuni) ritornano. E sembra che il tempo non sia passato troppo. Il tempo aiuta a conoscersi e apprezzarsi. Spesso la lontananza ti fa respirare.
Questa settimana la definirei dei ritorni di fiamma o degli eterni ritorni di Nietzsche.
Sabato mattina, mi sveglio, mi alzo e anche oggi è una giornata come le altre. Guardo le news, scrivo qualcosa, osservo quel che c’è attorno cercando una logica. Stanchezza di un venerdì notte di gozzoviglie. Comincio a mettere in ordine un po’ di idee e lavoro. Apro un foglio bianco di word, pochi giorni al Portogallo. Il tempo suggerisce di vestire bene, in realtà da qualche settimana è cominciata la mia camminata nel deserto.
Cosa sarà mai? Nessun timore: mi esalta l’idea di rimettermi ciclicamente in gioco su qualche fronte. Caro Tixi, punto e a capo. Perché esiste chi ti chiude la porta, magari te la sbatte, e poi si offende se tu vai in un’altra casa. Un po’ come quelli che maltrattano la fidanzata e ci restano male quando si mette con un altro.
Allora mi ributto in altre ipotesi e prospettive. Mentre scrivo qualche appunto passa una macchina con “Vita spericolata” a tutto volume e un tipo che canta. Mo’ mi affaccio e canto anche io… Pura vita!
Oggi sono assolutamente creativo, operativo, propositivo, ispirativo, poetico, travolgente, entusiasta, filosofico, ideativo, sognativo, costruttivo… Stiano ben lontani quelli che mi mettono ombra.
Posso battere tutto e tutti, compresa la prova del nuovo cellulare. Inauguro un Samsung, entro nel mondo del sistema operativo Android. Il mio Blackberry mi ha ufficialmente abbandonato. Pare che al cambio di cellulare sia prevista una tortura speciale e raffinata, il trasferimento dei contatti (roba di ore e ore) ma anche la possibilità unica di farne pulizia e capire chi oramai può esser cancellato.
Puoi avere una piccola lezione di vita anche rimettendo a posto la rubrica del telefono. Passi il tempo ad accumulare contatti e poi scopri che ne hai tanti superflui. Oppure ogni numero e nome, soprattutto chi oramai non senti più, ti ricorda una piccola storia. Decidi chi resterà importante e chi aspetterai che si rifaccia sentire.
Il sabato scorre lento, una festa e altri impegni. Alle vecchie festicciole si metteva il revival ed ora ti chiedono house ed elettronica. Ma i balli di gruppi non mancano mai. Partono i cori per il dj, e io rispondo con un cenno. Non è solo la musica che metti ma anche chi hai in pista. Mille volte meglio queste situazioni di certe tristi serate.
Domenica mattina, risveglio presto e giornata grigia. La radio mi dice che c’è un principio di magia tra gli ostacoli del cuore. Solito bar, solito cappuccino, tra facce strane e personaggi che esistono solo la domenica. Già, domenica: la fine della settimana o l’inizio di un’altra? Dipende un po’ dai punti di vista. Se guardo indietro ho rivisto tante facce perdute, se guardo avanti sarà una settimana esaltante anche perché un nuovo viaggio si avvicina. Quali saranno le cose da portare e quali emozioni? Tiriamo fuori la valigia dei desideri, mentre il cielo non accenna a schiarirsi.
Andiamo a far la spese e al ritorno si passa a far benzina. C’è tanto da imparare nelle file dei distributori. Tutti che si accodano in una corsia dimenticando quella di fianco libera oppure lasciano una pompa libera perché guasta ed ecco che arriva il furbo che pur vedendo tutti in fila entra e ci va senza chiedersi perché la corsia fosse vuota.
Domande, tante. Ripercorro il post, scritto tra sabato e domenica sera e mi chiedo ancora: sono meglio le nuove conoscenze o i ritorni?