Ci sono due periodi dell’anno strani e ravvicinati: i giorni tra Natale e Capodanno e quelli tra Capodanno e l’Epifania.
Giorni vuoti, che sanno di vacanza ma sono lavorativi, in cui tutto si vive nell’attesa imminente di qualcosa: la fine dell’anno o la fine delle vacanze.
Così, per non morire affogato nella noia e nella malinconia che puntualmente mi prende durante le feste – e che non va più via, per azzeccare pure la rima poetica – ho deciso tra ieri e l’altro di partire. La tappa sarà Barcellona, l’idea era pure Istanbul, ma alla fine ha vinto la capitale catalana.
Parto domattina, giusto il tempo oggi per pagare le ultime scadenze, bollo e telefono, preparare i bagagli e farmi l’ultimo giorno di palestra del 2012. Ma voglio essere un buon atleta: anche a Barcellona mi propongo di andare a correre, quindi mi porterò un completino sportivo.
In questi giorni ho rimesso in moto alcune cose e ne ho programmato altre per il nuovo anno: ci sono tanti progetti in progress e speriamo davvero che gennaio sia un mese prodigo. Ho fatto anche una scorta di libri per il viaggio e il tempo che resta: uno di motivazione, uno di Cicerone e un altro di scrittura. Tre modi diversi di leggere, tre spunti su più campi. Nel primo sono spiegate alcune false credenze sul mondo del lavoro e dell’impresa, nel secondo i consigli per comunicare del filosofo romano e il terzo altri consigli dedicati a chi come me ama scrivere.
Oggi è sabato ma è come un giorno qualunque: si vive nell’attesa del viaggio e nel timore di dimenticare qualcosa. Oramai sono un viaggiatore vaccinato nel tempo e non mi impaurisce nemmeno l’esame bagagli di ryan air. L’unica cosa che mi impaurisce semmai è che vorrei aver ancora più tempo e soldi per viaggiare e stare fuori. Il viaggio mi rigenera, mi ricarica, mi dà idee, stimola la scrittura e la fantasia.
Vediamo se anche il 2013 mi riserverà un bel po’ di spostamenti…